Il mostro di Nantes: quando la realtà fa impallidire l’horror

Dopo che furono scoperti i 5 corpi della sua famiglia sterminata, e la sua assenza fu chiara, la pubblica opinione e anche gli investigatori si divisero in due scuole di pensiero per decidere che fine potesse aver fatto Xavier Pierre Marie Dupont Ligonnès, l’uomo sospettato della mattanza.
Molti tra quelli che hanno seguito questa terribile storia, sono arrivati a credere che l’indagato non sarà mai trovato vivo. E’ impossibile per un uomo come lui sfuggire a tutte le ricerche. Primo, dall’inizio era senza un soldo. Secondo, per carattere, non avrebbe mai accettato una resa, una sconfitta. Poteva aver trovato aiuto? Ma chi avrebbe mai accettato di nasconderlo per così tanto tempo? Senza dubbio, pensavano e pensano ancora in molti, Xavier Dupont de LIgonnes – meglio noto come il Mostro di Nantes – si era ucciso da qualche parte tra le montagne del Var che tanto amava, portando con sé i suoi segreti.
Altri sostengono invece che se avesse dovuto porre fine alla sua vita, lo avrebbe fatto subito dopo gli omicidi commessi nel 2011. Non è accaduto e si sono convinti che il Mostro di Nantes abbia cambiato aspetto con la chirurgia plastica e oggi viva libero da qualche parte, facendosi beffe di chi non è riuscito a fermarlo, e vivendo magari di prestiti come gli riusciva spesso di fare.
Xavier Pierre Marie Dupont de Ligonnès nasce a Versailles il 9 di gennaio dl 1961. Come dice il cognome stesso, Xavier è il rampollo di una famiglia dell’antica aristocrazia francese. Suo padre, Hubert, è un ingegnere laureato all’École nationale supérieure de mécanique et d’aérotechnique di Poitiers, sua madre, Geneviève, classica ragazza di buona famiglia destinata solo a un buon matrimonio e alla cura dei figli, è fredda, distante e molto severa.
Nonostante i nobili natali, e ottimi studi, Xavier Dupont de Ligonnès non sembra proprio essere un uomo di successo. Racconta a tutti di essere un manager, apre e chiude società in vari settori, ma al momento della scomparsa, tra le altre cose, è indebitato fino al collo e non sembra ci sia una strada per venirne fuori. Almeno di non voler considerare tale quello che accadde nell’aprile del 2011.
Da un po’ di tempo, prima di quel mese, Xavier Dupont de Ligonnès va raccontando in giro che probabilmente l’intera famiglia si trasferirà in Australia di lì a poco per motivi legati al suo lavoro. Per questo, l’uomo salda le rette scolastiche dei ragazzi e parla anche con il datore di lavoro della moglie, coadiutrice scolastica e insegnante di catechismo. Vengono chiusi anche tutti i conti correnti bancari della famiglia, e sulla porta di casa viene rinvenuto un biglietto con la richiesta di restituire tutta l’eventuale posta al mittente. In effetti, a un certo punto la famiglia sembra scomparire nel nulla. Dai primi di aprile i ragazzi non vanno più a scuola, la moglie manca dal lavoro, li amici fanno squillare ripetutamente il telefono senza che nessuno risponda mai. Tutto questo fino a quando qualcuno non decide di avvertire la polizia, che si reca a casa Dupont per scoprire se ci sono problemi. Una volta raggiunta la villetta, le forze dell’ordine non faticano a trovare i corpi straziati e senza vita di Agnes, la moglie di Dupont, 48 anni, Arthur Nicolas, il primo figlio della coppia, 21 anni ancora da compiere, studente e commesso in un fast food; Thomas, il secondo figlio, 18anni, da poco diplomato e appassionato di musica; Anne, l’unica figlia femmina, sedicenne, e infine Benoît, il più giovane, 13 anni appena. Tutti sono stati uccisi a colpi d’arma da fuoco, probabilmente con un fucile appartenente proprio a Xavier, poi fatti a pezzi, messi dentro capienti sacchi di iuta coperti di calce prima di essere seppelliti in giardino. Alla mattanza non sono sfuggiti nemmeno i due cani di famiglia, due pacifici labrador i cui resti vengono rinvenuti mischiati a quelli dei ragazzi Dupont. Insomma, a detta di tutti quelli presenti al ritrovamento, uno scempio senza fine, perpetrato da qualcuno privo di anima, di pietà, di qualsiasi empatia, che ha agito con freddezza, determinazione, e ampia premeditazione. E questo qualcuno, da tutte le prove e gli indizi rinvenuti, non può che essere Xavier, marito e padre.
Per quanto lo riguarda, l’uomo ha fatto perdere le sue tracce. Alcuni parenti fanno sapere che Xavier ha scritto loro una lettera in cui spiegava che lui e la sua famiglia sarebbero stati assenti perché ” lui era una specie di agente segreto degli Stati Uniti e doveva tornare in America come parte di un programma di protezione dei testimoni e per lavorare su un caso di droga”. Ovviamente, tutte scemenze inventate.
Partono le indagini, e si appura subito che le vittime sono state drogate, quindi uccise nel sonno con un fucile calibro 22 come quello che appartiene a Xavier. Viene emesso un mandato di arresto internazionale per localizzare Xavier Dupont de Ligonnès, al fine di ottenere da lui una testimonianza in merito agli omicidi. Il funerale della famiglia si tiene alle 14.30 del 28 aprile 2011 nella chiesa di Saint-Félix a Nantes. ll 29 aprile è stata effettuata una ricerca nel dipartimento del Var. Il 10 maggio seguente è stato emesso un mandato di arresto internazionale per Xavier Dupont de Ligonnès.
Nel corso degli anni, la polizia ha ricevuto oltre 900 segnalazioni da persone che credevano di aver individuato Xavier. Una di esse, solo pochi giorni fa, ha creato grave trambusto tra le polizie di mezza Europa. Anche questa volta, però, si è trattato dell’ennesimo falso allarme.
Xavier Pierre Marie Dupont de Ligonnès continua a essere l’uomo più ricercato di Francia …

RK Montanari
RK Montanarihttps://www.lavocedelpatriota.it
Viaggiatrice instancabile, appassionata di fantasy, innamorata della sua Italia.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.