“Penso sia giusto monitorare costantemente l’andamento dell’economia e della finanza e la progressione dei vari settori di cui si compongono. Siamo sempre stati contrari a colpevolizzare la ricchezza e quindi a togliere risorse a chi le ha guadagnate sul campo per merito, capacità manageriale, abnegazione. Ma non si può negare che esistono cicli nei quali alcuni di questi settori mettono il turbo e registrano profitti eccezionali grazie congiunture storiche, prescindendo quindi dalle singole abilità. La stessa ciclicità, per ragioni eguali e contrapposte, determina la scomparsa di migliaia di aziende e crea squilibri sociali oggettivi. È un dato di fatto che la pandemia, i conflitti regionali, la crisi energetica, la rivoluzione digitale, la transizione ecologica, il superbonus e l’impennata dei mutui abbiano creato grandi fortune a fronte di una crisi diffusa e lacerante che ha colpito famiglie e imprese. Penso faccia bene il governo a chiamare tutti alla responsabilità, per partecipare con senso dello Stato a un risanamento del bilancio della nazione in maniera equa e sostenibile. Chiamare alla collaborazione significa concertare la misura dei contributi eccezionali a fronte di eccezionali condizioni che si sono verificate. In caso contrario dovrebbero essere i cittadini, già colpiti dalle circostanze citate, a intervenire con le proprie tasse per colmare le nuove diseguaglianze. Non mi pare sia una formula giusta, né comprensibile per il ceto medio”.
È quanto ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia interpellato dai giornalisti sull’ipotesi di una tassazione sugli extraprofitti.