A farne maggiormente le spese con questo brulicare di scioperi generali e agitazioni, sono sempre i cittadini. Specialmente lavoratori e pendolari, costretti a timbrare il cartellino molto spesso in ritardo, costretti altre volte anche a richiedere giorni di ferie (anche non retribuite). Tutto per colpa di chi esagera, approfittando del diritto allo sciopero, che resta sacrosanto. Ma in poche settimane, l’agitazione si è fatta fortissima, i lavoratori vivono disagi a giorni alterni e una tregua sembra proprio impossibile da ottenere. La Cgil, il sindacato rosso, è convinta delle sue scelte e, dopo un’agitazione durata tutta la giornata di domenica, è in arrivo la data più temuta: il 29 novembre, il giorno dello sciopero generale indetto dal sindacato di Maurizio Landini e della Uil di Pierpaolo Bombardieri. Il tutto, per protestare contro una manovra che ha confermato il taglio delle tasse per i lavoratori, specie per i redditi più bassi, riuscendo altresì a non prevedere nessuna nuova imposta per i contribuenti. Valli a capire!
La richiesta della Commissione a tutela dei cittadini
Per quel giorno, i disagi saranno notevoli. Anche se la commissione di garanzia sugli scioperi nei trasporti non è rimasta con le mani in mano. Impossibile, quantomeno, cercare di limitare i danni, intervenendo per garantire sia il diritto di scioperare a chi vuole farlo, ma anche il diritto a non scioperare per chi invece vuole andare a lavorare. Perché è incredibile che, ogni settimana, si venga ostacolati mentre si compie il proprio mestiere. Così si penalizzano proprio i lavoratori che i manifestanti vorrebbero tutelare.
Tornando al garante, proprio per garantire a tutti i propri diritti, la commissione ha fatto richiesta di una riduzione dei tempi dello sciopero generale, da otto a quattro ore. La motivazione è semplice: c’è “il fondato pericolo di un pregiudizio grave ed imminente ai diritti della persona costituzionalmente tutelati”. Questa è la richiesta fatta pervenire dal garante al ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. Viene denunciata la concentrazione di una pluralità di scioperi, alcuni dei quali già indicati come illegittimi, che ha provocato un pregiudizio grave per la mobilità di utenti e dei lavoratori. Tant’è che – è notizia di ieri – a causa dello “sciopero generale dei settori pubblici e privati e dello staff handler degli scali di Milano Linate e Venezia”, anche Ita Airways “si è vista costretta a cancellare 41 voli nazionali, di cui 39 previsti nel giorno dello sciopero”.
Convocata la riunione tra ministero e sindacati
Allora, con una lettera ufficiale del Mit, il ministro Salvini ha convocato le sigle sindacali alle 16.30 di oggi per discutere sulla richiesta della Commissione di garanzia sugli scioperi e per cercare di arrivare dunque a un giusto compromesso: garantire le forme di sciopero ma limitare i disagi per i cittadini. Ma guai a proporre offerte del genere che subito arriva il comunicato congiunto di Landini e Bombardieri, che se la prendono con il governo che, secondo loro, vorrebbe limitare il diritto allo sciopero. “Nonostante gli incontri formali e informali che si sono svolti nei giorni scorsi e nonostante l’apertura al dialogo manifestata da Cgil e Uil, che hanno già rispettato la legge, esonerando dallo sciopero la categoria del trasporto ferroviario, la Commissione di garanzia ha obbedito ai diktat del ministro Salvini, pubblicati sistematicamente sui social e attraverso la stampa, continuando ad avanzare ulteriori richieste per la limitazione del diritto di sciopero”. I due sindacalisti continuano a confermare “tutte le ragioni e le modalità dello sciopero generale del 29 novembre”. Sarà dunque complicato arrivare a un giusto compromesso, se dall’altra parte, al di là dei proclami al dialogo, ci si chiude in una battaglia ideologica e aprioristica. Chi se ne frega se, la peggio, l’avranno ancora una volta i cittadini…
Caro Andrea, bisogna che qualcuno alla fine lo dica.
Che diritto sarebbe mai quello di sciopero?
Una persona firma un contratto di lavoro dipendente.
Con le tutele che ha in Italia, superiori a quelle di ogni altro tipo di contratto, è già una fortuna, dovrebbe solo dire grazie.
Invece no.
Il giorno dopo aver firmato, il nostro galantuomo dice che il contratto non gli va più bene, ne vuole uno migliore. Che problema c’è? Se ne vada e se ne cerchi uno migliore. Da noi c’è la libertà, non la schiavitù.
No.
Il nostro galantuomo non se ne vuole andare, ma sospende i propri obblighi contrattuali – in una parola non lavora – e ritiene che il malcapitato datore di lavoro non possa sospendere a sua volta i suoi obblighi, cioè non possa rescindere il contratto per inadempienza dell’altra parte.
Mi sembra quello che il codice civile chiama “patto leonino”. Una parte rivendica diritti che prevaricano quelli dell’altro contraente. Il codice civile lo considera illegale.
La Costituzione dice che il “diritto di sciopero” è ammesso nell’ambito delle leggi che lo regolano.
Di queste leggi non abbiamo ancora traccia, se non in casi sporadici.
Che si facciano tali leggi, e che dicano una volta per sempre che una parte ha diritto di non adempiere ai suoi obblighi solo in casi di forza maggiore e di palese inadempienza dell’altra a fronte di norme vigenti.
E’ ora di farla finita con questa retorica dell’operaio sfruttato.
Ma avete fatto caso che chi sciopera sono sempre le categorie più forti? I dipendenti pubblici, ultra tutelati e pagati più dei privati, i dipendenti delle aziende monopolistiche (ferrovie, trasporti pubblici, servizi pubblici in generale…). Ogni tanto si minaccia persino lo sciopero dei giudici!
Con affetto
Alessandro
Landini è un politico allineato a sinistra che appare solo alle manifestazioni sindacali. E come la sinistra procura danni così lui fa la sua parte.
Imbecille nel senso che imbelle Aldo, Giovanni e Giacomo scena iconica. Tre uomini e una gamba.