L’ostruzionismo della sinistra per la difesa degli onori a Tito: ancora vergogna sulle Foibe

Slitta per la seconda volta il voto alla proposta che, di fatto, eliminerebbe l’alta onorificenza conferita nel 1969 al dittatore comunista Josip Broz, detto Tito. Slitta ancora a causa, ancora una volta, dell’ostruzionismo della sinistra: già la settimana scorsa, infatti, la legge, che attinge dalle proposte dei deputati Rizzetto e Rampelli di Fratelli d’Italia e Panizzut della Lega, aveva visto rinviare il voto in Commissione Affari Costituzionali della Camera perché la sinistra, in breve, aveva giudicato la disposizione troppo vaga e generica. Il testo, in pratica, consentirebbe la modifica della norma secondo la quale l’eliminazione di un titolo onorifico può avvenire soltanto in vita del beneficiario, in presenza della controparte insomma per garantire la sua esposizione dei fatti: una volta venuto a mancare l’insignito, diventa impossibile rimuovere l’onorificenza. Ed è questo il motivo per cui lo jugoslavo Tito è riuscito, da ormai 55 anni, a mantenere il titolo di “Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana” decorato di Gran Cordone. L’onorificenza fu conseguita nel pur turpe periodo di diniego e minimizzazione degli eccidi delle Foibe; tuttavia, oggi, dopo anni di battaglie per un giusto riconoscimento per gli italiani d’Istria e di Dalmazia uccisi ed esuli, un tale onore pesa come un macigno sulla coscienziosità della Repubblica stessa che ha il dovere, a quasi 80 anni di distanza dai tragici eventi del Carso, di offrire un degno e completo ricordo delle vite troncate dall’odio straniero e comunista.

L’onorificenza di Tito è solo l’ultimo grande scoglio formale che preclude la strada per un tale obiettivo: è questo il motivo per il quale la sinistra, ancora troppo legata al suo controverso passato, ancora distante dalla storicizzazione dei tragici eventi del Novecento, tenta di lasciare le cose come stanno, continuando de facto a negare gli eccidi delle Foibe. Questa volta, secondo il racconto di Alessandro Urzì, deputato di Fratelli d’Italia e relatore del provvedimento, all’Adnkronos, la motivazione della sinistra per il rinvio della votazione è stata la carenza di tempo: “Ho chiesto che si potesse procedere alla votazione per l’adozione del testo base, ma c’è stata la richiesta scomposta dei deputati della sinistra, e in particolare del PD, di poter intervenire”. Si tratta, secondo Urzì, di una richiesta “pretestuosa perché il dibattito c’era già stato”. Continua, dunque, la turpe condotta della sinistra che, pur di non fare mea culpa per il silenzio che negli anni ha avvolto le Foibe, fa ostruzionismo a una misura di buonsenso che vuole restituire dignità alle vittime italiane e allo Stato negando la massima onorificenza della nostra Repubblica al sanguinario, anti-italiano e comunista dittatore Tito.

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