“Dopo i fatti di Capitol Hill, lo davamo un po’ per spacciato. Era molto complicato pensare a una lunga corsa di successo come quella che poi c’è stata”: ha esordito così il direttore de La Voce del Patriota, Ulderico De Laurentiis, moderando il panel “Il nuovo Occidente. Le prospettive dei rapporti transatlantici dopo la rielezione di Donald Trump”. Il protagonista, dunque, è proprio Donald Trump, che ha sconfitto tutte le previsioni peggiori del mondo della sinistra, specie quella nostrana. “In Italia i giornali parlavano di testa a testa” tra Trumo e Kamala Harris, dice Gennaro Sangiuliano, già ministro della Cultura, spiegando che gli è bastato vedere la partecipazione ai convegni dei due candidati per capire qual era la realtà. C’è la questione migratoria, ma anche la crescita dell’inflazione: insomma, “Trump ha saputo cogliere un malumore e volgerlo in programma politico elettorale”.
Sintetizza il tutto Daniele Capezzone, direttore editoriale di Libero: “Quante puttanate ci hanno raccontato in questi mesi?”. Strategie sbagliate: la sinistra progressista ha minimizzato gli attentanti al tycoon e ha proposto i soliti radical chic milionari lontani anni luce dal popolo. Concorda Andrew Spannaus, giornalista e opinionista: “Trump ha vinto anche perché i dem sono visti come un partito che si occupa soltanto di materie culturali”. Spannaus però rileva un possibile problema: la nuova “destra sociale” di Trump potrebbe andare a contrastare ciò che invece vogliono i repubblicani classici e liberali. Ma vale l’immagine evocativa emersa da Capezzone: “La nuova elezione di Trump ha il medesimo valore opposto della scena dei militari statunitensi che andavano via dall’Afganistan nel 2021”, con Biden appena rieletto. In quel caso l’Occidente veniva visto come debole e da lì tutto è partito, con l’invasione dell’Ucraina da parte di Putin avviata l’anno successivo. Ora l’elezione di Trump ha il valore opposto: l’Occidente torna ad apparire e a essere forte.
C’è infine il tema del nuovo ruolo dell’Italia nel contesto globale così rinnovato. Veniva detto che con l’arrivo di Trump, il governo italiano sarebbe andato i difficoltà, ma le prime dichiarazioni del tycoon su Giorgia Meloni dicono tutt’altro. “Abbiamo finalmente un governo stabile, gode del consenso popolare e che sta dando dei risultati” ha detto Francesco Filini, deputato di Fratelli d’Italia. E quando un governo ha questi requisiti, viene riconosciuto come autorevole: “L’Italia adesso ha un grande affidabilità”. Con l’ingresso dei Conservatori di Ecr nella Commissione europea, capolavoro di Giorgia Meloni che è riuscita a inserire Raffaele Fitto alla vicepresidente esecutiva dell’organo, l’indirizzo europeo è cambiato. E ora Meloni, secondo Paolo Messa, fondatore di Formiche, “tiene insieme un’Europa che ha una prospettiva diversa rispetto al passato”, in una nuova visione transatlantica che comprende anche il Mediterraneo.