Israele respinge l’offensiva iraniana lanciata nella notte scorsa: quale sarà la risposta dello Stato ebraico?

Nella notte scorsa, l’Iran ha deciso di lanciare un attacco congiunto con missili e droni – circa 300 in totale- per vendicarsi dell’attacco assegnato ad Israele il primo Aprile, contro un consolato iraniano a Damasco.

Il leader islamico Ali Khamenei, aveva dichiarato che Israele sarebbe stata “punita” per l’accaduto, riferendosi al Governo di Gerusalemme con l’appellativo di “Regime sionista”.

Secondo quanto attestato da Israele, il 99% degli strumenti d’attacco è stato annientato anche grazie all’aiuto di Stati Uniti d’America, Giordania e Gran Bretagna; l’accaduto è stato chiaramente condannato sia dagli stati occidentali, sia dalle  Nazioni Unite: Antonio Guterres, Segretario Generale dell’ONU, ha poi affermato che la regione mediorientale ed il mondo non possano rischiare una nuova guerra – che peraltro già c’è, considerando gli attriti tra Gaza ed Israele-, mentre il Governo israeliano ha chiesto al Vicario ONU di prendere una posizione netta contro gli attacchi iraniani.

Una situazione a dir poco delicata, che chiaramente coinvolge lo scenario politico a livello globale: Joe Biden, Presidente americano, ha sostenuto che l’impegno degli USA nei confronti d’Israele sia “incrollabile”, per poi richiedere ad Israele una cautela peculiare, al fine di non provocare  un’immensa escalation che coinvolga l’intero continente arabo. Anche Josep Borrell, ha condannato fermamente l’attacco iraniano nei confronti di Israele, affermando che il tragico evento sia inaccettabile.

Nel frattempo, l’ONU ha convocato una riunione una riunione urgente al “Consiglio di Sicurezza”, per le ore 22 di oggi, domenica 14 Aprile, con il probabile scopo di fare fronte all’emergenza attuale e scongiurare qualsiasi ampliamento del conflitto su larga scala.

L’Iran vuole difendere la legittimità del proprio attacco: in che modo, però?

La rappresentanza iraniana dell’ONU ha avvisato gli Stati Uniti d’America che un intervento da parte loro non sarebbe affatto gradito ed invitandoli a stare lontani da questo conflitto, riferendosi ad Israele con l’appellativo di “Stato canaglia”.

Teheran si difende e asserisce che l’attacco è avvenuto come se questo fosse stato concesso dall’articolo 51 dalla Carta delle Nazioni Unite, che garantirebbe la legittima difesa: certamente, l’azione iraniana – secondo quanto abbiamo avuto modo di vedere – non è stata esattamente proporzionale all’attacco subito.

Nel frattempo, c’è chi in Iran è sceso in piazza per manifestare la propria gioia in merito all’attacco subito da Israele, mentre alcuni deputati avrebbero festeggiato in Parlamento l’azione militare iraniana nei confronti dello stato ebraico.

L’attacco è stato però rivendicato anche dagli Houthi yemeniti, dalle milizie sciite irachene ed anche da Hezbollah, mentre Hamas non ha perso tempo a definire proporzionata l’azione iraniana sul territorio israeliano.

La rivendicazione degli obiettivi e le divergenti convinzioni di Israele ed Iran

Dopo l’offensiva iraniana non sono mancati feriti e contusi, anche se in minor numero rispetto a quanto sarebbe potuto accadere senza la presenza dei sistemi di difesa efficienti, sia da parte delle forze occidentali sia dall’apparato militare israeliano.

L’Iran sostiene di aver colpito importanti basi militari israeliane nel deserto del Negev, ma il Governo ebraico nega gli ingenti danni provocati da Teheran, attestando che le azioni prodotte abbiano riportato danni piuttosto insignifcanti alle strutture

Stabilire con certezza, specialmente in casi come questo, quale sia stata l’effettivo risvolto dell’evento verificatosi nella notte scorsa: è piuttosto logico che gli “attaccanti” cerchino in ogni modo di definire positivamente le proprie azioni, mentre chi difende un territorio cerchi in ogni modo di sminuire le azioni nemiche. Tuttavia sembra che in questo caso, a livello effettivo, gli attacchi subiti da Israele non abbiano provocato enormi problematiche strutturali.

Il G7 in Italia sarà un’occasione per confrontarsi sui recenti fatti che coinvolgono il Medio Oriente?

Alla luce di quanto sta accadendo nel continente arabo, durante il G7 verranno discusse sicuramente anche tutti gli scenari politici e militari che si stanno ora verificando nel cortile mediorientale, soprattutto per coordinare eventuali operazioni a livello occidentale ed europeo: di fatto anche la NATO ha condannato la recente escalation, osservando le dinamiche che hanno coinvolto la contesa tra Israele e l’Iran.

A proposito dell’Italia, il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha espresso la sua ferma condanna per quanto accaduto ieri in Medio Oriente, affermando che oggi pomeriggio ci sarà una conferenza tra i leader del G7, per confrontarsi sugli ultimi avvenimenti.

Una situazione che, nonostante possa sembrare lontana da noi, coinvolge effettivamente il settore ad ovest del mondo, anche considerando che nell’epoca della globalizzazione, sarà necessario fare i conti con una quantità indefinita di connessioni-transitive che coinvolgono pienamente l’Europa, l’Occidente ed il resto dei partner.

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Gabriele Caramelli
Gabriele Caramelli
Studente universitario di scienze storiche, interessato alla politica già dall’adolescenza. Precedentemente, ha collaborato con alcuni Think Tank italiani online. Fermamente convinto che “La bellezza salverà il mondo”.

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