La castità non è un tabù.

Le parole di Bergoglio non sono una novità nella Chiesa e nella sua dottrina del Magistero. Ultimamente devo dire che stupisce anche il sottoscritto che proprio lui parli di certe tematiche controcorrente in controtendenza col suo pontificato espresso finora. Quando ha detto cose giuste, lo ha fatto in maniera naturalista e positivista, ovvero non parlando per ex catedhra, cioè secondo la dottrina della Rivelazione: si veda il suo discorso recente e giustissimo sotto il profilo puramente sociale della demografia, scevro però ad ogni rimando della Grazia soprannaturale.

Nelle sue recenti dichiarazioni sulla castità prematrimoniale non ha nient’altro affermato che una Verità: Verità naturale (ovvero che risponde alla legge di Natura), perché la castità, infatti, era un valore virtuoso anche prima dell’istituzione matrimoniale sacramentale voluta dal Dio cattolico. Ce lo insegna la letteratura greca e latina.

Il Cristianesimo con la venuta del Figlio istituisce il matrimonio sacramentale, rendendolo da naturale a soprannaturale con la Grazia santificante: dunque non solo ribadisce la castità prematrimoniale – già insito nella cultura di ogni civiltà precristinana che rimanda alla Pietas-, ovvero il conservarsi e donarsi sotto l’insegna di Cristo, ma anche castità post matrimoniale: ciò non vuol dire non avere rapporti col proprio coniuge all’interno dell’istituto matrimoniale, tutt’altro. Si legga l’encicilica Casti Connubi di Pio XI, attualissima in quanto si rifà ai valori eterni e l’eterno non passa mai di moda.

Stupisce l’ignoranza delle persone, siano esse atee siano esse “cattoliche” o vicine ai valori della Tradizione: perché sono proprio costoro che trattano la questione come un tabù con commenti imbarazzanti. Ma non è colpa loro.

Giacomo Casanova, uno dei più grandi latin lover, parla della castità nelle sue Storie come valore sublime in riferimento ad alcune ragazze che incontrò nella sua lunga ed entusiasmante vita; così come molti cattolici prima del mutamento antropologico avvenuto sessant’anni fa in concomitanza con il Concilio Vaticano II, guarda caso… e sì che anche prima della liberalizzazione sessuale (meglio conosciuta come rivoluzione sessantottina, fenomeno tutt’altro che spontaneo), le persone sicuramente non erano sante in terra, e lo stesso valore della castità non veniva sempre rispettato, anzi…e con ciò non si legittima o condanna alcunché, semplicemente si esegue una fotografia storica antropologica: si viveva senza complessi mentali, tenendo saldi e primari quei valori naturali e soprannaturali citati poc’anzi e che la società odierna, borghese e meccanizzata, tenta di scardinare.

Ma è proprio il Concilio Vaticano II la vera tragedia: la parola “peccato” è stata abolita per piacere al mondo, in cerca del famigerato dialogo e compromesso con l’ecumenismo religioso e liberale, con la conseguenza che nelle parrocchie i preti, vuoi appositamente, vuoi per ignoranza, non insegnassero e insegnino più  l’unica visione di vita sulla quale ci siamo poggiati per millenni.

A questa conseguenza la fa da sfondo una società erotizzata sotto ogni punto di vista, la quale per colpe attribuibili a certe lobby che operano anche all’interno della Chiesa, ha letteralmente rovinato il cervello di molte persone (si pensi alla pornografia, o meglio dello stupro legalizzato quale è, che ha reso spettacolare e meccanico una cosa di per sé molto bella).

Ho parlato di Rivelazione: quanti sanno cosa sia? Ho parlato di Concilio Vaticano II: quanti sanno cosa sia stato? Ho parlato di Grazia soprannaturale: quanti sanno cosa sia? Ho parlato di tante altre cose…forse è il caso di tornare a scoprire il Catechismo, perché non c’è nulla di più semplice, alto, bello e profondo di ciò che è sempre stato, è e sarà.

E ricordiamoci una cosa: la castità come Virtù applicata dai migliori santi che non solo la Chiesa ci regalò, ma la stessa storia, è una delle tante cose che si apprezza leggendo la storia di un qualsiasi santo. Perché se è vero che l’eroe affascina, il santo soggioga. E non c’è stato nella Storia miglior soldato virile di quello casto.
Abbiate il coraggio di affermare che un sant’ Atanasio, un sant’Agostino, un san Domenico, un san Francesco, un san Luigi o un sant’Ignazio, tanto per citare dei piccoli esempi, fossero delle donnette. Abbiatelo. Senza parlare dei Samurai o dei Giannizeri, se vogliamo spostarci oltre la cultura cristiana.

Personalmente ho conosciuti tanti bravi sacerdoti e laici casti, con una virilità tale da creare ammirazione e rendermi piccolo di fronte a loro.

In molti pensieri esternati a seguito di queste dichiarazioni di Bergoglio è come leggessi i vari Rosseau, Voltaire o Freud, depravati senza storia.

Studiare per essere liberi, nella Verità.

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1 commento

  1. Bellissimo articolo, scritto da un uomo italiano contemporaneo mi stupisce gradevolmente. Purtroppo la castità non è considerata più un valore da un pezzo, la liberalizzazione dei costumi ha portato ad un disprezzo tale per chi osasse dirsi casto che si è creato veramente un tabù. Meglio promiscuo, addirittura quel programma La Zanzara di Radio24 fa pubblicità al sito di vendita Only Fans in cui la dignità degli esseri umani è degradata a merce, il conduttore complimenta le ragazze che guadagnano moltissimo su quel sito, sdogana la prostituzione ogni sera a partire dalle 20 malgrado le proteste…. Ed è la radio di confindustria ! Dovremmo invece recuperare il valore della castità anche nel matrimonio, perchè il rispetto reciproco crescerebbe e le famiglie sarebbero più unite, perchè è l’Amore che le cementa e non la fisicità. Ma l’uomo e la donna italiani, così passionali, saranno capaci di sforzarsi per questo?? Preghiamo di sì, così forse anche la piaga del femminicidio si ridurrebbe… un uomo che rispetta profondamente la sua donna, e madre dei suoi figli, non riesce a commettere quel delitto, sa che lascia degli orfani.. Non si parla mai degli orfani di femminicidio, perchè?

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