Decreto sicurezza, Fratelli d’Italia: Fondo rimpatri sia a carico della UE

Continuiamo come promesso la nostra analisi (vedi le prime due qui e qui) al decreto sicurezza del governo giallo-verde. Abbiamo già visto nei giorni precedenti l’abolizione della protezione umanitaria, e le questioni legate ai Cpr. Oggi iniziamo parlando di fondi per i rimpatri.  Riguardo a ciò, il decreto all’art. 6 prevede lo stanziamento di più fondi per i rimpatri, recuperati dalla chiusura di 30 sportelli comunali che forniscono attività informative, di supporto e assistenza agli stranieri: 500mila euro nel 2018, un milione e mezzo di euro nel 2019 e un altro milione e mezzo nel 2020.

Il decreto prende anche in esame all’art.12  riguardo al sistema per l’accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati (SPRAR), ordinario, cioè quello gestito dai comuni italiani, sarà limitato solo a chi è già titolare di protezione internazionale o ai minori stranieri non accompagnati. Sarà quindi ridimensionato e cambierà nome.

Riguardo a questi due articoli, Fratelli d’Italia giudica le misure insufficienti. E  vediamo perché. Secondo il partito della Meloni, il fondo rimpatri deve essere a carico della UE, come stabilito al consiglio europeo dove si è riconosciuto ancora una volta che il problema dei migranti è un problema europeo. Va bene anche ridurre i posti dell’accoglienza se però si chiarisce subito dove finiranno  le persone che attualmente sono lì, considerando anche la lentezza dimostrata dal Governo nei rimpatri. Sono di questi i giorni, infatti, i dati del Viminale riportati dal Sole 24 Ore che indicano che i migranti irregolari rimpatriati nei paesi di origine nei mesi di giugno, luglio e agosto 2017 sono stati 1296, un numero in calo rispetto ai 1506 dello stesso periodo del 2017. Oltretutto non si sancisce il sacrosanto principio che un immigrato non possa costare allo Stato più di un pensionato sociale, anche questa storica battaglia di Fratelli d’Italia. Una battaglia di grande civiltà e amore per la propria gente. Come si può infatti accettare che un anziano italiano che non possiede una pensione se non quella sociale, possa sopravvivere con 530 euro al mese nella migliore delle ipotesi, quando un migrante costa al minimo circa 1200 euro al mese?

Secondo Fratelli d’Italia va anche cambiato il limite di età per i minori non accompagnati: troppi giovani si spacciano per minorenni, perché è oggettivamente difficile distinguere un 19enne da un 17enne. Motivo per il quale Fratelli d’Italia chiede l’abbassamento dell’età per l’ingresso del minore non accompagnato da 18 anni a 14 per i ragazzi, lasciando a 18 anni il limite per le ragazze che necessitano oggettivamente di maggiore protezione. Manca dal decreto anche una norma che preveda l’ espulsione di cittadini UE che si trovino in Italia senza mezzi di sostentamento, come previsto dai trattati e sulla scorta di quanto fatto recentemente dalla Germania, con un provvedimento che potrebbe colpire anche nostri connazionali. Chi non ha mezzi di sostentamento non può restare in Italia e vivere di espedienti, come fanno molti cittadini dell’est e molti rom anch’essi provenienti dall’est Europa.

L’art. 7 del decreto si rivolge alla revoca o al diniego della protezione internazionale e dello status di rifugiato. Nell’ art. viene estesa la lista dei reati ch comportano revoca dello status di rifugiato o della protezione sussidiaria. Vengono inclusi reati come: violenza o minaccia a un pubblico ufficiale , lesioni personali, pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili , lesioni personali gravi o gravissime a un pubblico ufficiale in servizio di ordine pubblico in occasione di manifestazioni sportive, rapina, estorsione;  sequestro di persona a scopo di estorsione, riduzione o mantenimento in schiavitù o in servitù, prostituzione minorile, pornografia minorile ,tratta di persone, acquisto e alienazione di schiavi , violenza sessuale, atti sessuali con minorenne , violenza sessuale di gruppo, produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope,  associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope. Inoltre, l’art. 8 stabilisce che se il rifugiato tornerà nel paese d’origine, anche temporaneamente, perderà la protezione internazionale e quella sussidiaria.

Riguardo a questi articoli del decreto, Fratelli d’Italia si esprime favorevolmente anche se dal partito fanno notare che dalla lista dei reati presi in considerazione  ne mancano inspiegabilmente alcuni.

Più precisamente, Il furto e il furto in abitazione e con strappo non sono inclusi nella lista. Infatti sono compresi questi due reati solo se vengono commessi con l’aggravante, quando cioè  “il colpevole porta in dosso armi o narcotici, senza farne uso”. Non è accettabile. Per Fratelli d’Italia chi commetto furto e, peggio ancora, furto in abitazione e con strappo non può restare in Italia. Non c’è traccia neanche dell’apologia dell’art. 414, comma 3, del Codice Penale, istigazione a delinquere, usato per combattere ogni forma di apologia del terrorismo, quindi i predicatori d’odio che si annidano nelle moschee, spesso abusive, nel nostro Paese. Da Fratelli d’Italia, più volte, è stata fatta la richiesta che sia impedita la propaganda integralista in Italia. Per ora tutto inascoltato sebbene non erano queste le promesse di Salvini in campagna elettorale.

Per oggi concludiamo con la Sospensione del procedimento di riconoscimenti di protezione. Il testo originario del decreto legge prevedeva all’art. 10 che la domanda di protezione poteva essere sospesa quando il richiedente avesse in corso un procedimento penale per uno dei reati che in caso di condanna definitiva comporterebbe il diniego dell’asilo. Le modifiche suggerite dal Quirinale hanno invece imposto che nel caso del suddetto procedimento penale, il richiedente verrà convocato per procedimento immediato innanzi alla Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale.

Per Fratelli d’Italia mentre è bene la sospensione del procedimento di riconoscimento della protezione, è inaccettabile che la misura che verrà presa sia così blanda.  Chi viene investito di un procedimento, soprattutto se colto in flagranza di reato, deve essere rimandato a casa, senza se, senza ma e soprattutto senza i soliti giri burocratici che fanno perdere solo tempo e denaro.

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