È atteso martedì il voto del Senato sull’Autonomia differenziata. Ieri si è concluso in Commissione l’esame su tutti gli emendamenti presentati, tra i quali spicca quello presentato da Fratelli d’Italia a prima firma De Priamo che mira a garantire l’equità delle risorse destinate alle singole Regioni: in sostanza anche le Regioni che non hanno chiesto l’Autonomia differenziata dovranno avere accesso in virtù dei Lep, i Livelli essenziali delle prestazioni, che garantiranno un’equa distribuzione delle risorse. Nessuna discriminazione, dunque, tra le varie Regioni: l’uguale spesa garantita dai Lep sarà confermata anche grazie all’emendamento voluto da Fratelli d’Italia, in un’ottica di unità nazionale che, al netto di quanto afferma la sinistra, sarà alla base di questa riforma.
Le critiche delle opposizioni sull’emendamento De Priamo sono state forti, mosse soprattutto dai banchi del Partito Democratico. “L’emendamento De Priamo – ha dichiarato il senatore Francesco Boccia, capogruppo del PD – ha la sola funzione di fare in modo che Fratelli d’Italia appaia come la forza politica che salva la coesione territoriale che la Lega ha tradito”. Stando a quanto emerge dalle parole dei dem, quindi, l’Autonomia differenziata sarebbe una riforma “spacca-Italia” con la quale il centrodestra si starebbe rendendo artefice di una separazione irrimediabile tra le varie Regioni. Ma, al di là della pretestuosità delle accuse, placate già dalla previsione dei Lep e dallo stesso emendamento De Priamo, a rispondere a Boccia ha provveduto in Aula Alberto Balboni, senatore di Fratelli d’Italia e presidente della Commissione Affari costituzionali: “Al presidente del gruppo Pd al Senato Francesco Boccia, che continua a sostenere che l’emendamento di Fratelli d’Italia non ha risorse e quindi è un bluff, va chiesto invece quali erano le risorse a disposizione quando il governatore dell’Emilia Romagna Bonaccini, del Pd, avviava le intese per attuare l’Autonomia differenziata con il presidente del Consiglio Gentiloni anche lui, come Boccia, del Pd”. La sinistra, in effetti, sembra ignorare che l’Autonomia differenziata, ora in discussione e finalmente quasi attuata, non è altro che una misura per una completa attuazione della nota riforma del Titolo V della Costituzione che, nel lontano 2001, fu approvata anche grazie ai voti del centrosinistra. E ora ignora, come ricordato da Balboni, che anche amministratori della sinistra richiedono – e hanno richiesto in passato – l’Autonomia differenziata. Le pretestuose accuse della sinistra non si sono però placate: sotto attacco l’intero impianto della riforma. “Non c’è un centesimo nel ddl sull’Autonomia differenziata”: questo ha dichiarato ancora Boccia. Ma anche in questo caso è arrivata la risposta netta di Balboni: “Questa è una legge procedimentale che non stanzia risorse – spiega – ma determina le regole ed i criteri per attuare la Costituzione”. Basterebbe questo per smontare le accuse della sinistra, che volutamente – almeno si spera – ignora una legge procedimentale da una finanziaria. “Le risorse – dice ancora Balboni – saranno trovate quando si passerà alla fase successiva e saranno stanziate con la legge che il Parlamento – conclude – dovrà approvare in sede di approvazione delle intese”.