Fico presidente per il post De Luca? La Campania non merita tale iattura

La Campania è nuovamente al centro del dibattito politico e ambientale. Roberto Fico, ex presidente della Camera e figura di spicco del Movimento 5 Stelle, ha ufficializzato il suo ingresso nella corsa per le Regionali 2025, lanciando un messaggio chiaro: l’inceneritore di Acerra deve essere chiuso.

Una affermazione che trasuda della classica demagogia dei pentastellati e che se attuata farebbe sprofondare il ciclo integrato dei rifiuti in una situazione ancora peggiore di quella che lascia in eredità il governatore De Luca.
De Luca, nel suo stile propagandistico, ha recentemente dichiarato che la quarta linea dell’inceneritore “non si farà”, ma i cittadini non si fidano più delle sue parole. Dopo due mandati e una regione ancora soffocata da discariche abusive, roghi tossici e impianti obsoleti, è evidente che serve un cambiamento radicale.

Basta slogan, servono azioni concrete. La Campania non può più permettersi di rimanere ostaggio di interessi politici e giochi di potere sulla gestione dei rifiuti. La proposta di Fico riapre il dibattito su modelli alternativi di smaltimento, come il potenziamento del riciclo, il compostaggio e l’investimento su tecnologie pulite. Ma senza una volontà politica forte, il rischio è che si continui a inseguire soluzioni emergenziali senza una vera programmazione.

Inutile dire che la Campania merita un presidente che guardi avanti, che metta la salute e il benessere dei cittadini al primo posto. Il tempo delle promesse elettorali è finito, è il momento di scegliere se continuare a subire il degrado o voltare pagina verso un futuro più sostenibile.
intanto, una data certa per le elezioni regionali in Campania ancora non c’è. Si sa però che il voto sarà in autunno, quindi dal 21 settembre in poi, giorno in cui peraltro terminano i cinque
anni esatti dall’elezione di De Luca. Che a sua volta attende che la Consulta si esprima sul ricorso presentato dal governo contro il terzo mandato per sapere se sarà candidato oppure no.

Prima dell’estate, la Corte dovrebbe be esprimersi. È probabile che i giudici daranno il loro parere in tempo utile per il voto. Poi comincerà la corsa per preparare le liste. Con l’estate di mezzo. Insomma, il tempo è già pochissimo. Ecco perché, aspettando la decisione che riguarderà il presidente uscente, è già bagarre di indiscrezioni, boatos, totonomi; un turbillon di “si dice” e di cosiddetti «candidati in pole». 

In casa Pd, però, il problema è duplice. Perché se i dem non trovano un’intesa con il governatore — sempre più difficile con il passare dei giorni — il Partito democratico dovrà vedersela alle elezioni sia con quel pezzo di centrosinistra che sosterrà il governatore uscente — o il suo vice, Fulvio Bonavitacola —, che col centrodestra. 

Da qui la girandola di candidati, più o meno possibili, che impazza quotidianamente. Fosse per Schlein e Conte, il candidato ideale per le Regionali sarebbe Gaetano Manfredi, il sindaco di Napoli e presidente dell’Anci, che con Conte era ministro dell’Università e che a Palazzo Santa Lucia potrebbe esportare quel modello di «campo largo» con cui governa Palazzo San Giacomo. Ma Manfredi — e lo ribadisce in ogni contesto — non ne vuol sapere. Ma non solo. Perché il sindaco napoletano non intende intestarsi alcuna candidatura contro De Luca. Però, è senza dubbio ben disposto a sostenere Roberto Fico, ex presidente della Camera, che dal suo partito, il M5S, ha avuto il via libera al terzo mandato prima di «annunciarsi».

Fico, si racconta, si sente «in credito» con Pd e M5S. Era infatti lui il candidato in «pectore» dell’allora “campo largo” per il Comune di Napoli prima che la scelta ricadesse su Manfredi. Ma per candidarsi, avrebbe dovuto dimettersi 6 mesi prima da Montecitorio. Era la primavera del 2021, ma all’epoca — governo Draghi — gli equilibri istituzionali erano complessi e Fico non poté lasciare la terza carica dello Stato. Passato il treno per Napoli, quindi, sarebbe rimasto 5 anni fermo ai box. Ecco perché le possibilità di spuntare la candidatura, sostenuto anche dal campo largo napoletano di Manfredi ci sono tutte.

Anche se va detto che nel suo partito c’è anche l’ex ministro Sergio Costa, napoletano pure lui, a disposizione per essere in campo, come ipotesi di riserva. Nel centrosinistra — uscente in Campania, ma con De Luca — la decisione sarà figlia di intese nazionali tra Schlein e Conte. Ma a tutt’oggi, lo scenario che va prefigurandosi è ancora a dir poco confuso. Uno scenario, quest’ultimo, che potrebbe aprire una prateria per il centrodestra unito e compatto.

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Giovanni Curzio
Giovanni Curzio
Giovanni Curzio, 21 anni, napoletano, studente alla facoltà di Giurisprudenza della Università degli Studi Suor Orsola Benincasa. Da sempre è appassionato di giornalismo sia di cronaca che sportivo. Collabora anche con agenzie di stampa ed emittenti radiofoniche e televisive della Campania.

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