Quello che fa davvero arrabbiare è che questi casini li combina chi dovrebbe risolverli, e alla fine a pagare tutto sono gli utenti, cioè noi cittadini, anche se in tanti casi sarebbe meglio definirci sudditi.
L’esempio classico è il pasticciaccio brutto che è stato fatto sui vaccini e, più in particolare, sull’obbligo vaccinale dei bambini. Chi ha voluto aprire il dibattito vaccini-no vaccini-si adesso ha sulla coscienza tutta la confusione generata, le problematiche innestate, i soldi buttati per tante giornate di lavoro perse da mamme e papà a ricorrere certificati e appuntamenti col sistema sanitario, i bambini immunodepressi che improvvisamente non sono più potuti andare a scuola, altri che invece non ci sono potuti andare pur essendo in ottima salute quando sono scattati i “timer” della pubblica amministrazione.
Come siano andate le cose, se non altro per sentito dire, ormai lo sapete tutti. Ma forse non sapete che ancora oggi non esiste un regolamento univoco per tutto il territorio nazionale, ma c’è distinzione da regione a regione, con tutto questo che ciò comporta anche in tema di informazione.
L’11 marzo è stato comunque il D-Day. Da quel momento impossibile qualsiasi rinvio, la legge Lorenzin sugli obblighi vaccinali è tornata in vigore, anche se pare si stia studiando qualche modifica che permetta una certa flessibilità. Insomma, un altro po’ di confusione da innescare su quella già notevole che abbiamo ora. Perciò, giusto per ribadire ciò che accade, la situazione attuale è questa: i genitori che non hanno presentato alle scuole la certificazione originale sulle vaccinazioni dei figli vanno incontro alle sanzioni previste dalla legge Lorenzin, che arrivano fino all’esclusione per nidi e scuole dell’infanzia. Nelle altre scuole – elementari e medie – invece, in questi casi è prevista solo una sanzione pecuniaria, e gli alunni potranno entrare lo stesso.
Ovviamente, i No Vax non ci stanno, non è possibile convincerli e annunciano una manifestazione di protesta con corteo per il 23 marzo “in difesa della libertà di cura e dell’inviolabilità del corpo”. Una roba che a dirla così sa di new age e comunque di quelle strane battaglie molto “USA”, che da noi fino a pochi anni fa erano sconosciute. Resta il fatto che almeno chi è al governo in questo momento, mostra una certa insicurezza sulle decisioni da prendere. Il concetto No-Vax è stato per anni cavalcato dai grillini che, Beppe in testa, hanno contribuito non poco a far crescere quel movimento, a radicalizzarlo sempre di più anche contro ogni risultanza scientifica, salvo poi tentennare quando è arrivato il momento di prendere una decisione. Cosa che comunque quelli del Movimento 5stelle fanno sempre. Dall’altra, i leghisti capitanati da Matteo Salvini, sono risultati decisamente sì- Vax, salvo poi ritrovare Salvini stesso che la settimana scorsa richiedeva una seconda proroga dopo quella di un anno accordata dalla maggioranza nel 2018. Insomma, poche idee… ma confuse.
Resta il fatto che, come dicevamo, si sta discutendo di un obbligo flessibile, una cosa che suona un po’ come “le convergenze parallele” ma considerando quanto a lungo hanno funzionato quest’ultime, hai visto mai che funzioni anche l’obbligo flessibile? In ogni caso, dicono che per “obbligo flessibile” si intenda vaccinazione obbligatoria solo in caso di emergenze sanitarie o di compromissione dell’immunità di gruppo, anche qui due concetti molto lontani tra loro.
L’unica speranza vera che possiamo alimentare, è quella che gli italiani si dimostrino più svegli dei loro amministratori, e sappiano quale sia la decisione giusta da prendere prima che sia troppo tardi.