Il giudice Apostolico continua a rimanere in cima alle notizie di cronaca, non solo per il video virale sul web che la ritrae in una manifestazione pro-migranti e contro-Salvini nel 2018.
Non bastava aver disapplicato il decreto governativo in materia già una volta. L’11 ottobre, con una seconda sentenza, ha ribadito l’illegittimità del decreto del governo come nella sua prima ordinanza e non ha convalidato i trattenimenti nel centro per richiedenti asilo di Pozzallo disposti dal questore di Ragusa nei confronti di quattro migranti tunisini.
Arrivano così a quota due i provvedimenti presi nella stessa direzione dalla Apostolico, ai quali si aggiungono quelli di un altro giudice di Catania, Rosario Cupri, che sia domenica scorsa non aveva convalidato sei trattenimenti sia oggi -13 ottobre- non ha convalidato il trattenimento di altri cinque migranti a Pozzallo disposto dal Questore di Ragusa, emulando l’operato della collega.
Come si legge in uno dei provvedimenti in cui viene negata la convalida del trattenimento, la Apostolico scrive: “Il richiedente non può essere trattenuto al solo fine di esaminare la sua domanda e, come già affermato da precedenti decisioni di questo tribunale, il trattenimento di un richiedente protezione internazionale per le direttive europee, costituendo una misura di privazione della libertà personale, è legittimamente realizzabile soltanto in presenza delle condizioni giustificative previste dalla legge”. La giudice ribadisce inoltre, come già scritto in altre ordinanze, che lo status di richiedente asilo si assume con la manifestazione della volontà di invocare la protezione e nei 4 casi trattati tale volontà è stata espressa già a Lampedusa. A Pozzallo, infatti, i profughi tunisini si sono limitati a ribadire quanto chiesto sull’isola al loro arrivo: per cui per legge la cosiddetta procedura di frontiera non può essere loro applicata e quindi il trattenimento decade.
La risposta del Governo
La questione, oramai non più isolata, ha sollevato comprensibilmente l’attenzione da parte delle istituzioni.
“Non conosco questi ultimi provvedimenti nel dettaglio e non do giudizi sommari su procedimenti giudiziari, ma valuteremo e impugneremo”, ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a proposito dei nuovi provvedimenti della giudice del tribunale di Catania Iolanda Apostolico. “Siamo profondamente convinti-ha aggiunto-che i provvedimenti del governo sono legittimi e rispettosi della cornice giuridica. Il tema del trattenimento al solo scopo dell’identificazione e di fare procedure accelerate alla frontiera è un tema cardine dell’attuale e futura normativa europea, con l’approvazione del Patto di migrazione e asilo”.
Anche Antonella Zedda, vicecapogruppo di FdI al Senato ha commentato la vicenda: “Sull’immigrazione in Italia esistono due fronti contrapposti: da un lato il governo Meloni, che attraverso le nuove normative espelle immigrati clandestini con divieti di ingresso e sgomina bande di scafisti, come avvenuto nelle ultime ore grazie al lavoro della squadra mobile di Trapani; dall’altro una certa magistratura politicizzata, che disapplica le leggi per impedire l’immigrazione illegale di massa rimettendo in libertà immigrati clandestini arrestati. È quanto ha fatto oggi, di nuovo, la giudice del tribunale di Catania Iolanda Apostolico. Gli italiani, stanchi di avere città poco sicure e di doversi sobbarcare il carico di un’accoglienza impossibile, sanno da quale parte stare”.
Le conseguenze della prima sentenza Apostolico
Eppure, qualche indizio sul fatto che la decisione del 29 settembre, presa in contrasto con il decreto Cutro non fosse poi così efficace c’era, dal momento che si sono già perse le tracce di alcuni dei clandestini rimessi in libertà con la prima sentenza Apostolico. Esattamente ciò che l’esecutivo voleva evitare.
Il timore che illegalità e criminalità dilaghino sempre di più in queste condizioni dunque esiste ed è molto alto, considerando che ad oggi ci sono dei migranti che vanno a spasso per il nostro Paese senza averne alcun diritto, e che ora non è più così facile rintracciare.
A tutto ciò, si aggiunge il fatto che decisioni giudiziarie di questo tipo possano creare un precedente pericoloso, invogliando molti altri a tentare la traversata, consapevoli del fatto che, prima o poi, riusciranno a farla franca in Italia.
Le sentenze della Apostolico dunque mettono a serio rischio il nostro Paese e non solo, perché da un lato sembrano tollerare la migrazione illegale, e dall’altro concedono a quegli stessi migranti arrivati in maniera clandestina di poter girare liberamente in Italia e, se gli va bene, in Europa, attirandone molti altri.
In un momento così delicato, in cui la nostra Nazione sta sperimentando una pressione migratoria mai vista prima, di certo la risposta non può essere quella che consegue alla decisione della Apostolico, che non fa altro che esaspera una situazione già arrivata al suo limite massimo.