La transizione digitale (trainata in particolare dallo sviluppo dell'Intelligenza Artificiale generativa) e la transizione green (connessa all'implementazione dei modelli ESG), comunemente note come “twin transition” o “duplice transizione”, rappresentano oggi i driver principali di una nuova rivoluzione che, come quella industriale di fine ‘700 o internet di fine ‘900, sta impattando – e impatterà in modo sempre più decisivo nei prossimi anni – sulle strutture produttive e sociali globali mediante l'affermazione di una nuova etica valoriale, di una nuova mentalità imprenditoriale, di nuove tecnologie, nuove forme e strumenti di cura, ma soprattutto uno stravolgimento del mercato occupazionale.
Stiamo vivendo, per la prima volta nella storia umana, il sorgere di una nuova forma di intelligenza, cd. “artificiale”, che si sta affiancando alla classica “intelligenza naturale”. Un potenziale incredibile da gestire affinché l'intelligenza artificiale diventi un'estensione dell'intelligenza senziente naturale e non un sostituto (da qui la necessità di presidi antropocentrici) né, in senso opposto, un mero surrogato (evitare che un eccessivo antropomorfismo – normativamente imposto – si traduca in un limite all'IA).
La transizione green parallelamente è stata messa in modo dalla necessità di far evolvere un sistema produttivo ormai ambientalmente insostenibile in uno ispirato ai principi della sostenibilità, nell'ottica del passaggio massivo da un'economia lineare ad una circolare. In questa cornice, la sostenibilità di qualunque investimento è da parametrarsi – come noto – ai tre fattori principali “ESG” (Environmental, Social e Governance). Un modello che è da considerarsi l'evoluzione del concetto Triple Bottom Line “PPP” (Persone, Pianeta e Profitti) introdotto negli anni '90 e che accoglie il principio secondo cui le aziende non dovrebbero concentrarsi solo sui “Profitti”, ma su ciascuna delle tre “P” (si veda Modelli strategici e di governance in ottica ESG del Prof. On. Malvezzi edito nel 2023 da UniversItalia per UniPace) e che si sposa nel quadro del Green Deal europeo, ovvero quell'insieme di iniziative politico-normative proposte dalla Commissione europea con l'obiettivo generale di raggiungere la neutralità climatica in Europa entro il 2050.
Il Futuro è già in essere e, se non lo si governa, ci travolgerà. È la spietata legge dell'evoluzione, non si ha altra scelta se non farvi parte, il compito dei Governi sarà perciò (i) dare alle nuove generazioni il coraggio e la visione prospettica di vivere il futuro e non provare semplicemente a “sopravviverlo”, (ii) rendere il processo quanto più democratico possibile affinché non ci siano classi che se ne avvantaggino e altre che ne subiscano solo i “costi”, generando pericolose dinamiche sociali.
Far progredire le macchine affinché queste siano al servizio della felicità e della libertà (in termini di maggior tempo utile al proprio benessere) dell'uomo, facilitando il superamento della corrispondenza biunivoca ottocentesca lavoro-produttività e garantendo un miglior utilizzo (non sfruttamento) delle risorse naturali.
Far progredire l'uomo affinché quest'ultimo sia al passo del grande cambiamento, investendo soprattutto nella “formazione consapevole” delle nuove generazioni che saranno immerse in un mondo completamente diverso da quello che purtroppo gran parte degli attuali percorsi di studio prevedono; certi però che emozioni, coraggio, immaginazione e pensiero critico resteranno una prerogativa unica dell'uomo.
Fatte le doverose premesse, appare evidente come la twin transition rappresenti una delle maggiori sfide per il mondo delle imprese e del lavoro di oggi, ed al contempo una delle maggiori opportunità quale strumento di traino per il sistema Paese nel suo complesso.
I citati fenomeni stanno caratterizzando in modo sempre più marcato l'attività d'impresa; ad esempio:
• oltre il 60% delle medie imprese manufatturiere (e quasi il 40% delle piccole) ha intrapreso azioni di sostenibilità,
• l'IA permetterà una crescita della produttività del lavoro compresa tra l'11% ed il 37% entro il 2035,
• il 64% dei CEO italiani (contro il 43% a livello globale) ha investito attivamente in IA,
• la transizione duale aumenta la propensione all'export delle imprese, soprattutto se di piccole dimensioni
• l'Italia ha investito molto nel trinomio “dati, cloud e supercomputer”, si pensi alla nascita del Polo strategico nazionale (Leonardo, Sogei , TIM e CDP) con l'obiettivo di realizzare il cloud pubblico nazionale, e il via di una serie di supercomputer (High Performance Computer) come il Davinci-1 di Leonardo a Genova e il Leonardo del Cineca Bologna che hanno portato l'Italia ad essere il quarto paese al mondo nel settore HPC.
Queste sfide si traducono di conseguenza in un impegno per il Governo, il Legislatore e gli operatori istituzionali a promuovere lo sviluppo in tale perimetro, attraverso l'implementazione di interventi strategici, normativi, di incentivazione finanziaria e di formazione, commisurando e tutelando gli interessi delle imprese, dei lavoratori e dell'ambiente, anche nell'ottica di garantire la sovranità e sicurezza digitale del Paese.
A tal riguardo, come anticipato dal Sen. Butti, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all'innovazione tecnologica, “è in fase di elaborazione un fondo dedicato alle start-up attive nell'IA che con i moltiplicatori di mercato supererà i 700/800 milioni di euro, grazie ad un intervento finanziario del dipartimento per la trasformazione digitale e dell'agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, con la partecipazione di CDP”. Inoltre, sono in fase di elaborazione dei provvedimenti collegati alla manovra di Bilancio; il Governo sta infatti lavorando alla regolazione e alla sperimentazione dell'IA in Italia, in raccordo con quanto sta prevedendo il regolamento europeo “AI Act” in corso di approvazione, nonché elaborando strumenti finanziari di supporto, oltre al fondo prima citato, per la ricerca, lo sviluppo e il trasferimento tecnologico nell'ambito dei comparti industriali, dei servizi e della pubblica amministrazione.
A livello sovranazionale, i leader del G7 hanno raggiunto un accordo sui principi guida internazionali sull'Intelligenza Artificiale e su un codice di condotta volontario per gli sviluppatori di IA elaborato dal Governo giapponese, noto come “Processo di Hiroshima”.
Da Gennaio 2024 toccherà all'Italia assumere la presidenza del G7 e un grande focus sarà dato proprio al futuro dell'IA e alle tematiche climatico-ambientali e energetiche.
Di questo e tanto altro si parlerà – con esponenti della politica, dell'imprenditoria e dell'università – nel convegno che si terrà mercoledì 8 novembre 2023 (dalle ore 17:00 alle ore 19:00) presso gli uffici della Camera dei Deputati, Sala Tatarella, in Via degli Uffici del Vicario 21, Roma dal titolo “INTELLIGENZA ARTIFICIALE E SOSTENIBILITÀ: sfide e opportunità per il mondo delle imprese e del lavoro” (registrazione obbligatoria alla mail segreteria.accrediti@gmail.com).