Fa già parecchio strano che esista un nuovo Pci, su modello di quello sciolto negli anni Novanta per la sconfitta definitiva dei sovietici nella guerra fredda. A distanza di più di trenta anni dalla caduta del Muro di Berlino, c’è chi ha ben pensato di rivolgersi di nuovo a quell’ideologia fallimentare che è il comunismo, a quanto pare nella sua accezione più prossima al totalitarismo: perché, se nel corso degli anni al comunismo italiano può essere riconosciuto l’essere riuscito a rientrare nell’arco costituzionale e a prendere man mano, almeno nelle parole, le distanze dalla dittatura sovietica, questo nuovo gruppo sembra aver sposato, nei metodi e nei contenuti, tutto il marcio della Mosca anni ’50.
Contro Israele
Il nome è quello di “Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo” e la loro fin qui più alta battaglia politica è una sorta di lista di proscrizione dei nostri giorni, in cui sono elencati i nomi di persone fisiche e giuridiche che sarebbero a favore del sionismo e contro la causa palestinese. Il titolo del comunicato emanato è il seguente: “La lotta contro organismi e agenti sionisti operanti in Italia è lotta sia per sostenere la resistenza del popolo palestinese sia per liberare il nostro paese dai gruppi imperialisti italiani e stranieri e in particolare dal protettorato Usa-Nato!”. Si capisce chiaramente come si tratti di un delirio dei nostri tempi, che tanto ricorda le modalità con cui operavano non solo i regimi dittatoriali di inizio Novecento (questi, a differenza di quelli che sembrano quattro scalmanati, avevano il potere e il consenso del popolo dalla loro parte), ma anche e soprattutto squadre e organizzazioni terroristiche come la Banda Bellini o addirittura le Brigate Rosse. Talmente immersi nel loro odio antisemita che nelle liste ci finisce anche Ester Mieli, senatrice di Fratelli d’Italia che finisce dritta nella categoria “sionisti esponenti di partiti politici delle Larghe Intese o rappresentanti di fondazioni ed enti pubblici o associazioni attivi nel sostegno alle iniziative dello Stato sionista d’Israele”.
La rivendicazione
Il problema è che dopo quel delirante comunicato, i nuovi comunisti hanno lanciato la loro rivendicazione con un nuovo comunicato: “I sionisti e i guerrafondai hanno paura della verità – si legge nel titolo –. Un avviso ai naviganti si aggira per l’Italia…”. Che fa tanto minaccia verso chi la pensa diversamente. Nel nuovo testo si accusa la redazione del Giornale, rea di aver lanciato la notizia del primo comunicato, scagliandosi specialmente contro le accuse di clandestinità, che pure rivendicano come parte fondamentale della loro esperienza politica: “È un po’ come – hanno scritto – criticare i partigiani di usare nomi di battaglia o di non inserire nei volantini illegali che facevano circolare l’indirizzo dei covi in cui stavano nascosti durante la Resistenza”. Essere abusivi è parte di loro, la clandestinità è uno strumento fondamentale “per un partito che vuole darsi i mezzi per fare la rivoluzione socialista in un paese imperialista come l’Italia”. Sembra un copia e incolla di un qualunque comunicato bolscevico del 1917. Per loro deve essere un complimento. Nella caciara i comunisti ci buttano anche la Comunità ebraica, il suo vicepresidente Pacifici e addirittura il presidente del Senato Ignazio La Russa. Tutto pur di arrivare al fine ultimo, quello di sovvertire l’ordine democratico, destituire il governo eletto dai cittadini, fomentare l’odio anti-ebraico e sostenere la Palestina senza mai condannare Hamas. È, dunque, solo l’ultimo, delirante esempio di come strizzare gli occhi agli estremismi porti alla delle degenerazioni che possono diventare incontrollabili.