Il Progressismo è un cavaliere inesistente

Potremmo iniziare questa conversazione con un comunissimo “C’era una volta la sinistra” magari seguito da un “della cultura” e ancor meglio se con la famosa K come iniziale: lettera che tra l’altro non ha nulla da condividere con la nobile erudizione. C’era una volta il Socialismo, che nonostante i suoi difetti aveva un vero e proprio contenuto politico ed etico rispetto alla deriva contemporanea. Il Progressismo, invece, ha divorato completamente i suoi predecessori nonostante la sua natura non abbia neanche un filo logico a cui aggrapparsi. Nonostante ciò, qualcuno sembra averlo scelto come principio primo della propria esistenza, non diventandone ambasciatore, ma umile ed arrendevole servitore.

Questa nuova ideologia si potrebbe immaginare con le sembianze di un Cavaliere dall’armatura scintillante, seppur trasparente. I riflessi sulla corazza raccolgono tutti i colori dell’arcobaleno, raggiungendo l’armonia cromatica di cui si fa vanto con quelli che incontra sul proprio cammino. Tuttavia la sue ampollose parole e la falsa morale da gentiluomo, ingannano spesso i più ingenui con cui egli interloquisce, convincendoli – neanche con buona retorica ed oratoria – di essere stato sempre nel giusto e di poter essere il futuro per le nuove generazioni.

Ma c’è un segreto orribile, celato dietro il rivestimento di questo cavaliere: sotto le sue vesti non c’è nessuno, soltanto l’aria. Tolte le protezioni si assisterà alla dissolvenza di quella che potremmo definire una semplice illusione. Questo personaggio con cui abbiamo descritto l’ideologia del progresso, assomiglia moltissimo alla figura descritta da Italo Calvino nel libro Il Cavaliere inesistente. Strano a dirsi, ma la sinistra è inciampata nel tranello su cui uno dei propri mentori letterari li aveva avvisati molti anni orsono. Una dimostrazione plastica che le nuove leve del Centro-sinistra internazionale non siano capaci di comprendere le figure retoriche contenute nei testi dei grandi autori. Tuttavia, la destra sembra aver colto questo consiglio per il domani, cercando quando e ove possibile, di stilare un programma rispettabile all’insegna dei bisogni sociali del cittadino e del territorio di riferimento.

La socialdemocrazia, al contrario, si è trasformata nel mostro che aveva giurato di combattere – se necessario – fino alla fine dei tempi. Così non è stato, incosciente delle proprie scelte ha incarnato tutto quello che per un politico rispettabile dovrebbe essere il nemico giurato. Ora che il processo di trasformazione è iniziato, sembrerebbe che la nuova sinistra non abbia intenzione di rivedere le proprie posizioni: anzi, preferisce cedere alla parte più oscura dell’orgoglio per difendere una posizione malsana e che non porterà nulla di buono alle persone.

Non basterà la corsa veloce del cavallo Woke per sconfiggere a duello il rivale, poiché le sue caviglie sono più fragili di quelle possedute da un equino arabo. Il giavellotto in dotazione del misero combattente non è nient’altro che un’asta spezzata, con una punta incapace di penetrare fino alla fine le protezioni altrui. Quindi quale sarebbe l’asso nella manica di questo carattere? Potrà sembrare assurdo, ma si tratta proprio di un lamento: un urlo così assordante da superare mille e più volte quello di un neonato a notte tarda, mentre i genitori si svegliano scombussolati impauriti dal frastuono nelle proprie orecchie. Ecco la soluzione del Progressismo, instaurare un combattimento che sia meschino e con artifici oscuri inutilizzabili in un duello onorevole.

Adesso che ne conosciamo la natura, potremo normalmente prendere le contromisure per arginare questo terribile ostacolo: non merita di essere definito come rivale, neppure come nemico, dato che in realtà non esiste davvero. Una mera fantasia dell’imprudenza, divenuta reale per colpa di una stupida anomalia. L’errore peggiore è quello di restare intimoriti nel proprio angolo senza reagire alle urla: per annientare tale carattere bisognerà impugnare, a propria volta, il giavellotto della dialettica colpendo al centro dell’armatura, laddove si nascondono le sue cattive intenzioni.

Gabriele Caramelli
Gabriele Caramelli
Studente universitario di scienze storiche, interessato alla politica già dall’adolescenza. Precedentemente, ha collaborato con alcuni Think Tank italiani online. Fermamente convinto che “La bellezza salverà il mondo”.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.