Julian Assange avrà la possibilità di non essere estradato: di cosa si tratta?

Ieri, gli Avvocati di Julian Assange, sono riusciti ad ottenere più tempo per fermare l’estradizione del giornalista australiano e fondatore di WikiLeaks: il nuovo barlume di speranza, è stato offerto dall’Alta Corte di Londra, con cui sarà possibile fare appello contro gli Stati Uniti d’America ed evitare l’estradizione dell’imputato.

Julian Assange, come ben noto, avrebbe desecretato – in passato – file inerenti alcune barbarie commesse dall’esercito americano durante l’intervento in Iraq. Le Corti di giustizia statunitensi sono alle sue calcagna da quasi due decadi e non sembrano intenzionate a mollare la presa: attualmente, il giornalista sarebbe stato rinchiuso nella prigione di Belmarsh, a Londra.

Un sospiro di sollievo per i suoi familiari, per la moglie Stella e per tutti coloro che sostengono da sempre il lavoro dell’informazione indipendente, più che mai fondamentale per dare voce a fatti inediti, al fine di raccontare i fatti reali che accadono nel tempo. Certo la speranza è l’ultima a morire, ma è ormai da tempo che Assange vive all’interno di un carcere di massima sicurezza, neanche si trattasse di un criminale, reo di aver commesso crimini contro l’umanità. Paradossalmente, il reato di cui viene perennemente accusato, è quello di averli raccontati e mostrati al mondo intero.

Sembra ridicolo anche soltanto immaginare che qualcuno venga processato per aver detto la verità su un disastro umanitario, mentre le responsabilità statali passano in secondo piano come se non avessero alcuna colpa nell’accaduto. 

Stavolta, gli avvocati del Divulgatore australiano, avrebbero fatto leva su due ragioni molto importanti per evitare la sua estradizione: la prima riguarda una legge dell’ “Espionage Act”, databile al 1917, con la quale gli Stati Uniti d’America potrebbero condannarlo addirittura alla morte. La seconda  invece, è l’impossibilità per Assange di rivolgersi al “First Amendment” essendo lui un cittadino australiano.

Insomma, accuse veramente fuori da ogni umana concezione ed ovviamente mirate a togliere di mezzo quello che per una parte dell’amministrazione americana rappresenta un impedimento: una specie di tirannide che vuole governare sulla paura e sulla sperimentazione di una punizione estrema ed esemplare. Chissà se l’amministrazione Biden avrà finalmente qualcosa da dire sul caso, magari collaborando finalmente per evitare l’estradizione per un uomo libero che da anni patisce le pene dell’inferno all’interno di un carcere in cui soggiornano criminali piuttosto pericolosi( terroristi ed assassini di ogni genere). Piuttosto evidente che le priorità del Governo Dem si concentrino più sulle vacuità della Teoria di Genere per accontentare i capricci folli di qualche individuo, anziché applicare la legge per tutelare i diritti umani di base.

Molti gli attivisti che in questi anni hanno preso parte alle manifestazioni per Julian Assange, gli stessi che ieri fuori dal Tribunale attendevano notizie sulla causa in corso: certo le notizie possono risultare come una vera e propria luce in fondo al tunnel, ma c’è ancora un sentiero da percorrere per arrivare fiduciosamente ad un esito positivo. 

E’ deprimente sapere che nel mondo contemporaneo ci sia una quantità di esseri umani disposta a strozzare la verità nella gola di chi ha le capacità per narrarla ai popoli: un chiaro esempio che la reticenza nell’ammettere gli errori, può portare una persona ad architettare escamotàge incredibili e a dir poco inquietanti.

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Gabriele Caramelli
Gabriele Caramelli
Studente universitario di scienze storiche, interessato alla politica già dall’adolescenza. Precedentemente, ha collaborato con alcuni Think Tank italiani online. Fermamente convinto che “La bellezza salverà il mondo”.

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