“È il tempo dei conservatori”, la via italiana in Europa: inizia l’ultimo giorno di Atreju

Quella che era semplicemente la volontà di cambiare l’Europa, ora è diventata la via italiana. I primi ad aprire l’ultima giornata di Atreju sono stati il governatore dell’Abruzzo, Marco Marsilio, la vicepresidente del Parlamento europeo, Antonella Sberna, il capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo, Carlo Fidanza, e il co-presidente di Ecr, Nicola Procaccini. Si parte, dunque, da Bruxelles, dove le vie italiane vengono esportate ogni giorno dal Governo Meloni.

“Dobbiamo continuare a esportare in Europa il modello italiano del centrodestra, che mette insieme le tradizioni conservatrice, autonomista e popolare, per mettere in minoranza la sinistra nelle sue forme più ampie”, ha detto Marsilio. “Questa è la missione che la delegazione italiana, sia al Comitato delle regioni, sia al Parlamento europeo e nelle altre realtà dell’Ue, possono e devono costruire”, ricordando che “oggi i conservatori hanno un peso decisivo perché l’Europa possa parlare una lingua diversa”.

È un’Europa che dunque vuole cambiare e che sta cambiando grazie all’impegno di Fratelli d’Italia, la sua ingerenza sempre più forte all’interno dell’Unione europea. Per la prima volta c’è un vicepresidente esecutivo italiano, per la prima volta Fratelli d’Italia ha espresso la vicepresidenza del Parlamento: “A fare la differenza, potete contare su di noi”, ha detto Sberna. L’obiettivo è chiaro: “Vogliamo semplicemente riportare l’Italia al centro dell’Europa e l’Europa al centro del mondo”, perché “le persone normali, ma animate da sana passione, possono veramente fare la differenza”.

“Avevamo promesso di spostare a destra l’asse della politica europea, è quello che stiamo facendo” ha detto Carlo Fidanza. E come Atreju, i conservatori in Europa combattono contro il nulla che avanza: deriva green, immigrazione incontrollata, cancel culture, wokismo. Per fortuna, “questa storia è finita e il nulla non avanza più”: “Non tradiremo la fiducia degli italiani. Giorgia Meloni ci ha guidato al successo sfidando i gufi e gli odiatori seriali. Abbiamo iniziato a costruire una nuova realtà e ora stiamo spostando più a destra l’asse politico dell’Ue. Siamo consapevoli che non sarà facile, che non sarà ‘tutto e subito’ e per la nostra rivoluzione conservatrice ci saranno tante resistenze da superare. Cercheranno di fermarci, ma siamo pronti a fare il nostro dovere, costruiremo l’alternativa con chi ci sarà”.

Con caparbietà, i conservatori hanno portato avanti le proprie idee: “Sapevamo che le nostre idee avrebbero vinto, contro tutto e tutti, con impegno, sacrificio, passione. Sapevamo che avrebbero trovato il loro luogo nel mondo. E questo luogo è Atreju”, ha detto Nicola Procaccini. “Siamo chiamati a mettere rimedio provocati da chi c’era prima, non sarà semplice ma è alla nostra portata abbiamo qualcosa in più agli altri: siamo rocciosi nel difendere le nostre posizioni, siamo gente seria” Anche perché, ha detto il co-presidente di Ecr, questo “è il tempo dei conservatori, in tutto il mondo”.

Ha concluso i primi interventi Mateusz Morawiecki, già Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica di Polonia, riportando i primi versi della Divina Commedia. “Anche l’Europa sembra un inferno, ma vogliamo riportarla al paradiso”. Il motto è chiarissimo: “Make the Europe great again”.

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