La liberazione di Cecilia Sala è solo l’ultimo di una serie di successi diplomatici del Governo italiano guidato dal centrodestra e da Giorgia Meloni. Il Presidente del Consiglio, in questi due anni, ha saputo costruire una nuova immagine dell’Italia, tenendo bilaterali con le più importanti personalità del globo e riuscendo spesso a convincere i suoi interlocutori della bontà delle proprie tesi. Anche e soprattutto questo è servito a risolvere situazioni oggettivamente complicate, che fanno sorgere quesiti più che legittimi: cosa sarebbe successo, se al governo ci fosse stato qualcun altro?
Non a caso, anche numerosi esponenti di sinistra hanno riconosciuto i meriti dell’esecutivo nella risoluzione di quella che il Financial Times ha definito come la “sfida diplomatica più dura da quando” Giorgia Meloni “ha assunto l’incarico”. Da Schlein a Conte, da Renzi a Calenda, i maggiori esponenti politici delle opposizioni hanno riconosciuto che il rientro di Cecilia Sala in Italia è frutto di un intenso lavoro diplomatico portato avanti dal governo con assoluto riserbo, lontano dai riflettori. Diplomazia e intelligence, coordinate verso un risultato arrivati nel giro di pochi giorni.
Gli altri risultati: Chico Forti e Patric Zaki
Non è la prima volta che il governo riesce a vincere una sfida diplomatica così significativa. Andando a ritroso, si incontra la liberazione di Chico Forti, ex velista e produttore televisivo arrestato e incarcerato a Miami dal 1998 per essere stato accusato di aver accusi Dale Pike, figlio di Anthony, con il quale l’italiano stava trattando per l’acquisizione di un hotel. A marzo 2023 arrivò l’annuncio, totalmente a sorpresa, da parte del presidente del Consiglio Meloni, direttamente da Washington, dove si tenne uno dei primi incontri con il presidente statunitense Joe Biden. Il 18 maggio Forti rientrò il Italia, a Pratica di Mare, riuscendo il governo a portare a casa un risultato che in tanti avevano provato a raggiungere (da Conte a Letta, da Di Maio a Renzi) ma invano. E con lo stesso sforzo diplomatico, Meloni riuscì a riportare in Italia anche Patrick Zaki, lo studente e attivista egiziano che nel 2019 stava frequentando un master universitario a Bologna. Fu bloccato e arrestato dalle autorità egiziane a causa di un suo articolo sulla persecuzione dei cristiani copti in Egitto. Anche in questo caso, anni di governi di centrosinistra non portarono nessun risultato e quando Giorgia Meloni incontrò il presidente egiziano al-Sisi nel novembre 2022, l’opposizione fu prontissima a criticarla accusandola di mettere l’interesse economico davanti ai diritti umani. Ma soltanto alcuni mesi dopo arrivò la notizia: Zaki era stato graziato da al-Sisi e riuscì tornare in Italia.
Esiti eccezionali
Un esecutivo, insomma, costellato da successi diplomatici. Ce ne sarebbero ancora altri da elencare: il nuovo peso dell’Italia in Europa, che convince la Ue a firmare i trattati con Tunisia ed Egitto, a cambiare opinione sull’immigrazione rafforzando i confini esterni, a proporre nuovi rapporti con l’Africa sulla base del Piano Mattei, a nominare un italiano, Raffaele Fitto, come nuovo vicepresidente esecutivo della Commissione europea. Giorgia Meloni ha convinto l’Ungheria a inviare nuovi aiuti a Kiev, con il veto di Orban che bloccava la procedura comunitaria. Durante il G7, un Pontefice ha partecipato ai lavori per la prima volta e i sette grandi hanno sostenuto ancora l’Ucraina sbloccando gli asset russi congelati. E ancora i dialoghi fondamentali aperti con Stati quali la Cina e l’India. Niente male per un governo che si credeva destinato a cadere in poche settimane…