Incentivare lo sviluppo agro-silvo-pastorale per frenare l’abbandono del territorio, questo l’obiettivo del Protocollo d’intesa presentato nella sede del Ministero dell’Agricoltura e firmato ieri dal ministro Francesco Lollobrigida e il commissario alla ricostruzione, Guido Castelli. Lo scopo dell’accordo è dunque quello di dare una nuova possibilità di vita alle zone colpite dal sisma del 2016, contrastando lo spopolamento e migliorando la qualità abitative. Alla firma, sono intervenuti Guido Castelli, Commissario straordinario del Governo, l’Onorevole Paolo Trancassini, il sottosegretario Patrizio Giacomo La Pietra. Presenti anche i presidenti della Regione Umbria, Donatella Tesei e delle Marche Francesco Acquaroli. Nelle zone del cratere, tra Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, è sorto il Laboratorio Appennino centrale, individuato dal Masaf come territorio idoneo nel quale applicare misure di integrazione uomo-natura, attraverso iniziative volte a rendere economicamente e socialmente conveniente tornare a utilizzare le risorse in forma produttiva, e non più solo assistenzialistica, attraverso la sperimentazione di misure specifiche utili anche per aggiornare e integrare la politica agricola comune, per il territorio italiano.
Il Laboratorio Appennino centrale è un modello di sviluppo sostenibile riconosciuto a livello internazionale, fondato sul principio di equilibrio tra uomo e natura, che si sta sviluppando nei territori colpiti dal sisma del 2016. Questo modello pone le sue basi su una strategia, attuata attraverso una governance multilivello, che prevede da un lato la realizzazione della ricostruzione materiale, attraverso tecnologie e modalità innovative e dall’altro, la riparazione economica e sociale delle comunità del cratere. Entrambe le funzioni sono state affidate dal Governo Meloni al Commissario Straordinario al sisma 2016, Guido Castelli, per ricreare quelle condizioni di vita che consentano di contrastare il fenomeno dello spopolamento.
Grazie al Protocollo d’intesa, si potranno costituire e promuovere incontri e forme di partecipazione con gli enti, comunità locali e imprese, per rilanciare economicamente e socialmente l’area del cratere attraverso lo sviluppo di attività agro-silvo-pastorali. Evidenziare le potenzialità dei territori, nell’adattamento ai cambiamenti climatici è la chiave per contrastare lo spopolamento. In questo senso l’accordo, rappresenta una valida strategia di rilancio economico e sociale.
“Il nostro ministero, ha detto il ministro Lollobrigida, è coinvolto direttamente perché le attività agro-silvo-pastorali, le attività economiche di valorizzazione delle produzioni, sono decisive per poter di nuovo antropizzare aree che hanno visto con la scomparsa dell’uomo anche la scomparsa della manutenzione del territorio con relativi danni per l’economia”. Inoltre il ministro, durante il suo intervento, ha sottolineato l’importante lavoro svolto dal Commissario Castelli, per il rilancio e la ricostruzione delle zone colpite dal terremoto del 2016, che meritano l’attenzione che il Governo e le Istituzioni stanno dando, non solo per ricostruire gli edifici ma per garantire la riparazione della rete economica e sociale delle comunità del cratere.
Conservare una tradizione millenaria ed evitare l’abbandono del territorio
Evitare lo spopolamento, è la sfida principale che il Protocollo si è posto. ‘’Il settore agroalimentare sta riscontrando delle importanti difficoltà – ha spiegato Castelli- tra cui l’aumento dei costi di produzione, delle tariffe energetiche e gli effetti dei cambiamenti climatici. Criticità che nell’Appennino centrale, sono accentuate dal crescente spopolamento, accelerato dai terremoti degli ultimi anni. Lo sviluppo del settore agro-silvo-pastorale, che qui rappresenta una tradizione millenaria, potrà contribuire a frenare l’abbandono del territorio. Maggiore è lo spopolamento infatti e maggiore è l’estensione della aree incolte e boscate, che ormai ricoprono il 70% della superficie totale, con conseguenze negative per la biodiversità, il paesaggio e per la sicurezza.’’ L’obiettivo in questo senso, è quello di promuovere e valorizzare Regioni che hanno un grande potenziale.
Anche il Presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli vede il protocollo come una valida strategia di rilancio, anche dal punto di vista occupazionale, per permettere ai giovani di recuperare una prospettiva ‘’un occasione importante per mettere in campo una serie di strategie e di priorità che riportino economia, occupazione, soprattutto alle nuove generazioni che hanno bisogno di recuperare una prospettiva occupazionale.’’