Giornata del Tricolore: la storia di un simbolo di orgoglio ed amore

“La bandiera dei tre colori è sempre stata la più bella”: questi versi, scritti da Francesco Dall’Ongaro, sono l’inizio di una delle canzoni patriottiche più conosciute ed amate. Una canzone
del 1848 evidentemente dedicata al Tricolore, di cui il 7 gennaio – come stabilito dalla legge 671
del 31 dicembre 1996 – si celebra l’anniversario della nascita: il vessillo infatti, nato come bandiera militare nel 1796 dopo alcuni anni dalla diffusione (nel 1789) di coccarde con i tre colori nazionali, viene ufficialmente riconosciuto come simbolo della Repubblica Cispadana il 7 gennaio 1797, quando su proposta del deputato Giuseppe Compagnoni viene decretato “che si renda universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di tre colori verde, bianco e rosso, e che questi tre colori si usino anche nella Coccarda Cispadana, la quale debba portarsi da tutti”. Nel 1848 il Tricolore diventa la bandiera ufficiale del Regno di Sardegna e successivamente, dopo la proclamazione del Regno d’Italia il 17 marzo 1861, viene utilizzato come vessillo nazionale, le cui caratteristiche sono poi normativamente fissate nella legge 2264 del 1925.

Citata con poetico ardore nel Canto degli Italiani da Goffredo Mameli (“Raccolgaci un’unica bandiera, una speme”), la bandiera italiana “è stata prima dell’unità espressione delle speranze e
degli eroismi di un popolo diviso e da simbolo di riscossa – si legge sul sito del ministero della
Difesa – è divenuta emblema di libertà conquistata con il sacrificio di molti”. Quel primo Tricolore dunque, assurto a simbolo di libertà, patriottismo e identità, passerà attraverso i secoli per arrivare fino ai nostri giorni. Portata fieramente da quanti hanno saputo e voluto rappresentare l’Italia anche nei momenti più difficili della sua storia, la bandiera tinta di bianco, rosso e verde è stata riconosciuta come quella ufficiale della Repubblica italiana prima con il decreto legislativo presidenziale del 19 giugno 1946 ed in seguito con la conferma dell’Assemblea Costituente nella seduta del 24 marzo 1947 e con l’inserimento della stessa nell’articolo 12 della Costituzione.

A proposito del significato dei tre colori sono state date varie spiegazioni: secondo alcuni il verde,
accostato all’asta su cui si issa la bandiera, rappresenta la speranza di unità e libertà della Nazione, mentre il bianco è simbolo di fede e il rosso di amore. Un’altra interpretazione è quella che identifica il verde con il colore dei prati e della nostra tipica macchia mediterranea, il bianco con la neve e i ghiacciai alpini e il rosso con il sangue di coloro che si sono sacrificati per l’Italia.
Vale infine la pena, a conclusione di queste righe, proporre uno spunto di riflessione sintetizzato in
una domanda: ha ancora senso celebrare il Tricolore in un’epoca come quella attuale, in cui parlare di identità sembra quasi essere, per i molti che si fanno sacerdoti di un mondo globalista e senza radici, una colpa? La risposta è decisamente ed indiscutibilmente sì. Ed il motivo, con l’efficacia simbolica delle immagini, è tutto in una evocativa fotografia di qualche anno fa, che ritrae un uomo in divisa che, sulla sua sedia a rotelle, bacia la bandiera consegnatagli dal presidente della Repubblica. È la Medaglia d’Oro al Valore militare Gianfranco Paglia, che con quel gesto commosso e commovente, ha dimostrato il valore eterno di un messaggio che chiunque ami l’Italia non può che condividere: dobbiamo essere orgogliosi della nostra bandiera e dobbiamo portarla nel cuore con onore.

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Cristina Di Giorgi
Cristina Di Giorgi
Cristina Di Giorgi, due volte laureata presso l'università La Sapienza di Roma (in giurisprudenza e in scienze politiche), è giornalista pubblicista e scrittrice. Collabora con diverse testate e case editrici.

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