De Luca non può dare lezioni di democrazia: lo sceriffo alle corde inventa accuse contro il governo

Il salernitano: “L’impugnativa è contra personam”, ma così ammette i suoi errori. Altri esecutivi hanno già accettato il terzo mandato? Vero, ma erano guidati dal ‘suo’ Pd

Lezioni di democrazia da parte di De Luca, anche no. Nella sua conferenza stampa in risposta all’impugnativa del governo della sua legge a favore del terzo mandato, il governatore campano ha provato a vestire panni che poco si conciliano con l’idea che ci siamo fatti di lui, il tempo dirà se a torto o a ragione. In ogni caso, in uno dei suoi lunghi e soliti sproloqui di onnipotenza, in mezzo a parecchie citazioni colte, da papa Woytila a Parmenide, lo sceriffo dei lanciafiamme ha rivolto il suo messaggio all’esecutivo: “Hanno forse paura di De Luca, degli elettori. Non abbiate paura, aprite il cuore alla speranza e date la possibilità ai cittadini di decidere da chi essere governati”. Il che, rivolto a una maggioranza che ha sempre sostenuto il ritorno al voto quando il partito di De Luca, il Pd, proponeva di creare coalizioni sempre più variopinte pur di non tornare alle urne, sembra un tantino fuori luogo. Il j’accuse di De Luca si fa più forte quando la scelta della premier di impugnare la controversa legge campana, viene indicata come “contra personam”: “Perché le loro leggi non sono state impugnate? In questo Paese la legge è uguale per tutti tranne che per me? In Veneto il terzo mandato è in corso, in Piemonte si va quasi al quarto mandato. Sulle Marche nemmeno si è intervenuti. E allora? Qui in Campania il Consiglio regionale con grande responsabilità non ha approvato una legge per De Luca ma una legge per recepire il secondo mandato in modo da continuare il lavoro che abbiamo in corso. È vergognoso come sia stato calpestato il principio costituzionale della legge uguale per tutti”. Dietro di lui, campeggia il cartellone con scritto: “La legge (non) è uguale per tutti”, con il logo della Regione Campania, che in teoria è un organo istituzionale. A proposito di cose “contra personam”… Se ci sono stati già casi di terzo mandato, andrebbe piuttosto recriminata la scelta di lasciar correre da parte degli esecutivi dell’epoca: Zaia in Veneto, ad esempio, è stato rieletto nel 2020 e allora al governo c’era anche il Pd, che oggi con Elly Schlein pure promette battaglia contro il “sistema” (così l’ha definito Sandro Ruotolo, e non Giorgia Meloni) di De Luca in Campania. In più, c’è da dire che se la decisione di impugnare la legge campana viene considerata “contra personam”, per la proprietà transitiva dovrà essere “ad personam” anche la stessa legge della Campania, che permetterebbe a De Luca di essere rieletto eccezionalmente per la terza, ma in futuro anche per la quarta volta consecutivamente. Lui nega ciò, ma anche questo è un fatto.

In realtà De Luca, che parla di violazioni costituzionali, dovrebbe tenere presente l’unico vincolo imposto dalla legge stessa. In attuazione dell’articolo 122 della Costituzione, arriva la legge 165/2004, che all’art. 2 c. 1 lett. f recita: “Previsione della non immediata rieleggibilità allo scadere del secondo mandato consecutivo del Presidente della Giunta regionale eletto a suffragio universale e diretto”. Con una delle sue solite conferenze stampa, l’intenzione di De Luca era probabilmente quella di mostrarsi forte di fronte a una decisione che lo mette alle corde. Con lui c’erano anche i consiglieri del Pd, i quali non si esclude che saranno poi candidati lontani dalle sue liste. La verità è che lo strapotere del salernitano non va oltre i confini con Lazio, Molise, Puglia e Basilicata: è circoscritto all’interno della Campania e, quando cerca di fare capolino fuori dai termini della Regione, riceve ridimensionamenti non da poco. Successe con la parata di amministratori locali organizzata per le strade di Roma e culminata con il litigio con le forze dell’ordine e la figuraccia nel Transatlantico di Montecitorio. Succede ancora, con un limite non ulteriormente valicabile: la legge.

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