Kamala Harris potrebbe non riuscire a sanare tutti i disastri combinati da Biden: forse potrebbe anche peggiorarli 

Dopo la lettera di rinuncia al ruolo di Candidato Premier scritta e firmata – presumibilmente – dall’attuale Presidente americano Joe Biden, è arrivata la notizia riguardante la nomina del prossimo politico dem in corsa alla Casa Bianca: si tratta di Kamala Harris, ora Vice-Presidente degli Stati Uniti d’America e non troppo nota per le sue abilità, almeno fino a questo momento. Insomma, sembra che gli Anti-Trump riescano sempre a scegliere i profili peggiori per le campagne elettorali. Sicuramente sarà difficile fare peggio dell’anziano Sleepy Joe, ma ormai possiamo veramente aspettarci di tutto. 

Ormai la sinistra americana può esclusivamente contare sulle proprie forze retoriche ed oratorie, ammesso che gliene siano rimaste, per contrastare l’ascesa del Tycoon e del Partito Repubblicano. Le delazioni a cui sono stati sottoposti i politici di destra nel corso degli anni sono state molteplici e di certo non si faranno intimidire da chi cerca soltanto una scaramuccia per guadagnare qualche piccola percentuale. In sostanza, stilare un programma per il popolo e al fine di battere l’avversario moralmente, non sembra essere più il cavallo di battaglia per i socialdemocratici americani, ormai totalmente allo sbando e privi di una guida forte delle proprie intenzioni.

Stando alle terribili scelte fatte da Biden in ambito internazionale, per non parlare della dilagante epidemia narcotica da Fentanyl e la recessione che gli USA potrebbero affrontare nel 2024 secondo una stima di Forbes, la plausibile elezione di Kamala Harris potrebbe addirittura accentuare il disastro su più fronti se non dovesse prestare l’attenzione necessaria alle svariate esigenze.

Il Pragmatismo di Trump, potrebbe finalmente battere le assurde teorie dei democratici e all’Occidente – così come alla popolazione americana – non resta che attendere un rovesciamento di fronte per invertire finalmente la rotta ed evitare il declino della nostra società.

Peraltro qua si continua a parlare della Harris come se fosse la donna adatta per salvare il mondo dagli alieni, quando in realtà ci sarebbero anche altri nomi di governatori con cui lei potrebbe contendersi il posto di guida partitica, nel caso in cui la direzione dem dovesse decidere di organizzare nuove primarie. Certo è che a furia di rumori e cambi di rotta sulle scelte la gente rischia anche di confondersi, ma questa non sembra essere una preoccupazione per uno dei partiti più progressisti nel grande Ovest, d’altra parte hanno sbeffeggiato un’intera popolazione per anni. Che sarà mai qualche mese in più all’insegna dell’incertezza, arrivati a questo punto?

Menomale che la Harris sarebbe dovuta diventare la nuova Obama in versione femminile, fino a questo momento sembra aver dimostrato di essere soltanto l’ombra sbiadita del Presidente Joe Biden: parliamoci chiaro, forse vedendo l’operato del suo Leader avrà pensato di non volersene uscire per evitare di aggravare la situazione, oppure potrebbe aver preferito restare in disparte per evitare di essere ricordata come il suo braccio destro. 

Queste elezioni americane stanno assumendo connotati grotteschi e decisamente preoccupanti, soprattutto perché in passato si sarebbe opposta proprio a Joe Biden politicamente. In sostanza, l’indecisione nella scelta di un nuovo capofila per i dem li ha portati in passato a decidere di mettere insieme persone che neanche potrebbero sopportarsi lontanamente, non c’è da stupirsi del fatto che non riescano neanche a decidere una volta per tutte del futuro all’interno dell’organizzazione.

Quindi no, Harris non è meglio di Biden, sorride semplicemente di più e non ha dimostrato -fino a questo punto – di essere confusa quanto il suo predecessore. Il punto è che in politica non basta il sorriso per convincere gli elettori, servono parole, programmi e provvedimenti coerenti con i propri valori, se di questi possiamo parlare riferendoci al Partito della sinistra americana.

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Gabriele Caramelli
Gabriele Caramelli
Studente universitario di scienze storiche, interessato alla politica già dall’adolescenza. Precedentemente, ha collaborato con alcuni Think Tank italiani online. Fermamente convinto che “La bellezza salverà il mondo”.

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