Covid, nell’audizione fiume Arcuri si assolve sul caso mascherine

Fratelli d’Italia attacca le opposizioni per l’atteggiamento avuto in commissione: “Sinistra fa ostruzionismo”

Quasi otto ore di audizione per l’ex commissario Covid Domenico Arcuri in commissione d’inchiesta. Tempistiche dilatate anche a causa dell’atteggiamento delle opposizioni che hanno protestato più volte per sospendere i lavori e sono state accusate di ostruzionismo da Fratelli d’Italia: “Le sei ore di seduta odierna in commissione Covid, hanno confermato che le opposizioni di sinistra usano pretestuosamente questo organo parlamentare ai soli fini di esercitare ostruzionismo e di attaccare Fratelli d’Italia. Oggi, infatti, l’audizione di Domenico Arcuri è stata costantemente interrotta dalle vigorose richieste di esponenti di Pd e M5s di rinviarla adducendo disparati motivi. Piuttosto che tentare di ostacolare i lavori della commissione d’inchiesta, ci saremmo attesi che anche i colleghi di sinistra, come sta facendo Fratelli d’Italia, si interessassero del caso delle commesse di mascherine risultate poi, da quanto si apprende dagli atti, irregolari o pericolose per la salute pubblica. Per queste mascherine, ai tempi del governo Conte, sono stati pagati 1 miliardo e 251 milioni. Utile ricordare nuovamente che il Tribunale di Roma ha condannato i contribuenti italiani a pagare oltre 203 milioni ad una società per la illegittima risoluzione del contratto di fornitura di mascherine regolari ad opera della struttura commissariale di Arcuri. Vicenda grave sulla quale è necessario fare chiarezza, senza pregiudizi né preclusioni”. 

È proprio sul caso mascherine che si sono concentrate le domande all’ex commissario che ribadisce la sua estraneità ai fatti: “Certamente è di difficile sostenibilità la tesi che Arcuri a marzo del 2020 sapesse che le mascherine sequestrate a febbraio del 2021 e poi dissequestrate non erano buone. Se ne occuperanno altri in altre sedi” così in merito alle dichiarazioni di Dario Bianchi, fondatore e amministratore della Jc Electronics Italia. Quanto alle mascherine prodotte in Cina ha sottolineato: “Il certificato Ce non ce l’hanno. Quindi come si fa a sostenere che il certificato Ce delle mascherine era falso? In Cina non sanno nemmeno cosa significa ‘Ce’. Tuttavia, il certificato Ce è un certificato di conformità obbligatorio per importare nel Stati membri dell’Unione Europea prodotti cinesi, compresi dispositivi medici come le mascherine

Successivamente Arcuri scagiona l’allora presidente del Consiglio Conte – presente in aula durante l’audizione – sulla vicenda: “Purtroppo io non ho mai parlato con il presidente del Consiglio né di acquisti, né di forniture, né di Jc, né di Cina, né di Bielorussia, né di Basilicata. “Pensare che il presidente del Consiglio e il commissario dell’emergenza interloquissero su questo o su ogni altra fornitura significa continuare ad offendere quella stagione, il dramma che il presidente del Consiglio, il commissario all’emergenza e quanti altri vivevano in quelle ore, l’ansia della mancanza del tempo che non avevano, lo sforzo di rispondere a problemi nuovi e sconosciuti”, ha aggiunto. 

Infine ha parlato di chiamate ricevute da membri dell’opposizione dell’epoca per far passare alcune mascherine, senza però fare il nome dei politici che gli avrebbero fatto pressioni. Insomma Arcuri ha sviato le domande della maggioranza, ha affermato che non si è occupato del caso mascherine e che sono altre le sedi per dirimere la questione, ha difeso Conte e il governo dell’epoca: in poche parole ha detto tutto e niente.

Resta aggiornato

Invalid email address
Promettiamo di non inviarvi spam. È possibile annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.
Alessandro Guidolin
Alessandro Guidolin
Classe 1997, piemontese trapiantato a Roma. Laureato in giurisprudenza, appassionato di politica e comunicazione. “Crederci sempre arrendersi mai”

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.