La Francia dei disordini: attacchi all’Alta Velocità di Parigi in occasione dei giochi olimpici

Ça va sans dire, in Francia la situazione non fa che peggiorare specialmente ora che iniziano le Olimpiadi parigine. Stamattina le ferrovie francesi SNCF sono state oggetto di un attacco evidentemente premeditato: 3 linee ferroviarie del TGV atlantico sarebbero state colpite dagli incendi e fin da subito non è stata esclusa l’ipotesi di sabotaggio. Un fatto piuttosto grave e che di certo non gioverà alla nuova rappresentanza multicolore francese, la quale dovrà prendersi carico di risolvere il problema in concomitanza con le strutture dei trasporti ferroviari danneggiati. I disagi non coinvolgeranno soltanto la popolazione francese, ma anche tutti coloro che da altri paesi sono accorsi in massa per osservare da vicino gli eventi sportivi. La TGV presenta quattro linee di cui tra sarebbero momentaneamente fuori uso, di certo non uno splendido biglietto da visita per l’esecutivo di Gabriel Attal.

L’intelligence nazionale si sarebbe ora mobilitata per comprendere quale sia la matrice di queste becere azioni, mentre alcune fonti della pubblica sicurezza hanno rivelato che le iniziative vandaliche in analisi siano molto comuni tra i gruppi dell’estrema sinistra francese. Cose da pazzi, in poche parole abbiamo scoperto che in Francia c’è un’estrema sinistra più estrema di quella capitanata da Mélenchon, quello che si definisce trotzkista e fiero di essere animato da un’antica variante comunista. Sembra che al peggio non ci sia mai fine.

Si è parlato di un’azione ecologista e dei presunti coinvolgimenti di persone interne all’SNCF, a quanto pare gli infiltrati sono ovunque, ma d’altronde siamo nella cosmopolita, liberalprogressista ed altalenante Francia, che altro potremmo mai aspettarci da uno Stato martoriato da anni in ogni modo: partendo dalla politica fino ai vari scontri tra manifestanti e polizia nelle piazze. Alla faccia dell’ambientalismo, se queste sono le persone che tengono all’ambiente siamo rovinati su tutti i fronti, altro che Greta Thunberg.

Amelie Oudea-Castera, Ministro dello sport, crede che queste azioni siano premeditate contro i Giochi Olimpici su cui per 10 anni sono state investite molte risorse. Se soltanto i governi liberalprogressisti avessero investito qualche somma di denaro sulla pubblica sicurezza  a quest’ora non staremmo neanche parlando e scrivendo di questo argomento.

I disagi sono pesantissimi e con risvolti piuttosto pesanti per circa 800.000 persone, quasi un milione. Chissà se le compagnie ferroviarie riusciranno a riparare in tempo i danni subiti, ma i dubbi sono più che legittimi. La perdita economica è già molto ampia, figuriamoci un riscatto con annessi trattamenti di favore per tutti i visitatori rimasti coinvolti.

Gli ordigni incendiari utilizzati per l’azione piromane fanno ovviamente pensare a qualche gruppo antagonista che vorrebbe evidentemente salire agli onori delle cronache guadagnandosi attribuzioni delinquenziali da parte della stampa e dei politici: incredibile pensare che questi si definiscano rivoluzionari bruciando intere linee ferroviarie, bloccando un intero sistema di connessioni perché magari la TAV non gli piace. Bisognerebbe spiegare a questi luddisti della prima ora che lesionare un apparato per qualche capriccio complottista non è da rivoluzionari, ma da incivili senza un briciolo d’educazione.

Lo Stato francese regredisce al ‘68, chissà se a breve rivedremo balzare sugli schermi una nuova pellicola sulla falsa riga di quelle prodotte da Jean-Luc Godard, sicuramente potremmo farne a meno. Nel caso in cui Mélenchon dovesse ritrovarsi sulla sedia di Primo Ministro al posto di Attal, per mano di Emmanuel Macron, potremmo veramente aspettarci una distopia democratica preoccupante: quando i liberali si fondono con i “comunisti” vuol dire che il capolinea è vicino.

Qualcuno pensava che gli ultracompagni avessero in mente soltanto la sconfitta di Le Pen alle elezioni, ma non è così: agli antifascisti di professione interessa soltanto l’imposizione del proprio volere sugli altri, anche a costo della prevaricazione.

Gabriele Caramelli
Gabriele Caramelli
Studente universitario di scienze storiche, interessato alla politica già dall’adolescenza. Precedentemente, ha collaborato con alcuni Think Tank italiani online. Fermamente convinto che “La bellezza salverà il mondo”.

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