Kamala Harris: l’America potrebbe avere ben poco di cui sorridere

Dopo il ritiro di Joe biden dalla campagna elettorale, i sostenitori dei democratici americani hanno tirato un sospiro di sollievo dopo aver appreso che il prossimo candidato sarebbe stato una donna: stiamo ovviamente parlando di Kamala Harris, ossia l’attuale Vice-Presidente americano, nota principalmente per la sua inquietante risata tra una parola e l’altra. Non è dato sapere il motivo della sua contentezza, forse dovuta ad uno stato d’ansia duraturo, visto come sta procedendo la Casa bianca nella politica estera e nazionale in questo particolare momento storico. Per i cittadini americani, sembra sia più appropriato lo stato d’animo della paura, perché ritrovarsi nuovamente con un Premier attento esclusivamente a dinamiche riguardanti il femminismo, il gender ed altre mille idiozie, vorrebbe dire ghigliottinare definitivamente il ruolo degli USA a livello mondiale. 

Eppure Kamala continuerà a sorridere, nonostante il suo cliché sia diventato oggetto di scherno anche sul web. Ciò che preoccupa grandemente in tutta questa vicenda è che la nuova scelta dei democrats non abbia neanche un piano concreto per divincolarsi dalla situazione in cui gli USA si sono cacciati in Europa e in Medio Oriente. C’è un motivo se buona parte dei Leader mondiali preferiscono interagire con Trump, piuttosto che con Biden, rinomato per le sue fantasmagoriche idiozie propinate un po’ ovunque, con annesso inasprimento di rapporti già piuttosto precari.

Chissà se nel pacchetto completo della nuova prima punta rossa siano stati inclusi bonus come: dare la mano ai fantasmi, farfugliare davanti alla nazione durante interventi di vitale importanza, cadute catastrofiche degne di una compilation da grasse risate e chi più ne ha più ne metta.

Persino il Times ha deciso di regalare a Kamala una copertina, chiaramente in cui sorride senza mostrare il minimo di preoccupazione. Quando si parla di “Leader serio”. Ormai la duttilità al contesto politico è soltanto un vecchissimo ricordo. Per carità, di Presidenti americani fuori dal tempo la storia ne ha visti parecchi, ma questo non vuol dire che l’immonda tradizione debba continuare anche nel terzo millennio. Ad accompagnare la foto sulla cover della nota rivista la scritta in inglese “E’ il suo momento”, forse i redattori devono aver omesso la continuazione della frase “di annientare la dignità dell’America in giro per il mondo”.

Harris è il perfetto esempio del vuoto pneumatico che devasta dall’interno i progressisti americani. L’ideatrice della tecnica Shining forse ha intenzione di impaurire gli avversari con un sorriso, come nella miglior interpretazione orripilante e magistrale dell’attore Jack Nicholson. In Occidente, invece, c’è chi si appresta ad osservare il mutamento dell’Obama effect nel più classico dei Banal effects. 

Le elezioni si terranno a breve ed il rischio più grande per l’Europa ed il Nord America è quello di vedere il suo insediamento a Capo del Governo americano. Ancora peggio pensare che questa signora possa ambire a risolvere due crisi belliche insieme. C’è da immaginarsela tra le fiamme mentre tutto il mondo arde attorno a lei, forse il suo mandato potrebbe rappresentare la punizione divina per i crimini commessi dall’umanità fino a questo momento. In tal caso potremmo salvarci soltanto chiedendo la pietà ad una mentalità superiore, che chiaramente non è Kamala Harris.

Vista poi l’attenzione mediatica ed il grande clamore attorno alla sua designazione, viene spontaneo chiedersi se gli opinionisti e gli editorialisti americani abbiano bene a mente cosa voglia dire cambiare totalmente la rotta a pochi mesi dalle nuove elezioni: di certo la scelta dell’ex-procuratrice non è stata una dimostrazione di forza. Soprattutto, la candidatura ha sollevato una questione piuttosto sensibile, ossia quella di un Vice-Presidente nominato come secondo pochissimi giorni fa: si tratta di Tim Walz, ex-veterano e Governatore democratico del Minnesota.

Oltre ad essere disorganizzati, i progressisti americani sono diventati una macchietta e gli States un motivo di derisione. Ai cittadini americani non resta che recitare il motto nazionale “In God We Trust”, provando così a scongiurare il peggiore dei mondi possibili.

Gabriele Caramelli
Gabriele Caramelli
Studente universitario di scienze storiche, interessato alla politica già dall’adolescenza. Precedentemente, ha collaborato con alcuni Think Tank italiani online. Fermamente convinto che “La bellezza salverà il mondo”.

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