Il peso delle destre si fa sentire in Europa. Sia per il giusto riconoscimento che rivendicano all’interno dei processi decisionali, sia pure in virtù di un processo naturale e inevitabile: la crescita delle destre alle ultime elezioni comunitarie non poteva rimanere inascoltata. E così, pure se la nuova Commissione europea è sostenuta dal vecchio blocco formato da socialisti, popolari e liberal, con l’eccezionale aggiunta dei Verdi in questa legislatura, a formare quel mix di partiti talvolta contrastanti che chiamano “maggioranza Ursula”, non è impossibile che molte misure “di destra” verranno attuate. Anzi, la possibilità è molto elevata.
Immigrazione e Green Deal
Forse, la “maggioranza Ursula” così come si è formata, con modalità che hanno escluso il crescente peso delle destre, avrebbe preferito lasciare indietro quella fetta di popolazione maggioritaria che chiede all’Europa meno parole e più fatti. Ma così non può andare: non solo perché è giusto riconoscere peso politico alle forze che veramente sono cresciute dietro le urne, ma anche perché è inevitabile. Tanto che sui grandi temi, come l’immigrazione o la transizione verde, qualcosa sta cambiando. A dire il vero, sull’immigrazione Ursula von der Leyen appariva già fortemente intenzionata a proseguire quel lavoro iniziato nella scorsa legislatura con Giorgia Meloni, che da Presidente del Consiglio italiano e leader dei Conservatori europei ha saputo far valere una visione del tutto nuova e fino a quel momento sconosciuta all’Unione. Un approccio non di mera gestione dei flussi e di suddivisone dei migranti, ma di protezione dei confini e di contrasto alla criminalità del Mediterraneo. Sui temi ambientali, invece, l’apertura della tedesca ai Verdi aveva favorito invece l’iterazione di quelle politiche che dal 2019 hanno indebolito la nostra economia e flagellato i risparmi di contadini e imprenditori.
Nuove coalizioni
Tutto però può cambiare. Il peso delle destre nell’Europarlamento non si potrà ignorare e si farà sentire, anche meramente in senso algebrico. Così, oltre alla possibilità che all’Italia spetti un ruolo di peso all’interno della nuova Commissione (e questo malgrado il voto contrario di Fratelli d’Italia alla maggioranza Ursula, a dimostrazione del fatto che la coerenza non sarà mai un malus per i nostri interessi, corroborando invece la credibilità dell’esecutivo italiano), non sarà affatto scontata la creazione di “mini” maggioranze Ursula all’interno delle singole commissioni in seno al Parlamento europeo. Anzi, è più che plausibile che vengano a crearsi delle coalizioni alternative. Lo ha spiegato bene al Giornale Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo: “Il fatto nuovo di questa legislatura è che, a fronte di una maggioranza che il 16 luglio ha votato von der Leyen, in aula e nelle commissione, su ogni provvedimento, ci sarà la possibilità di crearne un’altra alternativa che vada dal Ppe verso destra”.
Una Commissione più a destra
È la destra che non può rimanere isolata e che già in questa legislatura avrebbe meritato la guida del continente, anche perché i numeri c’erano all’interno dell’Europarlamento. E in realtà anche nel Consiglio europeo, l’organo che riunisce i capi di Stato e di governo dei 27 Stati membri, le cose non vanno in modo diverso: l’assemblea pende fortemente verso destra, e se ogni Stato ha la facoltà di scegliere un suo commissario, si capisce che la von der Leyen si ritroverà a capo di una Commissione fortemente influenzata dalla destra. “La Commissione – ha detto ancora Fidanza – deve fare i conti con i nuovi numeri nelle commissioni parlamentari in cui le forze alla destra del Ppe insieme ai popolari potrebbero costituire una maggioranza alternativa”. Insomma, è ciò che si ripete da mesi: la destra e i Conservatori non possono non avere un ruolo di primo ordine nei processi decisionali europei.