Maternità e disabilità: al via il secondo giorno di Atreju

Al via la seconda giornata di Atreju con la presentazione di alcuni libri che hanno consentito la trattazione di temi molto delicati: disabilità, maternità, occupazione femminile. Il primo ospite è stato Francesco Curridori, giornalista con disabilità che racconta, nel suo “Nato all’incontrario”, il suo sogno che fin da piccolo lo ha accompagnato: diventare giornalista. E racconta come ci è riuscito, nonostante le tante difficoltà nate dalla sua cardiopatia congenita: “La vita di un disabile – dichiara – non inizia e non finisce in un letto di ospedale”. Curridori racconta la sua vita e il suo rapporto con la disabilità, della quale si dice orgoglioso in virtù del fatto che è sbagliato nascondersi e confondersi dietro a degli asterischi. Ma è sbagliato ostentare la propria disabilità, altrimenti, dice, si finirà con l’essere trattati sempre da disabili.

A seguire, c’è stato l’intervento di Alice Pignagnoli, calciatrice e autrice del libro “Volevo solo fare la calciatrice”, in cui narra il suo sogno di giocare a calcio. Un percorso non facile per una ragazzina a quell’epoca, negli anni Novanta, quando, dice, “era una cosa proibitiva”. E racconta tutti gli impedimenti che ha affrontato durante la sua carriera calcistica, uno su tutti la gravidanza, durante la quale ha dovuto lottare per riuscire a conciliare il lavoro con l’essere madre, in un sistema che non voleva neppure riconoscerle il pagamento delle mansioni svolte durante la gravidanza stessa. Alla fine ci è riuscita, ma è stata esclusa dalla rosa. Pignagnoli lamenta che, durante quel periodo, nessuna delle sue compagne di squadra le mostrò vicinanza. Per “paura delle ripercussioni”, dice, invitando le donne a essere coese e di combattere le gelosie e le invidie.

Sulla scia di Pignagnoli, “Italia, l’ultima chiamata”, il libro curato Maria Rachele Ruiu, Debora Donnini e Maria Scicchitano che tratta il tema del calo demografico italiano, tra i peggiori d’Europa, proponendo un vero e proprio Piano Marshall per invertire la rotta, sulla base di quanto già fatto negli altri Paesi europei. “Nel 2100 – dice Donnini – avremo la metà degli abitanti, saremo 30 milioni, con un divario insostenibile tra anziani e giovani”: le ripercussioni sull’economia sarebbero disastrose. Da questo, nasce l’esigenza di misure economiche concrete e costanti, come l’aumento degli assegni unici e la detassazione. La strada è ancora lunga ma qualche primo passo già si è visto nelle prime due manovre di Bilancio di questo governo. Emerge, infine, oltre il dato economico, l’atto morale di creare una famiglia: “Fare figli – conclude Donnini – è la realizzazione più profonda dell’essere di un uomo e di una donna”.

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