Dopo l’offensiva russa di mercoledì, il governo di Kiev ha richiesto all’Unione Europea nuove forniture belliche per contrastare le azioni militari provenienti dal contingente nemico.
Volodymyr Zelensky, in un video messaggio aveva dichiarato quanto segue: ”Risponderemo a ogni missile, a ogni Shahed” continuando con “Il nostro obiettivo quest’anno non è solo quello di aumentare la nostra protezione aerea (…) ma anche di infliggere alla Russia il massimo delle perdite”, dopo essersi interfacciato con il capo della diplomazia europea, Josep Borrel.
Anche Dentro Kuleba, ministro degli esteri ucraino, ha chiesto all’UE di investire negli armamenti, per consentire la difesa dei territori ucraini.
Ebbene, sembra che dal confine d’Europa la resa non sia stata minimamente contemplata, la difesa dei confini va oltre ogni dubbio o possibile incertezza.
Nell’ “Ora più buia” l’Ucraina prepara la propria controffensiva, disposta a difendersi con le unghie e con i denti da un’invasione che, fino a questo momento, non è riuscita a penetrare nel centro nevralgico del Granaio d’Europa.
Strano ma vero, i BRICS, sebbene possano vantare una quantità ingente di approvvigionamenti nel settore degli armamenti, ancora non hanno giocato un ruolo determinante nel conflitto, nonostante il supporto dell’Iran sia stato piuttosto utile alla Russia per sferrare delle offensive aeree anche piuttosto pericolose per le città ucraine. l’Unione Europea, ha firmato un piano consistente in 50 miliardi di euro in 4 anni per aiutare l’Ucraina a resistere, dimostrando solidarietà ad uno stato tenace, che cerca di tutelare ad ogni costo la propria sovranità.