Mattarella dice sì al dl carceri: nuove misure per i detenuti e assunzioni per la Polizia penitenziaria

Il dl carceri è diventato legge, con la promulgazione di ieri da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Una legge che vuole affrontare il problema del sovraffollamento, introducendo nuove normative e procedure più veloci per alleggerire il peso di molti istituti di detenzione in Italia, molti dei quali al collasso. Pur sempre nel rispetto della giustizia: sebbene molti, in senso denigratorio, l’abbiano definita uno “svuota carceri”, la legge non è un “tana libera tutti”, ma introduce alcune misure per la gestione dei detenuti, inserendo inoltre un’importante novità che si andrà a legare all’abolizione del reato di abuso d’ufficio, per la quale il sì del Quirinale è atteso nelle prossime ore. In generale, per Nordio si tratta di “aprire le porte per alleggerire la popolazione carceraria, che pure costituisce un problema” tramite un “intervento vasto e strutturale” che “potremmo chiamare umanizzazione carceraria”.

Cosa prevede

Tra le novità, troviamo misure come la possibilità per i detenuti di fare un maggior numero di telefonate – un modo, secondo Nordio, di inserire un “piccolo aiuto psicologico” per rendere “più agevole” una situazione che incide sulla depressione del detenuto – o la sburocratizzazione delle procedure per richiedere misure detentive alternative al carcere. Ma tra le novità più significative, c’è la semplificazione e la velocizzazione delle procedure per richiedere la libertà anticipata. Nel testo, infatti, si legge chiaramente che in presenza di “ogni istanza di accesso alle misure alternative alla detenzione o ad altri benefici analoghi, rispetto ai quali nel computo della misura della pena espiata è rilevante la liberazione anticipata”, il magistrato di sorveglianza dovrà accertarsi della “sussistenza dei presupposti per la concessione della liberazione anticipata in relazione ad ogni semestre precedente”. Sarà dunque il magistrato di sorveglianza a decidere le misure alternative non più soltanto in via provvisoria, ma anche in via definitiva e con una certa rapidità senza sentire il parere del tribunale collegiale. Il Guardasigilli Nordio ha specificato che “non vi sono indulgenze gratuite ma si rende più certa la procedura attraverso cui la liberazione anticipata è posta in esecuzione”: una “specie di ‘patto’” per mettere il detenuto “subito al corrente dei suoi diritti”. In più, si istituisce un albo di comunità che accoglieranno alcune tipologie di detenuti, mentre si prevede l’assunzione di altre mille persone per il Corpo di Polizia penitenziaria tra il 2025 e il 2026, con modifiche alla formazione degli agenti.

A completamento del ddl Nordio

Per il ministro Nordio, si tratta di “un intervento vasto e strutturale che affronta in modo organico un altro settore del sistema dell’esecuzione penale”, sottolineando come sia “frutto di una visione del governo Meloni, condivisa dai nostri sottosegretari”. Ma anche su questo tema, non sono mancate le polemiche, come per esempio l’esposto di “Nessuno tocchi Caino”, associazione di cui fa parte anche Roberto Giachetti, deputato di Iv, contro Nordio e i sottosegretari Delmastro e Ostellari per la “gravità della situazione” all’interno delle carceri. Forse, però, le polemiche più rumorose sono quelle che accompagnano l’abolizione del reato di ufficio, approvata dalle Camere lo scorso luglio ma non ancora firmata dal Capo dello Stato. Secondo le opposizioni, il presunto ritardo sarebbe dovuto alle perplessità di Mattarella sulla disposizione, anche se dal Quirinale fanno sapere che è in corso il normale iter di studio della normativa. E se, in realtà, qualche dubbio potrebbe sorgere in merito all’abolizione del reato di abuso d’ufficio, il nuovo dl carceri appena vidimato da Mattarella introduce una nuova disposizione che chiarisce – fa sapere Palazzo Chigi – “la punibilità delle condotte di peculato per distrazione”. Punendo il delitto di “indebita destinazione di denaro o cose mobili”, il dl carceri punisce l’uso improprio di denaro e cose mobili, ma non degli atti: in altre parole, se l’abuso d’ufficio elimina quel timore degli amministratori locali verso una norma quasi sempre utilizzata strumentalmente contro di loro, il dl carceri mantiene comunque in vita il reato di uso improprio del denaro pubblico a garanzia della punibilità di chi non svolge correttamente le proprie mansioni. Anche in questo caso, dunque, si chiarisce che, se da un lato vuole evitare processi sommari e giudizi affrettati e tutt’altro che garantisti, dall’altro il Governo Meloni si conferma pienamente sulla linea di punire chi ha responsabilità evidenti nella cattiva amministrazione.

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