Cecilia Parodi è la scrittrice, dalla carriera non brillantissima, che pubblicò un video, prontamente cancellato, in cui esprimeva tutto il suo odio contro il popolo ebraico. Questo il testo del suo discorso: “Odio tutti gli ebrei, odio tutti, tutti gli israeliani dal primo all’ultimo, odio tutti quelli che li difendono, tutti i giornalisti, tutti appesi per i piedi, non basta piazzale Loreto, ci vuole piazza Tienammen per appendervi tutti, io ve lo giuro, io sarò in prima fila per sputarvi addosso”. Il problema è che la Parodi era stata varie volte ospite del Pd milanese, in particolare dei giovani del partito, i Giovani democratici, in qualità di esperta della questione mediorientale. Un’esperta per nulla di parte in pratica…
Il curriculum
I convegni dei Giovani democratici avevano già messo in difficoltà il partito milanese, per la forte presenza di ospiti pro-Hamas, ma il video della Parodi fu la ciliegina sulla torta. Parodi che, a quanto pare, strinse sempre più i rapporti con la giovanile del Pd, tanto da essere ospitata anche in altri convegni dei Gd presso la Statale di Milano. Come riporta Libero, al termine di uno di questi la scrittrice recitò un passo del Corano: “Vi metteremo alla prova con terrore, fame e diminuzione dei beni delle persone e dei raccolti. Ebbene, dai la buona novella a coloro che perseverano”. Passo che può essere analizzato come un messaggio di pace e di fede nella religione, ma in realtà viene utilizzato soprattutto dai terroristi per la giustificazione dei loro crimini. Fa pienamente parte della guerra santa combattuta dai fondamentalisti e anche da Hamas: questo è ciò che è stato riportato agli studenti della Statale. Inoltre la Parodi aveva anche partecipato ai “Dialogues for Gaza”, la manifestazione a favore della Palestina organizzata a Roma con il lavoro anche dell’Assessorato alla Cultura capitolino.
È tornata più forte di prima
Dopo il videomessaggio incriminato datato agli inizi di luglio che ha fatto esplodere l’indignazione del centrodestra nel silenzio totale della sinistra in evidente imbarazzo per l’accaduto (“Schlein ritiene ammissibile che una persona portatrice di tale odio e tali aberranti idee possa essere ospite di eventi della giovanile del Pd?” si chiese a ragione il presidente dei senatori di Fratelli d’Italia Lucio Malan), la Parodi aveva fatto trascorrere alcuni giorni senza post sui suoi profili e senza dichiarazioni particolari. Anche se, dopo che le acque si sono calmate, la scrittrice sembra evidentemente non aver imparato alcuna lezione: Parodi è infatti tornata sui social anche più forte di prima, manifestando la sua ammirazione a Yaya Sinwar, nuovo leader di Hamas, e al contempo il suo dispiacere per la morte dell’ex capo Ismail Haniyeh. Per lui un cuoricino spezzato.
La denuncia della Segre
Tutta questa lunga digressione per arrivare agli ultimi giorni. Costatato che il lupo perde il pelo ma non il vizio, è arrivata però una bella batosta per la Parodi. Perché se possiamo dire che, figuraccia nazionale a parte, alla scrittrice era andata di lusso vedendo compromessa soltanto la sua reputazione (anche se, per alcuni, il suo orientamento pro-Hamas è nettamente un pregio) e non la sua fedina penale, ora le cose sono cambiate: alla Parodi è arrivata una bella denuncia, direttamente dalla senatrice a vita e più nota rappresentate della comunità ebraica Liliana Segre. L’accusa non è di quelle sorvolabili: istigazione a delinque per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa, nonché diffamazione aggravata dall’odio razziale. La causa, alcuni insulti rivolti alla senatrice. Ora la Parodi cambierà idea sul suo odio antisemita? E la Schlein finalmente proferirà parola sulla vicenda?