La sinistra grida alla censura in Italia ma tace sui giornalisti Rai espulsi dal regime comunista di Maduro

Fratelli d’Italia minaccia la libertà di stampa, libertà di informazione in pericolo, Scurati è stato censurato, TeleMeloni, il report (costruito ad arte dai giornalisti di sinistra) dice che la libertà dei media in Italia è in costante declino negli ultimi anni. La sinistra è sempre in prima linea per difendere i giornalisti dal presunto regime di Giorgia Meloni che vuole tappargli la bocca. Ecco perché è assordante il silenzio di Pd e Usigrai (organizzazione sindacale dei giornalisti Rai) sui giornalisti Rai espulsi dal Venezuela. L’occasione per ergersi a difesa della libertà di stampa era ghiotta, quindi la domanda sorge spontanea: perché nessuna dichiarazione a difesa degli inviati del Tg1? 

La risposta è semplice: il regime di Maduro è un regime comunista, la sinistra è concentrata sull’antifascismo, meglio non distrarsi, la via maestra è quella, non si può condannare il vero volto della censura se è all’opposto del presunto fascismo che viene tirato in ballo ogni 48 ore in Italia. 

La testimonianza del giornalista Rai

Negli ultimi giorni il regime di Maduro ha mostrato il suo vero volto. Le opposizioni hanno denunciato l’elezione farsa che gli ha permesso di restare al potere. Le proteste si sono accese in tutto il paese, contro le quali il dittatore comunista ha usato il pugno di ferro, repressione totale: spari sulla folla, arresti e censura. 

Il giornalista italiano della Rai Marco Bariletti e il suo cameraman Ivo Bonito si trovavano in Venezuela per documentare la violenza perpetrata dal regime. Appena arrivati Bariletti e Bonito si sono imbattuti in una schiera di gabbiotti della polizia di frontiera, dove venivano consultate delle liste sui cellulari: “Siamo stati subito separati dal gruppo – racconta il giornalista del Tg1 – ci hanno preso i passaporti e, dopo qualche domanda di circostanza, del tipo che fai qui e dove vai, ci hanno lasciato lì. Eravamo dentro un rettangolo delimitato da nastri, guardati da altri poliziotti. Non potevamo usare il cellulare ed eravamo senza passaporti. Questa situazione di limbo è durata un paio d’ore. Dopo circa due ore e mezza senza dirci niente, è arrivata una poliziotta che ci ha riportato indietro, davanti al finger dell’aereo dal quale eravamo scesi prima e ci ha intimato di salire”. Bariletti a quel punto ha chiesto di poter parlare con un funzionario della polizia: “Mi hanno risposto ‘noi siamo la polizia dell’immigrazione, non c’è nessun responsabile, lei deve fare quello che diciamo noi’. Un membro dell’equipaggio – aggiunge Bariletti – ci ha portato dalla polizia di frontiera che ci ha ridato il passaporto con il decreto di espulsione del governo del Venezuela come persona indesiderata che non ha superato il controllo immigrazione. Quando ho avvisato i miei contatti a Caracas tutti mi hanno chiesto di cancellare le conversazioni e i contatti dal cellulare per paura di poter essere rintracciati. Ecco questo è il clima che si respira. Nessuno ci ha fatto del male, però siamo stati allontanati ed è chiaramente la dimostrazione del fatto che non vogliono testimoni per quello che sta accadendo”, conclude il giornalista del Tg1. 

La differenza tra Fratelli d’Italia e il Pd

Mentre i componenti di Fratelli d’Italia nella commissione Vigilanza Rai hanno espresso solidarietà e vicinanza agli inviati, dalle opposizioni nessuna parola. Sul silenzio si è espresso il deputato di Fratelli d’Italia, Francesco Filini, capogruppo in Vigilanza Rai: “Tutto davvero molto triste che conferma la malafede di questa sinistra, e dello stesso sindacato Usigrai, anch’esso in rigoroso silenzio, che si ricorda di difendere diritti e libertà soltanto quando fa comodo”. 

La sinistra vuole dare patenti di legittimità democratiche ma si scontra con la realtà dei fatti: mentre Fratelli d’Italia ha firmato la risoluzione europea che condanna tutti i totalitarismi (nazismo, fascismo e comunismo), il Pd si è astenuto. 

Due indizi fanno una prova, i compagni non riescono a condannare i regimi comunisti. 

Alessandro Guidolin
Alessandro Guidolin
Classe 1997, piemontese trapiantato a Roma. Laureato in giurisprudenza, appassionato di politica e comunicazione. “Crederci sempre arrendersi mai”

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