La Banca di Cividale: monumento all’insuccesso

La vicenda delle quattro banche in risoluzione e delle due venete ha destato grande clamore ed è stata per anni argomento principale in molte testate e spazi televisivi. Ma, lontani dai clamori, sono tanti i piccoli istituti a barcollare, creando forti disagi ai propri clienti e soci.

Le banche locali di minor dimensione stanno affrontando un momento critico senza precedenti, che mette a dura prova i loro conti economici e la loro stessa tenuta.

Le banche di credito cooperativo, ad esempio, che per tanti anni hanno rappresentato il campione della banca locale di riferimento per il territorio, registrano ormai da tempo una sorta di “crisi identitaria”, essendo venuto a mancare quel rapporto mutualistico e genuino tra cliente e direttore, che una volta era alla base dello stesso statuto.

Tra le segnalazioni che ci arrivano quella di un socio della ex Banca di Cividale, in provincia di Udine, oggi CiviBank. Le sue azioni, che al tempo aveva comprato a 24.5 euro circa ora valgono 7.80 ma non basta. Il problema è che non può neppure venderle, in quanto non hanno valore oggettivo. E nessuno le compra. Sono quotate nel mercato himtf, un borsino digitale controllato, in cui il prezzo di scambio è contenuto entro bande di oscillazione fisse, per arginare il crollo di valore che si ha quando troppi vendono e pochi sono disposti a comprare, ma ugualmente queste azioni stanno progressivamente perdendo valore.

Quando Mario (nome di fantasia) decise di comprare le azioni di Banca di Cividale, lo fece con la promessa di riacquisto in qualsiasi momento. Garantita da funzionario e direttore. Quindi lo considerò un investimento sicuro e non certo speculativo. Lo stesso fece suo suocero, e chissà quanti altri clienti della Banca. Stiamo parlando infatti di una banca del territorio, dove aspettarsi di tutto meno che una fregatura.
Quando però Mario chiese di vendere le sue azioni gli fu risposto che non era più possibile a causa del bail in.

E adesso? cosa accadrà? Le sue azioni andranno probabilmente vicino allo zero, e alla fine verranno ricomprate con un operazione di buy back. Ma anche se nessuno ne parla, dentro questa banca ci sono dentro migliaia di risparmiatori come lui. Risparmiatori che di 100 hanno investito magari 80 in azioni che adesso valgono forse 18. Sono risparmi di una vita. E adesso valgono quanto un pugno di mosche.

Ovviamente il nostro amico azionista ha provato a parlare sia con il presidente che con il direttore generale della banca, che scaricano tutte le colpe al bail in e all’Europa. Ma davvero se un istituto va male, tutte le colpe sono dell’Europa e dei nuovi regolamenti? Non è che sta diventando una scusa troppo comoda? Mi diverto a prendere qualche informazione in più su questa Banca Friulana, e come immaginavo, su internet affiorano notizie che la dicono lunga su come è stato gestito questo istituto.

La prima cosa che salta agli occhi intanto è la sede.. faraonica a dir poco, soprattutto in considerazione del fatto che il territorio di appartenenza conta poco più di 11mila abitanti. L’immagine che vedrete, corredata al presente articolo, parla meglio di qualsiasi commento. Costo: 11 milioni di euro, per una sede, tra l’altro, consentitemelo, “improbabile” a dir poco.

Ma chi sono io per giudicare tale opera d’arte? Quasi mi vergogno quindi a pensare che forse era meglio se quei soldi fossero stati impiegati per rendere la banca più vicina ai suoi utenti e per finanziare le imprese locali.

Ma evidentemente non capivano nulla di opere artistiche neppure l’ex consiglio della Banca, che nel 2016, (come riporta il Messaggero Veneto) aveva imputato di cattiva gestione e mancato controllo i vecchi e attuali consiglieri e sindaci, proprio in merito all’autorizzazione di tale monumento futuristico.

Ma non solo. Continuando la nostra ricerca troviamo che era stata persino aperta un’inchiesta su un presunto sistema di favori tra ex vertici della Banca di Cividale e alcuni imprenditori.

Tra gli imputati, l’ex presidente dell’istituto Lorenzo Pelizzo, l’ex direttore generale Luciano Di Bernardo e l’ex vicedirettore Gianni Cibin. Sotto la lente, un presunto sistema di favori tra ex vertici della Banca di Cividale e alcuni imprenditori, nell’ambito del quale erano stati ipotizzati anche presunti episodi di estorsione e corruzione. Il Tribunale di Udine alla fine assolse tutti gli imputati per insussistenza dei fatti contestati, (un copione purtroppo ben noto). Nello specifico, per i reati più gravi venne dichiarata l’assoluzione perché il fatto non sussisteva, mentre per i reati meno gravi  venne dichiarato di non doversi procedere per intervenuta prescrizione.

Come sempre in questi casi, provvidenziale lo scadere dei termini, su cui puntano sempre gli avvocati difensori. Per inciso, si dissolsero in una bolla di sapone anche le accuse di corruzione per la costruzione della sede dell’istituto bancario.

Saremo maliziosi, ma francamente ci viene di pensare che la fase di recessione dell’economia, il bail in ed i nuovi regolamenti europei non siano il motivo principale delle sventure della banca Friulana, affossata probabilmente da diverse scelte dissennate. E allora appare sempre più necessaria una nuova Commissione d’Inchiesta che vigili sul sistema bancario, lo dobbiamo ai tanti azionisti e clienti di queste banche, costrette a pagare con i loro risparmi sudati, le scelleratezze e le gestioni dissolute di certi cda.

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Letizia Giorgianni
Letizia Giorgianni
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1 commento

  1. Anche io sono nella situazione del Sig. “Mario”…almeno non pagavo la tenuta del conto presso la filiale della CiviBank ma quando hanno iniziato anche a far pagare 2 euro al mese ho trasferito tutto presso altra banca.
    Ora le azioni sono li, ferme, svalutate in attesa di un dividendo che non viene mail deliberato (va sempre a riserva statuaria e legale)…e non vedo l’ora che la CiviBank venga acquistata una grossa banca: forse solo allora le azioni convertite potrebbero guadagnare qualcosa.

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