Gli scafisti minacciano Meloni: ecco perché l’accordo con Tirana dà fastidio

Forse è brutto e un po’ crudo da dire, ma le minacce rivolte a una persona sono spesso indicatori del fatto che quella persona sta lavorando bene e che, con il suo agire, sta mettendo i bastoni fra le ruote a chi invece avrebbe desiderato che le cose fossero rimaste così come sono sempre state. Perciò, le minacce dei trafficanti di esseri umani rivolte al presidente del Consiglio Giorgia Meloni indicano che il loro business è in difficoltà, risente grandemente dei colpi inferti dall’esecutivo e dalle sue politiche contro l’immigrazione clandestina. Se le teorie no-border dei progressisti di tutta Europa sono state un favore, per non dire complici, dei profitti delle mafie nel Mediterraneo, gli accordi con i Paesi di origine e di transito hanno rallentato le attività losche per mare e nel deserto africano: sono migliaia i contrabbandieri fermati di fronte alle coste di Tunisia e Libia. E infatti già all’epoca dei primi Memorandum, nel luglio del 2023, qualcuno iniziò a storcere il naso.

Sulla strada giusta

La grande mobilitazione della sinistra in tutte le salse (quella politica, sempre più debole; quella delle Ong e delle “organizzazione umanitarie” che certo non si limitano a soccorrere i migranti ma a trasportarli dove dicono, anzi pretendono loro; quella giudiziaria, tramite magistrati politicizzati e sentenze del tutto discutibili; in parte anche quella sindacale, con scioperi e proteste che poco hanno a che fare con il mondo del lavoro) si è inasprita quando è entrato veramente in funzione l’accordo siglato tra Italia e Albania. Un accordo unico nel suo genere, il primo di un nuovo modello a cui l’Europa e i suoi Stati membri hanno espresso l’intenzione di ispirarsi: con l’arrivo dei migranti al di fuori dei confini europei, si elimina quel grande incentivo che mobilita migliaia di africani, ossia l’ingresso in Europa, dove i più fortunati possono eludere i controlli e far disperdere le proprie tracce. Arrivando in Albania, e in generale al di là dei confini europei, i migranti sono meno incentivati a partire e i profitti dei trafficanti calano: ecco, dunque, perché il modello Albania funziona. Ed ecco anche perché crea l’ira di chi lucra sui viaggi dei clandestini. Parliamoci chiaro: il business che si cela dietro i flussi migratori illegali è enorme e vi attingono un numero indefinito di persone. Contrastandolo, come un buon Governo dovrebbe fare, Giorgia Meloni si sta mettendo contro un intero sistema, che vede calare i suoi guadagni. Ecco, allora, da dove arrivano le minacce ed ecco perché indicano che l’esecutivo è sulla buona strada. “Sono convinta – ha detto Giorgia Meloni ieri a Porta a Porta – che la ragione per cui si sta facendo qualsiasi cosa possibile per bloccare il protocollo con l’Albania, è che è la chiave di volta per bloccare le migrazioni irregolari”. È dunque la paura di perdere quel sistema ben oliato di sfruttamento delle leggi italiane e internazionali, sui cui i trafficanti lucrano, a farli imbestialire: sovraccaricano i barconi per attirare prima i soccorsi, e per lo stesso motivo vogliono che bambini e donne incinte siano incentivate a partire. Inculcano nei migranti l’idea che l’accoglienza e specialmente il mantenimento sono atti dovuti dal Paese ospitante. Decidono arbitrariamente chi può entrare e chi no in Europa, sostituendosi ai Governi sovrani e ai cittadini che li hanno eletti. Con la destra al Governo, l’Italia ha smesso di farsi dettare le politiche migratorie dai criminali del Mediterraneo.

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1 commento

  1. Ma signori! Il traffico di stupefacenti rende molto ma è anche molto, molto rischioso. Se ti beccano, difficile che scenda in campo qualcuno a difenderti. Molto meglio trafficare in esseri umani, male che vada, trovi sempre qualche sinistroide che ti para il cu…(per)..lo con la scusa dei migranti. E, se ti va bene, ti fanno pure parlamentare europeo con Ilaria e Carola. C’erano una volta le “cooperative rosse”, poi sono arrivate le “toghe rosse”, poi le “onlus rosse” e le “ONG rosse”, ora abbiamo la “mafia rossa”! Ma perché non facciamo un bel centro di accoglienza a LUGANO con servizio aereo Africa-Svizzera? Sai quante vite umane si salverebbero? “Lugano addio” cantavi….

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