Giorgia Meloni scende in campo per l’Europa. Lo fa come farebbe un buon leader, mettendoci la faccia. L’annuncio è arrivato dal palco della sala Milano 1848, a conclusione dell’ultima giornata della Conferenza programmatica di Fratelli d’Italia svolta a Pescara. Una Conferenza con cui il partito, proprio come due anni fa a Milano prima dell’ascesa a Palazzo Chigi, ha voluto tracciare la direzione verso cui la destra dovrà orientarsi nel governo della nuova Europa che nascerà dal voto dell’8 e del 9 giugno. Un’“occasione storica, dalla quale passa il destino della nostra Nazione e del Continente”. Bisogna “spostare l’asse delle scelte europee a destra per ravvicinare l’Europa ai suoi popoli”: questo l’obiettivo del Presidente del Consiglio, che ha annunciato la sua candidatura dopo un lungo intervento conclusivo con cui ha posto le basi per la prossima Europa. Guiderà le tutte le circoscrizioni italiane nelle liste di Fratelli d’Italia, richiamando la serietà del lavoro dei suoi, con l’intento di voler allargare anche all’Europa le conquiste arrivate in Italia grazie al suo Governo. Una bolgia la sala Milano 1848: “Il potere non mi imbriglierà, il palazzo non mi isolerà. Mi interessa solo il giudizio dei cittadini, che rispetto e rispetterò sempre”.
“Le balle della sinistra non hanno funzionato”
Bisogna difendere sempre le eccellenze, la sovranità, le competenze dell’Italia. Bisogna farlo da destra, unita e fondamentale, con un monito ben preciso: mai con la sinistra. “Quando noi diciamo ‘mai con la sinistra’ non stiamo utilizzando uno slogan buono da campagna elettorale ma da buttare il giorno dopo, parliamo di qualcosa che è nel nostro DNA. Vale a Roma e vale a Bruxelles, non ci interessa stare con tutti o dove stanno tutti”. Un monito rispettato in Italia e fondamentale in Europa: Fratelli d’Italia non si schiererà mai con chi ha rischiato di compromettere irrimediabilmente il futuro della nostra Nazione, seguendo le ideologie progressiste e le derive green. È dunque chiaro: “Vogliamo mandare la sinistra all’opposizione anche in Europa, come in Italia”. E ancora Meloni: “Non tradiremo quei milioni di italiani che si sono rifiutati credere alle menzogne della sinistra e dei suoi menestrelli, con il campionario delle balle spaziali propagandate dentro e fuori i confini nazionali, anche a rischio di danneggiare l’Italia”. E poi l’avvertimento alla sinistra: “Non ha funzionato e non sta funzionando”.
Italia ritorna protagonista in Europa
Grazie a Giorgia Meloni, “possiamo dire con molto orgoglio che l’Italia è tornata, dopo gli anni del servilismo di certa sinistra”. È tornata leader in Europa, apripista in tantissimi settori strategici per la nostra economia. È tornata protagonista nel Mediterraneo, riprendendo con consapevolezza quel mare che gli appartiene. È tornata in Africa, con il Piano Mattei, il più grande piano di investimenti e di sviluppo per un Continente fin troppo bistrattato negli ultimi secoli. E per questo, è fondamentale continuare su questa scia, proponendo una nuova Europa che viri a destra sulle questioni principali, contro le derive ecologiste perché “non c’è ecologista migliore di un conservatore”. Derive che hanno messo a repentaglio la nostra economia, che hanno messo a rischio persino la stessa umanità, sostenendo che fare figli è un malus perché le nuove vite inquinano.
Una storia che viene da lontano
Si capisce, dunque, che l’intento di Giorgia Meloni è di costruire una nuova Europa che non sia ideologica, che si apra la dialogo e soprattutto torni centrale nelle questioni internazionali. Per farlo, lo snodo dell’8 e del 9 giugno sarà fondamentale. Fratelli d’Italia sarà centrale in questo processo, come centrale sarà il gruppo europeo dei Conservatori e dei Riformisti presenziato dalla stessa Giorgia Meloni. Il cambiamento arriverà dopo il voto, nonostante i detrattori, che da sinistra, come sempre è accaduto, scommettono contro la buona riuscita elettorale del primo partito della Nazione. È una storia che viene da lontano: nel 2014, ha ricordato Meloni, Fratelli d’Italia non supererò la soglia di sbarramento per accedere al Parlamento europeo; nel 2019, la conquista del 5,6% dei consensi permise ai patrioti di entrare nelle Istituzioni comunitarie. Ora, nonostante tutte le voci contrarie, Fratelli d’Italia “rischia” seriamente di riformare l’intera Europa. “Non è frutto del caso, non è stata fortuna” ha detto Meloni, che ha decretato: “È stata ostinazione”. La conquista di Palazzo Chigi e gli storici risultati alle urne non saranno un punto d’arrivo: è un traguardo che, ha concluso Meloni, “dobbiamo continuare a meritare”. Con il lavoro e la serietà.