“Abbiamo istituito una commissione per capire quale è lo strumento migliore per collegare la Sicilia alla Calabria. Per collegarle su ferro, su strada e con una pista ciclabile. L’opera che verrà deve essere sicura ed economicamente sostenibile”.
Questo il pensiero espresso mercoledì sera in un post su Facebook dal ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Paola De Micheli. In poche parole, la versione tragicomica e 2.0 del Ponte sullo Stretto. E, come prevedibile, si è scatenato il mondo dei social.
Inizialmente, come prevedibile, è stata l’ironia a farla da padrona: “Ora, dopo il ponte, proporranno il tunnel, le piste ciclabili, arriverà anche il monopattino, e spero che nessuno proponga la funivia o la catapulta”. Non sarebbe nemmeno male, questa ironia, se non fosse che arriva da Giuseppe Provenzano, Ministro del Sud, collega e sodale di partito della De Micheli. Ridono delle loro stesse proposte. Un minuto di silenzio.
Inappuntabile, invece, la chiosa di Giorgia Meloni, che va dritta al nocciolo della questione: “Altri esperti, altre spese, una nuova commissione. Per fare cosa? Udite udite: ragionare su una pista ciclabile per collegare le due sponde dello stretto di Messina. In un momento di crisi come questo, chi non ha come priorità fare due pedalate tra la Calabria e la Sicilia? Ma vi rendete conto a chi è in mano l’Italia?
PS: Ma la pista sarà omologata anche per i banchi a rotelle?”.
Perchè si, al di là della facilissima ironia – è un po’ come sparare sulla croce rossa – la questione è presto detta: ci troviamo di fronte all’ennesima fanfaronata del Governo, che da mesi a questa parte è in grado solo di nominare commissioni di esperti su esperti per non prendere decisioni o per prenderne di fallimentari.
Guardiamoci in faccia: l’Italia è sempre stata un Paese di santi, navigatori e poeti. Oggi è un Paese di esperti. Esperti su esperti, a profusione. Nessuno, però, si rende conto che operando in tale modo si toglie alla politica il suo ruolo principe, cioè quello di governare la Nazione nell’interesse dei consociati. Sarà, questo Governo, ricordato senza alcun dubbio come il Governo del Disimpegno.
In un momento nel quale servirebbe la capacità di prendere decisioni volte al rilancio, al raggiungimento della piena occupazione, a lasciarsi alle spalle un periodo di forte contrazione economica, in questo momento invece si delegano decisioni fallimentari agli “esperti”.
E allora sorge una domanda: ma la pista ciclabile, almeno, sarà omologata per il teletrasporto?