Missione compiuta, impegno mantenuto da parte di Fratelli d’Italia. I tantissimi medici e infermieri italo-venezuelani, che finora si vedevano preclusi il riconoscimento dei loro titoli professionali in Italia, potranno godere di speciali agevolazioni che consentiranno subito di esercitare in territorio italiano. E’ quanto previsto dal decreto ‘Cura Italia’, che ha ripreso quanto aveva richiesto Fratelli d’Italia al tavolo di concertazione governo-opposizioni. Una boccata d’ossigeno in questo momento di emergenza in cui è sempre più alta la richiesta di personale sanitario qualificato. Parliamo, infatti, di circa mille medici, molti dei quali di altissima specializzazione, e di un numero ancora superiore di infermieri in fuga dalla crisi scoppiata in Venezuela.
Un successo importante che appunto porta la firma di Fratelli d’Italia, che per prima aveva posto con forza il tema sposando le battaglie portate avanti da tempo con tenacia Alessandro Zehentner, presidente Comites Barcellona e InterComites, dalla giornalista Marinellys Tremamunno, presidente dell’Associazione Piccola Venezia e dalla dottoressa Francesca Agostino dell’Ufficio Legislativo di Fratelli d’Italia.
Era stata proprio Fratelli d’Italia nelle scorse settimane, prima che il governo si rendesse conto dell’emergenza, a sollevare la questione del personale sanitario italo-venezuelano impossibilitato ad esercitare la professione, attraverso un’interrogazione presentata dal senatore Fazzolari al ministro degli Esteri e della Sanità. In particolare, il senatore di FdI denunciava quanto “le lungaggini burocratiche, che richiedono la presentazione di una documentazione infinita e alle volte di difficile reperimento, non consentissero a questi professionisti, benchè aventi un passaporto italiano, di vedersi riconosciuti in Italia i loro titoli”. Da qui la necessità di trovare una soluzione che sbloccasse la situazione, rispondendo così all’esigenza di “disporre di maggior personale attingendo dall’immigrazione di ritorno dei nostri connazionali venezuelani”, ma soprattutto di risolvere la particolare e penosa condizione in cui si trovano i nostri tantissimi connazionali di ritorno dalla tragedia del Venezuela, molti dei quali hanno altissima professionalità proprio in campo medico.
Il decreto ‘Cura Italia’ è stata così l’occasione perfetta per riproporre con forza la questione. Il senatore Giovanbattista Fazzolari, incaricato di rappresentare FdI al tavolo governo-opposizioni, ha ripresentato la richiesta non soltanto per gli italo-venezuelani, ma per il personale medico sanitario che all’estero ha conseguito titoli professionali riconosciuti in Italia. Richiesta che è stata accolta integralmente nell’articolo 13 del decreto approvato, e che consentirà di derogare alle norme vigenti in materia di riconoscimento delle qualifiche professionali sanitarie. Sarà consentito, quindi, “l’esercizio temporaneo di qualifiche professionali sanitarie ai professionisti che intendono esercitare sul territorio nazionale una professione sanitaria conseguita all’estero”.
Un altro impegno mantenuto da Fdi a favore dei nostri connazionali italo venezuelani, che segue ad altri successi concreti già ottenuti, come in particolare l’approvazione nell’ultima legge di Bilancio di due emendamenti FdI al Senato per riconoscere il permesso di soggiorno ai venezuelani che avessero già fatto richiesta di cittadinanza italiana ma ancora in attesa di ottenere una risposta, ed un altro che stanzia un milione euro per potenziare proprio l’attività di riconoscimento delle pratiche di cittadinanza dei venezuelani. Il tutto a testimonianza di un lungo e forte legame che proprio grazie a Fratelli d’Italia non si è mai spezzato.
Art. 13
(Deroga delle norme in materia di riconoscimento delle qualifiche professionali sanitarie)
1. Per la durata dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, in deroga agli articoli 49 e 50 del decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999 n. 394 e successive modificazioni, e alle disposizioni di cui al decreto legislativo 6 novembre 2007 n. 206 e successive modificazioni, è consentito l’esercizio temporaneo di qualifiche professionali sanitarie ai professionisti che intendono esercitare sul territorio nazionale una professione sanitaria conseguita all’estero regolata da specifiche direttive dell’Unione europea. Gli interessati presentano istanza corredata di un certificato di iscrizione all’albo del Paese di provenienza alle regioni e Province autonome, che possono procedere al reclutamento temporaneo di tali professionisti ai sensi degli articoli 1 e 2 del decreto legge 9 marzo 2020, n. 14.