Il Dipartimento di Stato americano, avrebbe accusato Mosca di aver utilizzato armi chimiche a base di “Cloropicrina” durante l’invasione dell’Ucraina: secondo quanto riportato dal National Institute of Health degli USA, la sostanza in questione potrebbe essere usata sia come pesticida, sia come una vera e propria arma.
Dimitri Peskov, Portavoce di Vladimir Putin e diplomatico russo, non ha perso tempo nel rigettare quanto stabilito dagli Stati Uniti d’America, affermando che la Russia stia continuando a rispettare le norme del diritto internazionale e che queste accuse siano infondate: per pronunciare certe parole ci vuole il phisique du role, specialmente quando si associa il Cremlino al Diritto internazionale.
Peraltro se la Russia avesse rispettato le regole, a quest’ora non si sarebbe verificato un conflitto d’ampia portata nel territorio ucraino, mentre la fattualità degli eventi dimostra tutto il contrario.
Da un’oligarchia improntata al controllo maniacale, non ci si può di certo aspettare nient’altro che la negazione degli argomenti: l’ultimo arresto del giornalista Sergehi Mingazov sulla strage di Bucha dimostra esattamente di cosa sono capaci gli organi di censura russi.
Peraltro, la Russia a quanto pare sembra sostenere di non essere più in possesso di un arsenale chimico militare: questo però fa presagire che in passato ce ne sia stato uno, dunque chi può rassicurarci realmente sul fatto che non esistano più armi chimiche in grado di compiere un terrificante sterminio.
Ogni tanto ne esce fuori una, considerando anche la campagna di disinformazione russa e la mancante limpidezza degli apparati statunitensi, da tempo protetti dalla debole egida del Presidente Joe Biden, più che mai in difficoltà davanti alle sfide globali: per fortuna l ‘Occidente è composto da più paesi e continenti. Così come non tutti i dem americani si sono rivelati incompetenti nel corso della storia, basti pensare a John Fitzgerald Kennedy.
A proposito di America, il fatto che Joe Biden non dimostri affatto le doti diplomatiche adeguate per un Premier , non vuol dire che gli USA siano interamente composti da personalità totalmente sprovvedute e prive di coscienza: il problema è che per l’ennesima volta nel corso della storia, i democratici dimostrino un’abilità inesistente nel gestire questioni di rilievo internazionale.
Ne abbiamo anche per la Russia, sia ben chiaro: tra un Putin sempre più tarantolato ed un Dimitri Peskov con le crisi mistiche da martire politico, che nel frattempo cerca di nascondere misfatti clamorosi sotto un tappeto bianco di lino, non si sa veramente come il Cremlino riesca a difendere la propria campagna propagandistica e militare.
D’altronde si sa, “Il sonno della ragione genera mostri” e a proposito di spettri, ancora non sembrano esserci chiarimenti reali da parte del Cremlino e dai suoi organi d’informazione, su tutte le condanne contro i dissidenti russi, rei di aver destabilizzato le politiche del grande fratello eurasiatico (ormai più asiatico che europeo, per via delle sue scelte).
Qualcuno certamente si chiederà:” Ma come fa uno stato come la Russia a dare delucidazioni su un caso di questa portata?” la risposta in realtà è piuttosto semplice e banale: dimostrando con i fatti e con prove inoppugnabili di non aver utilizzato sostanze chimiche per attaccare il fronte ucraino.
Certo, per il momento sulle armi chimiche ci sono “solo” accuse, ma non ci sarebbe nulla di strano se, dopo un’ulteriore analisi approfondita, si scoprisse la veridicità delle fonti statunitensi.