Le donne del PD avevano già lamentato nei mesi scorsi che una candidatura di Elly Schlein alle prossime elezioni europee avrebbe danneggiato le quote femminili del partito. Ora, la polemica si è riaccesa da diversi giorni, da quando è parsa sempre più certa la candidatura non solo di Elly Schlein, ma anche di altre donne esterne al PD. L’obiettivo della segretaria sarebbe infatti quello, proponendosi, di alleggerire il divario che corre tra PD e Fratelli d’Italia (ammesso che la sua candidatura sia un bonus per i dem: alcuni sondaggi dicono il contrario…). E nel farlo, Schlein si sarebbe riservata il terzo posto delle liste, lasciando il secondo a un uomo (come prevede l’obbligo sull’alternanza di genere) e il primo a un’altra donna esterna al partito, appartenente alla società civile, capaci di farsi strada fuori dal mondo della politica. Tra i nomi delle papabili, ad esempio, c’è quello di Lucia Annunziata. Schlein potrebbe essere prima nella lista solo nella circoscrizione delle Isole, dove il PD affanna maggiormente.
Sarebbero, in questo modo, ben pochi gli spazi rimasti vuoti per le altre donne del PD, pure per le europarlamentari uscenti: l’unica che potrebbe trovare spazio sarebbe Camilla Laureti. Per il resto, le donne dem del Parlamento europeo e le altre del partito resterebbero fuori, escluse proprio dal primo segretario donna del fu Partito Comunista, proprio da colei che ha fatto del femminismo un suo cavallo di battaglia, proprio da colei che lamentava l’operato del governo Meloni perché “c’è differenza tra essere donna ed essere femminista”.
Le lamentele delle dem sono arrivate dalle pagine del Foglio, tramite il quale Pina Picierno, europarlamentare PD e vicepresidente del Parlamento europeo, ha considerato il fatto “un problema di femminismo”: “Sarebbe una scelta incomprensibile perché abbiamo fatto della parità di genere una bandiera e del femminismo il nostro tratto identitario. Il femminismo e la sorellanza si rivendicano, ma soprattutto si praticano ogni giorno, specie in scelte che hanno un impatto importante, come la composizione delle liste”. Quello che si chiedono le dem è chiaro: forse non sono capaci di ricoprire quell’incarico? In pratica, l’ipocrisia di Elly Schlein viene recriminata dall’interno del suo stesso partito, nel quale l’italo-svizzera dimostra ancora la sua debolezza non solo nell’essere leader, ma nell’essere leader di tutti. Perché, oltre alla questione femminista combattuta a targhe alterne da Schlein, altri grattacapi accompagneranno la segretaria da qui alla presentazione delle liste per le europee: ci sono ancora Bonaccini, e Nardella, e Zingaretti, e Ruotolo. Fiumi di nomi per i fiumi di correnti che lacerano ancora il Partito Democratico e che Schlein non riesce a gestire.