Facevano carte false per le mascherine irregolari: rivelazione shock in commissione Covid

E pensare che c’era chi (ovviamente da sinistra) riteneva inutile l’istituzione della commissione d’inchiesta sulla pandemia, considerata addirittura un tribunale politico nei confronti delle forze politiche che hanno governato in quegli anni (la sinistra, appunto). Eppure quella stessa commissione d’inchiesta sulla gestione del virus sta portando a galla sempre più verità scomode che, altrimenti, sarebbero rimaste all’oscuro, ignorate e dimenticate dai cittadini che hanno pagato a prezzi salatissimi gli errori di quella classe dirigente, ma poco diligente.

Dopo aver fatto chiarezza sulla vicenda della Jc Electronics, alla quale spetta un rimborso di oltre 200 milioni di euro da parte della Presidenza del Consiglio per aver visto il suo contratto di fornitura di mascherine con l’allora Governo Conte Bis diventare carta straccia per volontà dell’ex commissario straordinario, Domenico Arcuri. Il quale ben pensò di sostituire quelle mascherine, che avevano già ottenuto il visto di alcuni enti italiani, con altre mascherine di origine cinese che si rivelarono inefficaci o addirittura nocive per la salute.

Mascherine irregolari per ‘necessità politica’. La denuncia di FdI

Il problema è che stanno emergendo, pian piano, sempre più notizie che aggravano le già difficile situazione per pentastellati e dem. L’ultima è gravissima: si sapeva che molte mascherine importate erano irregolari. Una notizia emersa proprio dall’attività della commissione, dopo le dichiarazioni di Miguel Martina, il funzionario delle Dogane che subì mobbing per il solo fatto di voler fare chiarezza sulle forniture di mascherine. Con una nota, il capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione, Alice Buonguerrieri, ha raccontato la vicenda: “L’audizione di oggi in commissione Covid del dott. Miguel Martina, già funzionario dell’ufficio antifrode dell’Agenzia delle Dogane cui è stato riconosciuto dal Tribunale di Roma un risarcimento da parte dell’Inail per le condotte vessatorie subite sul posto di lavoro mentre effettuava indagini sull’importazione di mascherine non idonee, getta ombre inquietanti sulla vicenda ‘mascheropoli’. Nonostante sulla carta l’importazione di dispositivi sanitari dovesse attenersi a rigidi protocolli di sicurezza previsti dal nostro ordinamento – ha denunciato Buonguerrieri – Martina ha raccontato che, in nome di una ‘necessità politica’, la pubblica amministrazione avrebbe derogato a tali norme consentendo l’importazione di mascherine irregolari, prive del marchio di certificazione europeo CE o con un marchio non valido”.

Un aspetto della vicenda che è a dir poco inquietante: si accettavano mascherine non idonee e possibilmente nocive che sarebbero state distribuite a tutti i cittadini, non escludendo ovviamente neppure malati che avrebbero patito maggiormente la scelta. Si tratta di una di quelle verità molto scomode che, nel caso in cui Fratelli d’Italia non avesse premuto per istituire la commissione d’inchiesta, sarebbero cadute nell’oblio, con il benestare di chi ha interesse nell’ insabbiare certi fatti. Anche è soprattutto per questo, la commissione si sta rivelando un’arma potentissima per scovare la verità e soprattutto per evitare che certe azioni non vengano più commesse in futuro. “Riteniamo – ha detto Buonguerrieri – che queste dichiarazioni potrebbero prospettare scenari gravi, tali da dover essere approfondite per capire se qualcuno, pur di nascondere l’impreparazione dell’Italia di fronte alla pandemia, abbia fatto arrivare, senza i necessari controlli, caterve di mascherine, benché non idonee dal punto di vista sanitario, mettendo così a repentaglio la salute di sanitari, forze dell’ordine e cittadini”.

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