Si è parlato tanto di terzo mandato dei governatori ma in realtà l’unica Regione in cui sembra – e sottolineamo, sembra – tutto pronto per avverarsi è la Campania di Vincenzo De Luca. Il salernitano, testardo come pochi, sembra sempre più intenzionato a ripresentarsi come candidato del centrosinistra, o comunque come candidato, con o senza il suo Pd. Lo sceriffo è stato chiaro nelle scorse settimane: lui ci sarà, piaccia o non piaccia al Pd e alla sua segreteria nazionale. Elly Schlein, dal Nazareno, ha sempre sostenuto che questo terzo mandato non s’ha da fare. Se non altro per rispetto di quei principi democratici che limitano, di norma, la presenza della stessa persona alla guida della stessa Regione per evitare la creazione di piccoli imperi e sistemi di potere. Quello campano, di sistema di potere, esiste. E non lo diciamo noi, ma è stato addirittura Sandro Ruotolo, già responsabile del dipartimento informazione del Pd e ora europarlamentare, ad ammetterlo, a parlare di “sistema di potere” dopo il caso Alfieri, il sindaco di Capaccio Paestum, l’avvocato delle “fritture di pesce” (il soprannome lo deve proprio al suo sodale De Luca) indagato su presunti appalti truccati.
Cosa faranno i consiglieri del Pd?
Schelin da tempo sta cercando di rimettere ordine all’interno del suo partito: “In una comunità ci si rispetta. Tutti utili, nessuno indispensabile e nessuno eterno”, dice. Ma la sua leadership debole, frammista alla testaddargine dei vari potentati locali, che creano enclavi nei loro territori, non porta da nessuna parte. De Luca vuole far fruttare tutta la sua influenza tirando a sé la sua maggioranza e i consiglieri del Pd, cercando di usufruire tutti i cavilli burocratici possibili: l’intento è quello di recepire la legge nazionale sul limite dei due mandati, azzerando così i suoi dieci anni a guida della Regione. Doveva riunirsi la commissione Affari istituzionali in merito e Antonio Iannone, senatore di Fratelli d’Italia e commissario regionale del partito in Campania, aveva dichiarato: “Va in scena l’ultimo atto di un partito che vive nell’ambiguità da tempo. Dopo il rinvio della commissione statuto dei giorni scorsi, oggi bisognerà scegliere: i consiglieri dovranno dire se sono con la Schlein o con De Luca. Una resa dei conti sulla pelle dei campani che invece di essere amministrati sono ostaggio di un partito alle prese con una faida interna. Oggi la Regione Campania è l’emblema per il quale le poltrone sono più importanti di quasi 6 milioni di persone”. Ma qualcosa è andato storto e la nuova riunione dei consiglieri regionali dem è saltata ancora, probabilmente sotto impulso della stessa segretaria nazionale. Il Pd, insomma, è un partito spaccato in due tra Roma e Napoli. Ancora Iannone ha commentato la vicenda: “È saltata la riunione della Commissione Statuto della Regione Campania prevista per oggi. Per quale motivo? E’ arrivato lo stop della Schlein ai Consiglieri Regionali del Pd? Sarebbe ridicolo avere un partito che a Roma vota contro il terzo mandato e a Napoli vota a favore. La cosa certa è che mentre loro litigano – De Luca contro la Schlein, deluchiani contro il Pd, diversamente Pd contro De Luca – i problemi dei campani sono completamente dimenticati. Lottano per la loro sopravvivenza mentre i campani – ha concluso – soffrono per la loro esistenza“. Non in un bellissimo clima, insomma, la sinistra si sta avvicinando alle Regionali del prossimo anno.