Green-gate, FdI ed Ecr chiedono una commissione d’inchiesta: è solo la punta dell’iceberg?

Il green-gate è ormai esploso. L’Unione europea ha sborsato fondi comunitari in favore di lobby e ong, al fine di promuovere le politiche dell’ex commissario Frans Timmermans. Dal Parlamento europeo, tra le file dei socialisti, c’è anche chi lo difende, spiegando che finanziare ong è una prassi che viene usata spesso e che bisogna comunque ascoltare le ragioni di tutti, anche delle lobby. Ma le destre continuano a storcere il naso perché cercare di influenzare la popolazione e i politici su misure ancora non adottate e figlie chiaramente di un’ideologia utilizzando fondi pubblici, non sembra essere qualcosa di giusto.

Così Fratelli d’Italia si fa portavoce, all’interno del Parlamento europeo così come in quello italiano, delle istanze dei cittadini perbene, specialmente di quelli che hanno sofferto più di tutti le folli misure contenute nel Green Deal, come gli agricoltori. I capigruppo alla Camera e al Senato, Galeazzo Bignami e Lucio Malan, hanno già annunciato che chiederanno un’interrogazione parlamentare, mentre all’Europarlamento ieri è intervenuto Carlo Fidanza, capo-delegazione di Fratelli d’Italia e vicepresidente del partito dei Conservatori e dei Riformisti europei (Ecr) chiedendo l’istituzione di una commissione d’inchiesta: “Ieri – ha detto davanti ai colleghi – abbiamo avuto notizie di stampa, e poi la conferma inquietante del Commissario Serafin, che la scorsa legislatura ci sono state delle risorse pubbliche, oltre 700mila euro, usate per convincere membri di questo parlamento a favore delle follie green volute da Timmermans. Saremmo di fronte a un green gate.

Proporremo una Commissione d’inchiesta per fare piena luce”.

È solo la punta dell’iceberg?

C’è chi dice che sotto sotto, ce lo potevamo aspettare. Cioè, essendo di fronte a organizzazioni ambientaliste spesso estremiste, essendo nata un’ideologia forte nei modi, fanatica, una di quelle che ‘se non la pensi come noi, sei un fascista’, qualcuno già sospettava che si nascondeva qualcosa di losco e di subdolo. Nel corsivo di Pier Luigi del Vescovo sul Giornale di oggi, l’autore fa riferimento a uno studio risalente al 2021 di una lobby, la Transport and Environment, secondo cui per convincere gli europei utilizzare le macchine elettriche, c’era da mettere fuori legge quelle a combustione. Poco dopo arrivò la decisione della Commissione: fine dei motori a scoppio dal 2035. E infine il richiamo alla celebre frase di Craxi che il socialista pronunciò a Di Pietro: “Non lo vedeva solo chi non lo voleva vedere”.

Per chiedere una commissione d’inchiesta servono i voti favorevoli di un quarto dei deputati più la maggioranza dei capigruppo. Una necessità, perché la notizia lanciata l’altro giorno dal De Telegraaf potrebbe essere soltanto la punta dell’iceberg. A Libero lo stesso Fidanza ha spiegato come potrebbe muoversi questa commissione: “In prima battuta vogliamo sapere quanti soldi sono stati dati, a quali associazioni e come sono stati spesi. E ancora su chi è stata fatta questa operazione di lobbying. Questo perché negli articoli pubblicati, si ipotizza l’esistenza di veri e propri dossier compilati dalle Ong green per relazionare i funzionari della Commissioni su chi è stato contattato e sulle relative intenzioni di voto. Se anche queste notizie trovassero conferma, la situazione sarebbe ancora più grave”. Bisogna trovare la verità anche perché non Timmermans, ma i suoi eredi siedono ancora a Bruxelles: “Se emergesse una condotta non ortodossa dovrebbero essere rimossi dal loro ruolo”.

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