“Un giornalista pakistano mi ha fatto una domanda che in Italia non mi fa nessuno”. Questa, la didascalia di un video invecchiato male, malissimo, in appena due giorni, pubblicato da Giuseppe Conte, l’unico ancora a credere alla favoletta dell’onestà del suo partito, il Movimento Cinque Stelle. In piedi, su un palco, nelle vesti di quei tipici motivatori che circolano sui social ma più simile al protagonista di uno stand-up comedy, per come è andata a finire. Il fulcro della questione era la lista di impresentabili rilasciata dal presidente della commissione Antimafia Chiara Colosimo: sette candidati alla europee da destra e da sinistra, ma nessuno tra le file dei grillini. Cosa che ha fatto esultare Giuseppe Conte: “Come mai che nel Movimento 5 Stelle non sono mai coinvolti i vostri esponenti con la corruzione?” gli chiede il suddetto giornalista pakistano. “Ma secondo voi – dice alla platea – una domanda del genere, la farebbe mai qualcuno nelle nostre Tv? Io ho dovuto spiegare che ci sono alcune regolette che potrebbero applicare tutti. Per esempio, noi accettiamo solo microdonazioni e non finanziamenti da imprenditori a destra e sinistra che poi vi condizionano. Chi viene con noi è costretto a tagliarsi gli stipendi: abbiamo accantonato sin qui 100 milioni restituiti alla collettività. Non ho grandi signori portatori di tessere, noi li rispediamo al mittente. E allora è chiaro che da noi non vieni se hai la volontà di fare affari, se vai in politica per fare affari”.
Maxi raggiro del candidato grillino
Tutta la spocchia di Conte, contento che nessun indagato fosse presente nelle sue liste. Ma la sua gioia è durata poco, molto poco. Peccato, infatti: anche tra le fila del Movimento Cinque Stelle c’è qualcuno che è in politica per fare affari (se la giustizia lo affermerà). Perché questa mattina La Repubblica ha lanciato una notizia sulla sua versione online che smentisce le parole del premier dei Dpcm: “Truffa milionaria sui fondi, indagato il candidato M5S in Piemonte Marco Allegretti”. Il Piemonte è una delle prossime tornate elettorali regionali e tra le fila dei Cinque Stelle compare il nome di Marco Allegretti, candidato a consigliere regionale, ad oggi presidente dell’Ordine degli ingegneri di Asti. Repubblica riporta anche alcune sue parole, invecchiate male quasi quanto il video di Conte: “Credo in un’azione politica per il bene dei cittadini e non per il personale vantaggio di pochi. Le 5 stelle Acqua, Ambiente, Trasporti, Connettività e Sviluppo, sono le mie priorità”. A quanto pare, Allegretti, ingegnere sul quale adesso indagano le procure di Asti e di Torino, sarebbe accusato di un “maxi raggiro” allo Stato. Sottrazione fraudolenta delle imposte. Avrebbe infatti occultato una trentina di fabbricati nelle due province così da evitare la riscossione di oltre due milioni di euro. E da dire c’è che Allegretti non sarebbe nuovo a certi giochetti: nel febbraio 2023 il candidato grillino era stato rimosso dall’incarico di consigliere della Finpiemonte per violazione del codice etico, probabilmente conflitti di interessi.
Sarebbe questa, dunque, la classe dirigente priva di indagati del Movimento Cinque Stelle? Le parole di gioia con cui Giuseppe Conte aveva annuncio quanto fosse candida la sua compagnia, hanno trovato ben presto una smentita. Appena due giorni sono bastati per far cadere nel vuoto i commenti encomiastici dell’avvocato del popolo.