In Gran Bretagna una gang di islamici adescava ragazzine e ne abusava

Quando Erdogan disse che l’Islam non avrebbe avuto bisogno di fucili per conquistare e sottomettere l’Europa, ma che sarebbe bastato il ventre delle loro donne, non parlava tanto per parlare, ma presentava una fredda e spietata disamina della realtà dei fatti: l’Islam sta conquistando l’occidente, tra pochi anni lo avrà completamente in mano, noi saremo tutti mal tollerati in casa nostra salvo convertirci e assumere abitudini e tradizioni altrui. E tutto questo sta avvenendo – è bene puntualizzarlo – con l’appoggio sostanziale di una buona parte di occidentali, che evidentemente non vedono l’ora di ritrovarsi schiavi.

Così non deve colpire più di tanto che quando avvengano fatti come quello della povera Desirée, un giornalista affermato come Michele Serra scriva sulle colonne del suo giornale che quando in Italia avviene uno stupro lui si ritrovi sempre a pregare che il carnefice sia un italiano, perché altrimenti “sai quanto hanno da chiacchierare i razzisti?”.  Una riflessione agghiacciante, che dovrebbe far gridare allo scandalo, ma che invece trova tanti sostenitori perché a farla è il solito intellettuale autoreferenziale di sinistra, che è come l’Islam: intoccabile.

E allora ecco che certe notizie gravissime, allarmanti, drammatiche, da noi trovino pochissima eco, spesso relegate nelle pagine meno lette dei quotidiani, e non vengano riportate da nessuno della miriade di TG che ci assalgono giornalmente dagli schermi TV.  Parliamo ad esempio di quello che è avvenuto a Huddersfield, antica città medievale della civilissima Inghilterra, all’interno del distretto metropolitano di Kirklees, nel West Yorkshire, dove 27 uomini di origine pachistana – e due donne velate – sono stati condannati dal giudice di Leeds a pene variabili, tra cui un ergastolo, per sfruttamento sessuale minorile e un’altra quantità di reati gravissimi.

La banda adescava le ragazzine dovunque, fuori dalle scuole, nei centri commerciali, nei parchi giochi. Spesso le vittime avevano appena 11 anni, e comunque più giovani erano e meglio andava. Spesso le ragazzine venivano invitate a una festa, e lì drogate e abusate. A quel punto erano nel giro, e non ne uscivano più. Tenerle dentro non era difficile, minacce per loro e le famiglie, percosse, vessazioni di ogni tipo che toglievano alle adolescenti qualsiasi voglia di ribellarsi. Alla fine, le menti erano controllate, i corpi abusati in tutti i modi, addirittura scambiate con “le schiave del sesso” di altre gang perché – è bene si sappia – qui non si parla di un reato isolato, ma di una realtà sempre più estesa.

Nel caso specifico di Huddersfield, i reati sono avvenuti in un lasso d tempo che va dal 2004 al 2011. I 20 uomini  a processo, tutti della comunità musulmana locale, sono stati condannati alla Leeds Crown Court al termine di tre processi: hanno commesso oltre 120 reati ai danni di 15 bambine e ragazze. Purtroppo, a detta degli stessi inquirenti, non tutti i responsabili di questo dramma sono stati individuati, così come non tutte le vittime hanno avuto il coraggio di presentarsi e raccontare la loro terribile storia. Nella stessa cittadina, comunque, sono già stati individuati circa 30 elementi di un’altra gang che andrà a giudizio il prossimo anno.

Intanto, uno dei giudici che ha sentenziato di Huddersfield, ha detto: “L’entità e la gravità della tua violenza superano di gran lunga tutto ciò che ho visto in tutti i miei anni di lavoro”, facendo comprendere come questi individui siano completamente privi di empatia e di umanità. Non a caso sceglievano le loro prede tra le ragazzine più esposte e indifese, tanto che una di loro avrebbe avuto l’età mentale di 7 anni  quando venne abusata.  A questo punto, però, ecco arrivare la vera denuncia. Il problema non è circoscritto in una cittadina medievale abitata da orchi, ma è comune a città come Rotherham, Oxford, Rochdale, Newcastle, Keighley, Halifax, Bristol, Aylesbury, Peterborough, Telford, Banbury, Derby, per citarne solo alcune.

La statistica riportata in un bell’articolo di Virginia Fiore, apparso su occhidellaguerra.it – un sito che vi consigliamo di visitare spesso per ascoltare anche voci fuori dal coro – dice che dal 2005 sono stati 300 gli uomini in Inghilterra condannati per stupro, traffico di minori e sequestro di persona. Di questi, il 99% fa parte della comunità musulmana locale, ulteriore dimostrazione di quanto sia un mito quello dell’integrazione favorita dalla buona accoglienza. In questo 99%, poi, si contraddistinguono i pachistani, che sono circa l’84%, mentre una piccola fetta del restante è composto da uomini di origine somala.

Dice la giornalista che ha lavorato sul campo, che questi odiosi crimini fino a pochi anni fa non venivano nemmeno presi in considerazione. Le ragazzine coinvolte spesso provenivano da famiglie o quartieri problematici, e lo erano loro stesse; di contro, attaccare un islamico nel suo stesso quartiere,  faceva rischiare ai poliziotti un’immediata accusa di razzismo, che nessuno di loro voleva rischiare. Quindi, tutto finiva nel silenzio, comprese le denunce.

Se perciò da una parte abbiamo gli occidentali terrorizzati addirittura da una parola a cui viene data una valenza addirittura travolgente, dall’altra l’Islam e chi lo rappresenta, non conosce limiti né vergogne. Basta pensare che per l’Islam una manciata di ragazzine abusate e vessate diventa automaticamente una proprietà. Dicono infatti:  “Quando un bambino o una donna sono fatti prigionieri, diventano schiavi per il fatto di essere stati catturati”, che è un modo facile per risolvere il problema e fare pace con la coscienza sempre che – cosa improbabile – se ne possieda una. E infatti per certi crimini l’Islam ti assolve a monte, quindi non solo non ti devi vergognare, ma anzi te ne puoi pure vantare. Dice lo sceicco Abu-Ishaq al-Huwayni : “siamo nell’era della jihad, è compito di ogni buon mussulmano fare schiavi e prigionieri tra gli infedeli”. E se ancora non bastasse, ecco cosa dicono i loro giuristi: “la legge delle schiave del sesso è attuabile in un contesto che prevedere una nazione musulmana in guerra con una nazione cristiana, o, più in generale, di religione non islamica. In quel caso, ci devono essere dei prigionieri di guerra. Le schiave del sesso non sono proibite dall’Islam, perché sono sotto una legge diversa da quella della donna libera. La donna libera deve andare in giro completamente coperta, tranne che per il viso e le mani. Ma la schiava del sesso può essere nuda dalla vita in su. Lei si differenzia molto dalla donna libera. Mentre la donna libera richiede un contratto di matrimonio, la schiava del sesso ha solo bisogno di essere acquistata dal marito, e questo è tutto”.

E noi su queste basi ancora parliamo di integrazione e accoglienza…

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RK Montanari
RK Montanarihttps://www.lavocedelpatriota.it
Viaggiatrice instancabile, appassionata di fantasy, innamorata della sua Italia.

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