“Se avrete la forza e la coerenza di andare avanti, sarete di sicuro la quarta gamba solida, forte, concreta e vincente della nostra coalizione”. Non ha usato giri di parole, il presidente del Senato Ignazio La Russa nel suo intervento di saluto all’assemblea nazionale di Noi Moderati a Roma.
“Con la solita perspicacia – ha ricordato in particolare La Russa – fu Giorgia Meloni a insistere perché le energie importanti che poi confluirono in Noi moderati non venissero annegate e disperse nei partiti della coalizione, come era possibile. Fu giusta la scelta che nascesse una quarta gamba come era nella tradizione del centrodestra”. “Esteticamente questo simbolo mi piace, mi piace anche il significato che vuole avere perché mi ricorda il mio vecchio capo. Pinuccio Tatarella parlava del centro, era uno dei suoi chiodi fissi e in un famoso intervento ebbe a dire che in un sistema bipolare quale quello che si è creato nella nostra nazione, pur con specificità italiche, il centro da solo non può avere una esistenza vera. Definiva il centro come una zattera grande in mezzo al fiume, dove la riva destra e la sinistra si contrappongono e fanno da argine a un Paese che va verso il futuro. La zattera se sta in mezzo e non trova un punto di attracco non ha una sua utilità. Quindi deve ormeggiarsi a destra o a sinistra, deve fare una scelta. Diventa pura presupponenza pensare di poter solcare solo le acque del fiume”.
“La scelta di Noi moderati, ha concluso il presidente del Senato “è la prosecuzione politica certo di De Gasperi e delle encicliche e del pensiero liberale, ma anche della visione del centro che aveva Pinuccio Tatarella. Mettete Pinuccio Tatarella tra i vostri soci fondatori, non vi troverete male”.
Anche Mara Carfagna nel suo intervento conclusivo all’assemblea di Noi Moderati ha tenuto a rimarcare come “Giorgia Meloni abbia già ampiamente dimostrato di essere una leader capace di guardare lontano, determinata ad allargare l’offerta politica del centrodestra andando oltre le gelosie, oltre la paura del nuovo che spesso segna in negativo la vita dei partiti e delle coalizioni”.
“Penso – ha aggiunto Carfagna- che anche questa sia una delle grandi sorprese delle leadership al femminile: la capacità di includere, di aggregare e di accogliere e senza antagonismi. La sua fiducia – ha concluso – deve essere uno stimolo quotidiano a fare meglio e di più per raggiungere i nostri obiettivi”.
La stessa Carfagna ha poi tratteggiato le linee future su cui intende muoversi Noi Moderati: “Il nostro centro deve essere il luogo della ragionevolezza, del buonsenso, della responsabilità, della serietà. Il luogo della difesa dei valori di umanità, di solidarietà, di giustizia sociale. Sono tempi difficili, di tensione altissima. Tempi che richiedono il coraggio politico di affrontare i problemi per risolverli, non la demagogia, il cinismo, l’opportunismo di cavalcarli per guadagnare consenso. Serve il coraggio – ha aggiunto – di chi sa che fare politica significa misurarsi con la realtà. Significa, come diceva De Gasperi, realizzare, non promettere. Il centro deve perciò tornare a essere protagonista con il suo modo serio e responsabile di fare politica. E questo significa anche comprendere le angosce delle famiglie, dei cittadini. C’è il grande tema della perdita del potere d’acquisto: dobbiamo affrontarlo con la forza e con la serietà di cui siamo capaci. C’è il tema del mercato del lavoro che cambia con le rivoluzioni tecnologica e digitale: dobbiamo dare risposte a quanti perdono il posto a causa di processi di automazione, di sostituzione degli uomini con le macchine, assicurando loro una forma di protezione che non può essere il reddito di cittadinanza ma deve essere fornita attraverso la formazione e la riqualificazione. C’è ancora il tema della sicurezza, che va affrontato con concretezza e intelligenza, garantendo il controllo del territorio e la repressione dei reati, aumentando la presenza dello Stato, una presenza forte e visibile, ma allo stesso elaborando anche un grande piano di riqualificazione e di rigenerazione delle periferie italiane e un piano che poggi sull’istruzione e sull’educazione”.