Fiano, quello che diceva “fascisti” alla Meloni e ai giovani di FDI

C’è stata bagarre nell’Aula della Camera prima che inizasse l’esame della Manovra. La seduta è stata sospesa, e il presidente Roberto Fico ha convocato al conferenza dei capigruppo. Emanuele Fiano (Pd) si è mosso in modo minaccioso verso i banchi della presidenza, sbattendo sui banchi del governo un fascicolo di emendamenti. A quanto pare il fascicolo ha colpito alla testa il sottosegretario Massimo Garavaglia. “Mi scuso – ha detto Fianoprendendo la parola – perché mi hanno riferito che lanciando il testo della manovra ho colpito il sottosegretario. Non si deve mai fare una cosa del genere”.

Peccato che Fiano, campione dell’antifascismo del Partito Democratico, si sia comportato in questo frangente in maniera davvero poco egregia, facendosi trattenere da commessi e colleghi di partito, mentre tentava di scagliarsi verso i banchi del Governo che sicuramente ha le sue colpe in merito a come sta presentando e imponendo questa manovra, ma che merita comunque il rispetto delle Istituzioni.

Soprattutto, stiamo parlando quel deputato del PD che a settembre aveva attaccato i giovani di Fratelli d’Italia, per la “la propria frustrazione di essere nipotini dei fascisti”, a causa di un manifesto goliardico lanciato in occasione della nuova edizione di Atreju. Lo stesso Fiano che aggiungeva in quell’occasione, degli insulti gratuiti a Giorgia Meloni, facendo riferimento a “ritocchi con photoshop” sui suoi manifesti.

Non si può predicare democrazia agli altri e comportarsi poi così in aula.

 

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