L’UE ha approvato il pacchetto di sanzioni in onore di Alexei Navalny

Oggi, il nuovo piano sanzionatorio applicato nei confronti della Russia e che porta il nome del dissidente russo Alexei Navaly, da poco scomparso in circostanze piuttosto misteriose, è stato approvato dai Ministri degli esteri dell’Unione Europea.

Il nuovo pacchetto intende penalizzare la Russia per quanto riguarda le violazioni dei diritti umani e la libertà d’espressione, ora come non mai messa a dura prova dal Regime moscovita: basti pensare agli ultimi fatti che hanno coinvolto il giornalista russo Sergehi Mingazov, reo di aver pubblicato notizie sul massacro di Bucha, le quali sarebbero state reputate come fonti inaffidabili e volte a ledere l’immagine dell’esercito russo. Come lui molti altri dissidenti sono stati arrestati dopo essersi opposti all’invasione dell’Ucraina programmata dal Cremlino, basti pensare al Premio Nobel Oleg Orlov, anch’egli vittima della censura e della cattura.

Un provvedimento, quello dell’UE, che ha evidentemente lo scopo di offrire la propria continuità nella condanna verso uno Governo oligarchico fortemente repressivo come quello russo, il quale vede al centro delle priorità nazionali l’esclusivo impegno nella campagna militare contro l’indipendenza dell’Ucraina. Molte le voci di chi non crede per niente alle funzionalità delle sanzioni nei confronti del Cremlino, sebbene quest’ultime abbiano lo scopo di isolare la politica imperialista della Russia, al fine di rallentarne le azioni belliche. 

Le nuove “punizioni” applicate dall’istituzione europea non hanno l’unico e semplice motivo di esistere in quanto misura di sabotaggio verso la tirannide eurasiatica, ma sono utili per incentivare e legittimare la verità: sopratutto laddove gli impedimenti giuridici non consentono divulgazioni adeguate, capovolgendo interamente l’apparato dell’informazione indipendente, sminuendolo per favorire un’informazione a senso unico.

Se non altro c’è chi ha deciso di impegnarsi nella ricerca di misure adeguate per fermare anche la guerra d’informazione e l’oppressione delle istanze politiche contrarie alle decisioni del Presidente russo, Vladimir Putin. In questo caso, vista e considerata l’ascesa di movimenti pacifisti come quello di Michele Santoro con la lista “Pace, Terra e Dignità”, sarebbe opportuno chiedersi se questi movimenti abbiano un’idea migliore per favorire una de-escalation del conflitto. Il disimpegno in una questione europea di questa portata, così come la mancanza di aiuti verso la popolazione ucraina, non farebbe nient’altro che favorire la rapida conquista dei territori in questione, riportando le popolazioni europee indietro nel tempo come durante la “Guerra Fredda”.

Nel caso delle nuove disposizioni punitive, non si tratta di “Simbologia”, ma di un vero e proprio riconoscimento delle tragiche condizioni a cui è stato relegato il popolo russo: dalla censura si passa poi alla diffusione di minacce dal punto di vista giuridico fino all’incarcerazione, anche questa è un’escalation di cui bisogna tenere conto.

Il conflitto mediatico, almeno in Russia, visto da fuori sembra ormai del tutto ordinario; Incredibile, tuttavia, che i movimenti pacifisti – come in passato – promuovano l’abbandono delle tematiche correnti, come se non riguardassero di fatto un intero continente. A dimostrazione del fatto che le mire della Russia si espandono a dismisura, ci sono proprio le nuove politiche nautiche proposte dal Cremlino per disegnare nuovamente i confini marittimi con Lettonia e Finlandia.

Le nuove sanzioni sono state adottate, certamente si può sempre discutere sul metodo con cui applicarle: tuttavia, dover spiegare per quale motivo queste siano efficaci, a chi da un momento all’altro si erge sulle rovine declamando la pace – trascurando quasi del tutto la profondità dei fatti –  risulta piuttosto estenuante.

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Gabriele Caramelli
Gabriele Caramelli
Studente universitario di scienze storiche, interessato alla politica già dall’adolescenza. Precedentemente, ha collaborato con alcuni Think Tank italiani online. Fermamente convinto che “La bellezza salverà il mondo”.

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