Inchiesta sul figlio. Perchè solo ora s’è svegliato il “Marchese” del Grillo…?

Emergono nuovi, agghiaccianti particolari nell’inchiesta a carico di Ciro Grillo, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria.

Negli atti gli inquirenti parlano anche di “schiaffi sulla schiena e sulle natiche” della ragazza che poi, in lacrime, ha raccontato tutto ai magistrati una settimana dopo il presunto stupro di gruppo.

E quel video adesso (come nel suo delirante video, Grillo stesso aveva minacciato) gira liberamente da cellulare a cellulare rappresentando un ulteriore abuso alla ragazza che, nella sua testimonianza ha raccontato ai magistrati di essere stata costretta prima a bere vodka e poi ad avere rapporti sessuali con “la banda”.

Ma in questa vicenda, che, ogni giorno di più assume contorni rivoltanti, lascia molto perplessi anche un’altro dettaglio non da poco: il tempismo con il quale, Grillo interviene a difesa del figlio. Perchè ha aspettato così tanto tempo per produrre quel penoso video arringa in cui tenta (malamente) di difendere il figlio Ciro dall’accusa di stupro per una vicenda ormai all’attenzione della procura da ben due anni?

Per il comico prestato alla politica, quel bravo ragazzo di suo figlio e compari  quella sera si stavano solo divertendo e la ragazza ha impiegato otto giorni per denunciare: questo basta al giustizialista a giorni alterni per dimostrare che si è trattata di una montatura mediatica dal sapore politico e che è arrivato il momento di assolvere tutti.

A dire il vero, che in qualche modo la politica c’entri lo sospettiamo anche noi, ma non nel senso che vuole far intendere Grillo.

Analizziamo i fatti. Proprio adesso che, secondo le indiscrezioni, si va verso il rinvio a giudizio da parte della procura di Tempio Pausania, il garante dei Cinque Stelle rompe un silenzio che per 21 mesi è stato assoluto.

Dopo mesi e mesi di no comment, improvvisamente quel video seguito dalla minacciosa dichiarazione di aver ingaggiato un medico legale per provare a valutare il tasso alcolemico della ragazza al momento dei presunti abusi. Una decisione presa quasi alla chiusura delle indagini.. ma perchè muoversi con così tanto ritardo? Come riporta un articolo di oggi della Verità, che ricostruisce le tappe di questa indagine giudiziaria, il 29 agosto il procuratore di Tempio Pausania Gregorio Capasso fa sequestrare i cellulari degli indagati. Il 5 settembre 2019 gli avvocati portano Ciro e gli altri in Sardegna a rendere interrogatorio al buio senza conoscere nessun atto del procedimento. Perchè i giovani hanno accettato di farsi sentire anziché avvalersi della facoltà di non rispondere? Si sentivano innocenti? O forse, suppone La Verità qualcuno gli aveva promesso un’indagine senza troppi scossoni? Del resto i magistrati non solamente non ne avevano chiesto l’arresto, ma, a loro volta, avevano convocato gli indagati senza neppure aver visionato il contenuto dei cellulari.

Infatti la Procura aveva fissato per il 24 settembre l’inizio delle operazioni tecniche, decisione che aveva lasciato perplessi gli investigatori. Poi è scoppiato il Covid ed il processo si è inabissato per 10 mesi. Solo a novembre è arrivato l’avviso di chiusura delle indagini, quando al governo c’era ancora Conte e Guardasigilli era ancora Alfonso Bonafede. Anche in questo caso gli avvocati non hanno ritenuto di dover cambiare atteggiamento. Poi c’è stato il cambio di Governo, e Conte ha lasciato il posto a Mario Draghi e Ministro della Giustizia è diventata Marta Cartabia.

Solo a questo punto i legali, dopo aver preso visione di tutto il materiale probatorio, hanno deciso di affidarsi ad un consulente per verificare il reale stato fisico della presunta vittima al momento dei rapporti sessuali con i ragazzi. Quindi hanno tentato la carta disperata di un secondo interrogatorio ed infine Beppe Grillo è sbottato nell’ormai celebre video…

Che cosa è cambiato dal 2019 ad oggi? Forse Grillo non si sente più tanto sicuro? Forse non ha ottenuto le rassicurazioni politiche necessarie per continuare a disinteressarsi di questo processo?

Infine per entrare nel merito della vicenda se lo stupro deve ancora essere accertato in un’aula di tribunale, il fango che Grillo ha gettato sulla ragazza è uno spettacolo osceno al quale tutti abbiamo assistito che non richiede ulteriori accertamenti. Così come rappresenta sicuramente reato riprendere una persona senza il suo consenso e utilizzare quelle riprese (anche sull’amica che stava dormendo) come trofeo dai quattro ragazzi.

Per questo motivo chi esprime solidarietà a Grillo implicitamente difende una condotta aberrante, di un uomo che utilizza tutto il suo peso mediatico per gettare fango su di una ragazza di diciannove anni che dichiara di aver subito uno stupro di gruppo.

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Letizia Giorgianni
Letizia Giorgianni
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