Il Piano degli USA per tutelare l’Ucraina nel corso del tempo

Il Segretario di stato americano, Tony Blinken, durante una visita a Bruxelles, ha confermato l’importanza dei fondi per 60 miliardi di dollari, da recapitare all’Ucraina, per consentirle di tutelare il territorio in seguito all’invasione russa.

In seguito alla proposta del fondo NATO da 100 miliardi per la difesa ucraina, Blinken ha ricordato l’importanza della ricerca di risorse da parte degli alleati occidentali e dagli USA: sembra infatti che gli Stati Uniti d’America stiano nella fase d’organizzazione di un piano comune con i propri partner, per arginare i piani del Cremlino.

Il segretario americano sembra aver compreso l’importanza dell’Ucraina nello scacchiere internazionale, già da tempo ormai, ma servirà un impegno costante per dimostrare realmente la vicinanza a questo paese.

Peraltro, lo stesso Tony Blinken, durante la sua visita in Belgio citata in precedenza, ha assicurato che l’Ucraina entrerà a far parte della NATO e che l’appoggio degli stati membri dell’organizzazione sia già “solido come una roccia”.

Riuscirà la NATO a consegnare i missili “Patriot” all’Ucraina?

Dmytro Kuleba, Ministro degli esteri ucraino, durante la riunione per l’anniversario della Nato, ha puntualizzato l’importanza del trasferimento dei Missili “Patriot” per la difesa dell’Ucraina: a quanto pare Kiev ha bisogno di queste armi per difendersi dagli attacchi russi, anche considerando l’imminente piano d’azione che Vladimir Putin sta organizzando, per arruolare nuovi militari al fine di condurre un altro pesante attacco nei mesi estivi.

Jens Stoltenberg, segretario della NATO, ha chiarito che l’organizzazione è ora più forte che mai, partendo dall’excursus storico che ha portato l’alleanza atlantica da 12 stati membri a 32 nel corso del tempo, specificando che evidentemente qualcosa di positivo sia stato portato a termine nel corso degli anni.

L’Ucraina procede con il rafforzamento dei propri sistemi militari:

Secondo quanto attestato dal Ministro per la trasformazione digitale, Mykhailo Federov, l’Ucraina avrebbe costruito dei nuovi droni, capaci di volare per più di 620 miglia.

Considerando che alcune raffinerie di petrolio russe sono state ultimamente colpite proprio da questi nuovi dispositivi, sembra che il piano militare dell’Ucraina, stia procedendo verso lo sviluppo ed il rafforzamento delle tecnologie militari efficienti per le azioni di indebolimento dell’offensiva russa.

Fiduciose dunque anche le istituzioni ucraine, che non perdono il proprio focus nel mantenimento dell’indipendenza territoriale e della tutela della popolazione civile.

Se è vero che i rapporti con i partner occidentali sono fondamentali per il sostentamento della causa ucraina, il governo di Kiev si sta impegnando ulteriormente per non lasciare centimetri territoriali all’esercito russo, dimostrando di saper gestire e fronteggiare l’invasione, nonostante l’appoggio dei paesi BRICS al Cremlino, che senza questi aiuti avrebbe qualche difficoltà a continuare questo conflitto ( vedi l’apporto tattico dei droni Shahed iraniani).

Differenze tra Russia ed Ucraina nella gestione del conflitto in corso:

La fase mediatica, all’interno di questo conflitto, si è rivelata un’arma essenziale per comunicare gli avvenimenti: se da un lato l’informazione ucraina, allineata ai media occidentali, ha dimostrato di utilizzare i mezzi comunicativi a sua disposizione per dimostrare la gravità degli avvenimenti, dall’altro la Russia ha cercato di controllare gli apparati d’informazione, utilizzandoli a propria discrezione per la propaganda bellica.

Altre differenze costanti che sottolineano la visione differente dei due paesi in ambito internazionale, coinvolge i rapporti tra Occidente ed Europa nel corso degli anni: Putin non ha mai amato realmente i sistemi politici occidentali, ha sempre preferito muoversi e relazionarsi in un contesto decisamente differente, lo dimostrano di fatto le sue frequenti relazioni con Russia, Iran, Cina e ultimamente anche con la Corea del Nord. Il forte rancore covato dal Premier russo, ha fatto sì che il desiderio degli altri paesi europei , come d’altronde la stessa Ucraina, nella contribuzione ad un patto di cooperazione con la NATO, potrebbe aver innescato in lui un’ostica reazione dovuta alla preoccupazione per un’eventuale aggressione.

Tuttavia l’atteggiamento positivo di Zelensky nei riguardi dell’atlantismo, potrebbe aver frenato le smanie di espansione e conquista da parte della Russia, che considerando le politiche adottate negli ultimi tempi, sembra ormai improntata verso uno strano e grottesco revival dell’Unione Sovietica.

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Gabriele Caramelli
Gabriele Caramelli
Studente universitario di scienze storiche, interessato alla politica già dall’adolescenza. Precedentemente, ha collaborato con alcuni Think Tank italiani online. Fermamente convinto che “La bellezza salverà il mondo”.

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