L’imam nel mirino di FdI oscura i propri canali social ma viene smascherato

Si aggiunge una nuova puntata alla battaglia ingaggiata da Fratelli d’Italia contro l’imam di Bologna Zulfiqar Khan. Il predicatore pakistano salito agli onori delle cronache per aver veicolato sui social network i propri sermoni contro l’Occidente e pro-Hamas, accusando gli ebrei di crudeltà e gli americani di terrorismo, adesso, prova a beffare gli inquirenti che, su di lui, hanno acceso un faro. Come? Oscurando il proprio profilo Facebook, e quello del centro culturale dove predica, ad alcune categorie di utenti: tutti quelli che accedono dall’Italia o non dispongono di una connessione privata. Un tentativo maldestro, quello messo in atto da Zulfiqar Khan, prontamente denunciato dai parlamentari di FdI Sara Kelany e Marco Lisei. “È assai pericoloso che oggi l’imam abbia deciso di non rendere visibile solo a certi utenti la sua pagina, credendo forse così di poter continuare nelle sue farneticazioni rivolgendosi solo ad un pubblico radicalizzato. Non abbasseremo la guardia e continueremo con forza a combattere ogni forma di estremismo, di antisemitismo e di radicalismo islamico”, annuncia la deputata Sara Kelany, che è anche responsabile nazionale nel partito del dipartimento Immigrazione. “Evidentemente l’imam pensa che utilizzando queste scorciatoie potrà continuare a diffondere odio in maniera indisturbata, mentre è bene che sappia che la nostra attenzione non verrà mai meno nella lotta ad ogni forma di fondamentalismo ed estremismo religioso”, gli fa eco il collega senatore Marco Lisei.
Kelany e Lisei sono gli stessi che nelle scorse settimane hanno portato alla ribalta il caso del predicatore con due interrogazioni gemelle al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, una depositata alla Camera e l’altra al Senato, a cui si è poi aggiunta una denuncia per istigazione all’odio razziale presentata dal console d’Israele Marco Carrai. La replica del Viminale non si era fatta attendere: sul conto di Zulfiqar Khan sono in corso i dovuti “approfondimenti” da parte delle autorità. E forse proprio per evitare di complicare la propria situazione, considerato che per lui si è paventato il concreto rischio dell’espulsione, senza però rinunciare a diffondere tesi estremiste, il pakistano è ricorso a questo trucchetto. Anche perché, altrimenti, che bisogno avrebbe di nascondersi? Male non fare paura non avere.

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