L’Italia è in una fase di polarizzazione del dibattito politico. Nel senso che, con il tracollo del Terzo Polo e soprattutto del Movimento Cinque Stelle, e con la formazione costante e sempre più forte di una coalizione di centrodestra, la sinistra deve giocoforza riorganizzarsi e cercare di formare una coalizione che si opponga alla maggioranza. Ben venga, dunque, la nascita di due poli, due visioni opposte della politica, dello Stato, che possano magari, in futuro, alternarsi così da dare vita a un modello virtuoso di cooperazione tra destra e sinistra, tra conservatori e progressisti, come già accade da secoli nelle più proficue democrazie occidentali.
Ma la sinistra si radicalizza
Attenzione, però: i risultati dell’ultimo voto europeo ci dicono qualcosa di diverso, che non combacia al modello appena descritto. Perché se da un lato il centrodestra è riuscito a inglobare i consensi delle fasce più moderate della popolazione, a sinistra si vive un crescendo di radicalizzazione, di estremizzazione. Lo si nota, in primis, già all’interno del Partito Democratico, primo partito della sinistra: la guida Schlein ha portato il fu Pci sempre più a sinistra, con tanto di fuga dei membri più moderati (ad esempio Cottarelli, l’economista che dichiarò: “Mi trovo ora a disagio su diversi temi”, facendo notare come “Elly Schlein abbia spostato il Pd più lontano dalle idee liberaldemocratiche in cui credo”). Parole che dovevano già suonare come un campanello d’allarme. In più, si deve aggiungere la crescita di Alleanza Verdi Sinistra, quella lista formata dai Verdi di Angelo Bonelli e dai neo-comunisti di Nicola Fratoianni che alle europee ha superato il 6%. La sua ascesa, arrivata grazie alla candidatura di persone come Ilaria Salis (non certo una moderata), sposta la sinistra sempre più verso l’estremo. In parte, è la sinistra che si adatta ai tempi. In parte, è la sinistra che forza i tempi, andando a bussare alla porta di chi un democratico non è, ma non subisce alcuna gogna mediatica perché è estremista, sì, ma di sinistra, quindi ammesso. È la classica storia dell’opposizione dell’antifascismo necessario e dell’anticomunismo facoltativo. Una diatriba che dovremmo superare, ma che è ancora attualissima.
“Con il karma non si scherza”
E allora via, con i gesti sempre più feroci e violenti di pseudo-militanti. A partire dalle violenze fuori dalle università, dove quei pochi studenti ideologizzati fanno comunella con collettivi e centri sociali per attaccare la polizia, danneggiare le strutture, occuparle e lasciarsi andare a lampanti manifestazioni di antisemitismo, senza che nessuno a sinistra si indigni. Proseguendo, poi, con il Gay Pride, che da manifestazione apartitica diventa l’occasione giusta per Elly Schlein di sfilare, mentre i partecipanti fanno cori ed espongono striscioni contro il Papa e contro Giorgia Meloni. Per arrivare alle ultime ore, dove l’estremizzazione arriva in Parlamento, tra le file del Movimento Cinque Stelle. La lunga seduta fiume sull’Autonomia differenziata deve avere ridotto la capacità razionale di qualcuno, tanto da abbandonarsi a vere e proprie minacce verso la maggioranza: “Voi state facendo mangiare le vostre deiezioni agli italiani. E con il karma non si scherza: prima o poi le mangerete voi, i vostri figli e i vostri nipoti. Gli italiani sono un popolo strano: non dimenticate Piazzale Loreto, Mussolini l’hanno messo a testa in giù. Non dimenticatelo questo”. Le ignobili parole della deputata Susanna Cherchi, diventata virale negli ultimi giorni per altri sproloqui del genere.
Il vero pericolo per la democrazia
Un livello di estremizzazione che, dunque, rischia di raggiungere un non plus ultra. La sinistra gioca col fuoco per qualche voto in più: alcuni incitano alla lotta armata, professori universitari onorano il ricordo di ex brigatisti, capi di partito invogliano i parlamentari a opporsi anche “con i corpi”. Altro che premierato, altro che autonomia differenziata, altro che censura, altro che regime totalitario: se c’è un pericolo per la democrazia, questo è la sinistra.
Ma chi è questa signora? Sa quello che dice? Non si vergogna neanche un po’?